Mi porto dietro la mia casa come farebbe una chiocciola. Spariscono dentro le scatole, avvolti in grossi fogli di plastica i miei mobili, le mie lampade, i quadri a me tanto cari, soprattutto alcuni. Ma so che sono lì dentro, li riconosco anche così. Non aspettano altro che essere riaperti, sistemati nuovamente, pronti a ospitare ancore tutti gli oggetti che hanno sempre accolto. Sarà così anche questa volta. Il trasloco è un momento che spiazza, confonde, destabilizza. Non mi sento tuttavia così, solo un po' agitata. Le mie cose, per me assai preziose, mi seguono. Alcune mi hanno preceduta, le librerie, il pianoforte e già mi aspettano nella vecchia dimora dove finalmente torno. Casse e casse di libri e oggetti aspettano pazienti di trovare ristoro. Venti giorni per impacchettare una vita. Non ci si pensa mai. Si scoprono tantissime cose, dimenticate, riposte con un “poi ci penso”. Sono ancora lì ad aspettare la decisione. Altre si perdono come se avessero atteso proprio il loro momento per sparire. Un tuffo nella memoria addormentata e quell’oggetto, quel quadro lasciati dietro le quinte diventano di nuovo attori di prima scena. Sì, mi sto divertendo a sguazzare nel mio passato e non solo nel mio ma anche in quello di mia mamma e qualcosa del mio già marito. Le eredità che si intrecciano tracciando sentieri dove riesco a passeggiare. Dovrò fare delle scelte, dovremo con mia figlia fare delle scelte, ma non ci peseranno, ora il tempo è maturo.
Loro, gli addetti al trasporto, lavorano con molta calma, professionalità e educazione. Trattano le mie preziosità con quella generosità di cui hanno bisogno. Mi dà una certa tranquillità, ma la preoccupazione che qualcosa possa rompersi, rovinarsi è lì in bella mostra. Cerco di non essere presente nei momenti più delicati, ma li seguo passo passo. Il saliscendi, dal balcone, mi crea un certo turbamento. Ogni oggetto grande o piccolo ha un senso, un valore, un ricordo, un affetto, una carezza data e ricevuta. Mi seguono da una vita. I più recenti da dieci anni. Ognuno di loro ha la sua storia, il loro racconto che vedo e ascolto quando li guardo, li uso, ne godo. Di qualcuno non la conosco, mamma non me l’ha raccontata. Soprattutto di alcuni quadri. Ritrovo però nella loro espressione il suo sguardo, mi illudo di capire le sfumature che l’hanno conquistata. E mi piacciono, tanto anche a me.
È tempo di andare, di tornare, di risistemare tutto con l’amore e la calma che un nido cerca in chi lo prepara.
La mia dimora, lentamente, acquista il suo carattere.
Questo qui. Quello lì. Sposta ancora pochi centimetri… sì, così è perfetto.
Sembrano respirare, i mobili, quando si accasano nel posto giusto.
Qualcosa però stona. Devo camminare con calma, aspettare gli oggetti, i tappeti e loro, i quadri che parlano e creano l’armonia della strada. In ogni casa c’è una strada, la strada che abbiamo avuto la forza, il coraggio e la fortuna di tracciare. Ora sta uscendo fuori, ancora un attimo, un po' di pazienza… e la vedrò, sentirò le curve morbide e le ripide salite, ritroverò gli anfratti della sera e le luci del mattino. Ancora un attimo e ci siamo… ancora un po' di pazienza. E la vecchia dimora sarà di nuovo la mia cara vecchia dimora.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Loro, gli addetti al trasporto, lavorano con molta calma, professionalità e educazione. Trattano le mie preziosità con quella generosità di cui hanno bisogno. Mi dà una certa tranquillità, ma la preoccupazione che qualcosa possa rompersi, rovinarsi è lì in bella mostra. Cerco di non essere presente nei momenti più delicati, ma li seguo passo passo. Il saliscendi, dal balcone, mi crea un certo turbamento. Ogni oggetto grande o piccolo ha un senso, un valore, un ricordo, un affetto, una carezza data e ricevuta. Mi seguono da una vita. I più recenti da dieci anni. Ognuno di loro ha la sua storia, il loro racconto che vedo e ascolto quando li guardo, li uso, ne godo. Di qualcuno non la conosco, mamma non me l’ha raccontata. Soprattutto di alcuni quadri. Ritrovo però nella loro espressione il suo sguardo, mi illudo di capire le sfumature che l’hanno conquistata. E mi piacciono, tanto anche a me.
È tempo di andare, di tornare, di risistemare tutto con l’amore e la calma che un nido cerca in chi lo prepara.
La mia dimora, lentamente, acquista il suo carattere.
Questo qui. Quello lì. Sposta ancora pochi centimetri… sì, così è perfetto.
Sembrano respirare, i mobili, quando si accasano nel posto giusto.
Qualcosa però stona. Devo camminare con calma, aspettare gli oggetti, i tappeti e loro, i quadri che parlano e creano l’armonia della strada. In ogni casa c’è una strada, la strada che abbiamo avuto la forza, il coraggio e la fortuna di tracciare. Ora sta uscendo fuori, ancora un attimo, un po' di pazienza… e la vedrò, sentirò le curve morbide e le ripide salite, ritroverò gli anfratti della sera e le luci del mattino. Ancora un attimo e ci siamo… ancora un po' di pazienza. E la vecchia dimora sarà di nuovo la mia cara vecchia dimora.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria