La mia Presidente preferita, Dyka Paes, di Zittocancro, mi invita, vuole farmi incontrare sua zia Amalia. Andiamo con Daniela, Silvia, Nadia, il direttivo al completo e già questo mi emoziona. I suoi occhi sono profondi, ma non è quel profondo consueto che fa pensare al mare, al tramonto, a qualcosa di romantico ed emozionante. Sono un profondo immenso, immerso nella vita. Sono occhi che guardano e dicono semplicemente: ti voglio bene! Le nostre lingue cercano di toccarsi nell’incomprensione e come se ci conoscessimo da sempre le nostre mani si stringono, i nostri occhi, i sorrisi si mescolano e un abbraccio infinito racconta quello che non riusciamo a dire. Una serata con la famiglia di Dyka, perché zia Amalia è la famiglia, e io ho respirato amore. E stamattina Dyka mi racconta di un panino, un sapore speciale, una passione della sua infanzia e giovinezza. Di quando la nonna e la mamma lo preparavano per colazione con il caffè nero o per merenda. Un panino rustico ma ricco di sapore, di amore: appena sfornato è filante. Ingredienti poveri che regalano soprese incredibili come i ricordi. Mi racconta la farina. La povertà. Il tanto poco pieno di gioia. Quella farina ha salvato tanta gente dalla fame: costa pochissimo e sazia tanto! Sono cose tanto semplice ma cariche di emozioni: sono le emozioni di mamma e di nonna. La sua voce è come un’onda che non cerca scoglio, ha voglia di andare. chiude gli occhi e ecco davanti a sé i momenti trascorsi, i sapori provati, gli odori, catturati per sempre.
Ora, erano di nuovo lì, con lei. Tutte e due, una di fronte all’altra, a occhi chiusi nel loro ieri di amore. I sapori si confondono con lo stupore e le lacrime contornano i loro visi ammaliati dalla dolcezza dei ricordi. E riaffiorano le mani della mamma mentre impasta la farina e le dita piene catturate da Dyka per assaggiare quel pane ancora crudo. Ricordi, intimi ricordi. Prepotenti e avvolgenti. Le lacrime continuano a scendere, libere di lasciarsi andare.
Marcel Proust… Sì, servirebbe la sua impareggiabile penna. La mia vale davvero poco. “Alla ricerca del tempo perduto”, quel tempo mai perduto, conservato nei cassetti dei ricordi, spolverati di tanto in tanto dagli odori, dai sapori, dai gesti, da una carezza, da uno sguardo, tornano prepotenti avvolti dalle emozioni e diventano ancora presente da abbracciare e vivere. Era una promessa della zia Amalia fatta alla nonna, prima di partire verso Roma, verso Dyka. Il Chimango ha inondato di sapore la casa di Dyka svegliandola e portandola a spasso nella sua vita. Un semplice panino brasiliano, al telefono con la mia cara Dyka, mi ha regalato tutto l’amore respirato in un attimo intimo di famiglia.
Abbi Cura Di te
Luisanda Dell’Aria
Roma 28 marzo 2023