Loro, gli addetti al trasporto, lavorano con molta calma, professionalità e educazione. Trattano le mie preziosità con quella generosità di cui hanno bisogno. Mi dà una certa tranquillità, ma la preoccupazione che qualcosa possa rompersi, rovinarsi è lì in bella mostra. Cerco di non essere presente nei momenti più delicati, ma li seguo passo passo. Il saliscendi, dal balcone, mi crea un certo turbamento. Ogni oggetto grande o piccolo ha un senso, un valore, un ricordo, un affetto, una carezza data e ricevuta. Mi seguono da una vita. I più recenti da dieci anni. Ognuno di loro ha la sua storia, il loro racconto che vedo e ascolto quando li guardo, li uso, ne godo. Di qualcuno non la conosco, mamma non me l’ha raccontata. Soprattutto di alcuni quadri. Ritrovo però nella loro espressione il suo sguardo, mi illudo di capire le sfumature che l’hanno conquistata. E mi piacciono, tanto anche a me.
È tempo di andare, di tornare, di risistemare tutto con l’amore e la calma che un nido cerca in chi lo prepara.
La mia dimora, lentamente, acquista il suo carattere.
Questo qui. Quello lì. Sposta ancora pochi centimetri… sì, così è perfetto.
Sembrano respirare, i mobili, quando si accasano nel posto giusto.
Qualcosa però stona. Devo camminare con calma, aspettare gli oggetti, i tappeti e loro, i quadri che parlano e creano l’armonia della strada. In ogni casa c’è una strada, la strada che abbiamo avuto la forza, il coraggio e la fortuna di tracciare. Ora sta uscendo fuori, ancora un attimo, un po' di pazienza… e la vedrò, sentirò le curve morbide e le ripide salite, ritroverò gli anfratti della sera e le luci del mattino. Ancora un attimo e ci siamo… ancora un po' di pazienza. E la vecchia dimora sarà di nuovo la mia cara vecchia dimora.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria