Li vedo parlare tranquilli, distesi, davanti alla loro colazione prima di entrare in classe. Vicino c’è il liceo classico Orazio. Passano dal bar per rinfrancarsi, scambiarsi informazioni, decidere quando farsi interrogare, chiedere una spiegazione all’amico su un qualcosa che non hanno capito bene. Hanno appunti, pc qualcuno, penne che si passano di mano. Una ricerca che manca, un commento sul risultato di un compito e parte una risata sul sei stiracchiato dell’amico. Ma non è di scherno. È una bella gioventù. Chiara, solare, che crede nel futuro. Questo il mio pensiero di getto. Nessuno sprecherebbe tempo, impegno, pazienza a studiare se non credesse in un futuro. Con tutte le difficoltà che il futuro può riservare e soprattutto in questo momento. Orari diversi mi permettono di vedere tanti ragazzi diversi. Ma i loro occhi accesi, gli sguardi sinceri, il cameratismo tipico di quell’età, i discorsi che si scambiano mi portano lì… credono nel loro futuro. Si stanno impegnando. Sono educati, non chiassosi, vestiti da ragazzi, curati nel loro essere molto giovani le ragazze e i ragazzi. Zainetti in spalla, felpe, jeans con qualche strappo qua e là, scarpe da ginnastica. Come la moda comanda. Nulla di non adeguato al luogo che si apprestano a frequentare. E tanta voglia di essere. Noto anche che il tatuaggio sta perdendo vigore. Finalmente. La spensieratezza dei diciassette anni la respiro nell’aria, è sana e bella e mi riporta indietro. Cerco nell’archivio dei ricordi per scorgere quella me che ero a quell’età e il sorriso affiora spontaneo. Quanta strada… quante avventure… tanta vita! Quel sapore così catturante, così coinvolgente che solo quell’età sa dare. Non bisogna essere distratti, non bisogna avere paura. Viverlo fino in fondo è l’unico tema del momento.
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 5 aprile 2022
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Roma 5 aprile 2022