Luisanda Dell’Aria
Roma 29 aprile 2022
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Quando non riesci a dominare la paura scrivile. Una lettera. Come scriveresti ad una amica. Perché, vedi, la paura questo ti fa credere, di essere amica e se la vuoi tenere a bada da amica la devi trattare. La devi affrontare parlandole e non facendoti trasportare da lei. Parlare con la paura significa parlare dei nostri lati nascosti e renderli meno nascosti, portarli allo scoperto, discutere sul come fare per andare avanti. La volontà della paura è quella di tenerti bloccata, di non farti muovere un passo. E tu lì, immobile, sperando che si plachi, che svanisca. Ma non svanisce. Non è stando fermi, fissi, immobili, allacciati a lei che se ne va. L’unico modo che conosco per sconfiggerla o per lo meno tenerla a bada è affrontarla. È normale avere paura in alcune situazioni. L’abbiamo tutti. È un sentimento sano. Rappresenta proprio quella spinta necessaria per andare oltre quel sentiero e ritrovare la tranquillità. Se la guardi in faccia, la paura, puoi leggere, tra le sue fessure, la verità che spaventa. Quando la scrivi, la racconti, diventa meno spaventosa, si trasforma in forza, perde i suoi appuntiti contorni e ti restituisce la leggerezza. Avere la forza di confessarsi la paura è il gesto più nobile che puoi rivolgerti. È guardarsi e ritrovarsi. È ascoltarsi. Non è facile parlare delle proprie paure, trovare qualcuno che le vuole ascoltare. Essere capaci di ricevere risposte di contorno. Le verità che escono quando ho la penna in mano non eguagliano nessun discorso. Trovo ristoro nel foglio di carta bianco che prende vita nelle mie mani. È il mio rifugio, la mia caverna dove anche la paura trova riparo e si quieta. Scrivile, lei ti risponderà. Abbi cura Di Te
Luisanda Dell’Aria Roma 29 aprile 2022 Pieni di quei segni che solo la vita vissuta può lasciare. Ogni ruga, punto, sono un ricordo. Forse sono solo un po' melanconica… oggi va così. Guardo le mani, gli occhi a volte stanchi, la pelle che si trasforma e trovo le mie strade, quelle che ho percorso con convinzione. Ogni tanto incontro qualche errore e mi fermo a guardare per vedere se posso fare pace, se è arrivato il momento per capire dove ho sbagliato. E rivivo le emozioni, mi scontro con il dispiacere di non aver saputo fare diversamente in quel momento. E mi scuso. A volte resto seduta a pensare anche se ho tante cose da fare ma fermarmi e lasciare che lo spazio si dilati nella mia testa mi rasserena. Penso sempre: questo è il mio tempo. Significa prendersi il momento che ti serve a riemergere e continuare la strada. Me la sono conquistata la mia età, con le mie rughe, i piccoli dolori, le stanchezze e me la godo… minuto per minuto. A volte mi domando perché dei ricordi sono così ricorrenti, mi trovo a parlare con vecchie situazioni dove la mia risolutezza di oggi mi avrebbe portato su strade diverse allora. Ma ero diversa, più giovane, coinvolta in quelle emozioni e ho lasciato che mi trascinassero. Mi pento? Non so. Quelle strade mi hanno anche portato qui oggi e reso quella che sono: frutto dei miei errori, frutto di scelte giuste, di scelte a volte dolorose, faticose, frutto di scelte che rifarei mille volte. Forse sono quelle, le scelte giuste, la strada maestra che mi ha forgiata. Forse sono le scelte giuste le più faticose, perché sei quasi sempre solo nel loro cammino, quasi mai condiviso, spesso ostacolato, non compreso. Trovi la forza e ti accarezzi con il tuo coraggio. Lo specchio rimanda la mia immagine, sorrido, mi guardo, mi piaccio in tutte quelle imperfezioni che mi dicono chi sono. Volevo essere così nei miei pensieri di bambina e poi ragazza? Si, volevo proprio essere così.
Prendere la penna in mano e scrivere di sé è come prendersi per mano. È un atto intimo, che mi porta calore e quel foglio bianco lo posso tingere nei miei colori interiori. Abbi Cura Di Te Luisanda Dell’Aria Roma 22 aprile 2022 MI FERMO
Non c’è un momento esatto in cui hai la percezione di sentirsi solo, ti senti solo e basta. Non sai da dove viene la sensazione e dove ti vuole portare. È come un vento leggero che ti accarezza la faccia tanto per farti sentire che è lì, proprio intorno a te. La solitudine è così, ti sta intorno come una sciarpa d’inverno, come il mare d’estate, fai il bagno e sei immerso, non distingui dove inizi tu e finisce il mare è un insieme di te e lui. E non c’è un motivo reale per giustificare la sensazione di solitudine che ogni tanto provo. Forse è mancanza di qualcosa che ancora non ho individuato, che cerco negli anfratti della mia mente. Se mi lascio andare alla solitudine mi sento meglio, meno ostinata, più distesa. Le lascio lo spazio di cui ha bisogno e forse anche di cui ho bisogno per mettere in fila parole aggrovigliate dei miei disegni. Riesco anche a godere del mio sentirmi sola, mi muovo bene nei liberi spazi, ne assaporo gli infiniti contorni. E allora nella sua calma cerco di fermare i pensieri, cerco di spegnere le luci della ribalta, cerco di acquietarmi e riposarmi. Se riesci a fermarli riposi davvero. Non è facile, serve molto esercizio, e voglia, e desiderio di provare quelle sensazioni di rilassamento interiore. Sono attimi, all’inizio, durante i quali anche l’anima riesce a sedersi e sospirare serena. E non devo correre appresso alla mente. Ma sono attimi. Poi il rumore riparte ma nei pochi momenti io ritrovo me stessa. Luisanda Dell’Aria Roma 12 aprile 2022 La guerra si espone nella forma più violenta che non conosce ragioni e motivi. Fa male al cuore… Fa male alla mente, vedere quelle immagini, seguire i reportage. Difficile non credere, impossibile pensare a una messa in scena. E viene sollevata la causalità della scoperta all’indomani del primo spiraglio di apertura alla trattativa. I Russi ce la mettono proprio tutta a fare i guerrai buoni! Ma le immagini non mentono, non sono parole, non sono congetture, non sono ipotesi. Sono immagini. Inequivocabili. Le testimonianze. Inequivocabili. Oggi, sul sito dell’Ambasciata Russa in Francia, Parigi, sono apparse “quelle” immagini raccontate come “set cinematografico”. Non esiste commento. Non siamo nel ’45, i mezzi di informazione e comunicazione non fanno sconti a nessuno. Ne all’aggressore, ne all’aggredito. Oggi le informazioni viaggiano a milioni di chilometri di distanza in attimi e arrivano addosso a tutti, portando sgomento, sollecitando attenzione e consapevolezza. La guerra è orribile sempre, strappa la pelle di dosso, crea ferite difficili da rimarginare. I paesi si allontanano invece che avvicinarsi, trovarsi, riconoscersi nell’obiettivo comune: perseguire una forma per vivere in pace. A un certo punto della storia c’è sempre qualcuno che reclama maggior potere, che decide di cavalcare la propria “presunta” supremazia. Come in un divorzio le responsabilità vanno cercate da tutte le parti in scena ma c’è un “ma” grosso come un mondo. La Russia ha aggredito un paese libero e sovrano. È imperdonabile e inaccettabile. Da qualunque punto di vista lo si guardi.
Dalla Rubrica L’Indiscreta di luisanda Dell’Aria Roma 7 aprile 2022 Li vedo parlare tranquilli, distesi, davanti alla loro colazione prima di entrare in classe. Vicino c’è il liceo classico Orazio. Passano dal bar per rinfrancarsi, scambiarsi informazioni, decidere quando farsi interrogare, chiedere una spiegazione all’amico su un qualcosa che non hanno capito bene. Hanno appunti, pc qualcuno, penne che si passano di mano. Una ricerca che manca, un commento sul risultato di un compito e parte una risata sul sei stiracchiato dell’amico. Ma non è di scherno. È una bella gioventù. Chiara, solare, che crede nel futuro. Questo il mio pensiero di getto. Nessuno sprecherebbe tempo, impegno, pazienza a studiare se non credesse in un futuro. Con tutte le difficoltà che il futuro può riservare e soprattutto in questo momento. Orari diversi mi permettono di vedere tanti ragazzi diversi. Ma i loro occhi accesi, gli sguardi sinceri, il cameratismo tipico di quell’età, i discorsi che si scambiano mi portano lì… credono nel loro futuro. Si stanno impegnando. Sono educati, non chiassosi, vestiti da ragazzi, curati nel loro essere molto giovani le ragazze e i ragazzi. Zainetti in spalla, felpe, jeans con qualche strappo qua e là, scarpe da ginnastica. Come la moda comanda. Nulla di non adeguato al luogo che si apprestano a frequentare. E tanta voglia di essere. Noto anche che il tatuaggio sta perdendo vigore. Finalmente. La spensieratezza dei diciassette anni la respiro nell’aria, è sana e bella e mi riporta indietro. Cerco nell’archivio dei ricordi per scorgere quella me che ero a quell’età e il sorriso affiora spontaneo. Quanta strada… quante avventure… tanta vita! Quel sapore così catturante, così coinvolgente che solo quell’età sa dare. Non bisogna essere distratti, non bisogna avere paura. Viverlo fino in fondo è l’unico tema del momento.
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria Roma 5 aprile 2022 |
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