Luisanda dell’Aria
Roma 30 giugno 2022
https://luisanda-dellaria.weebly.com/
La verità, se esiste, sta sul punto di confine tra credenti e non credenti. Nessuno può vantare il potere o dovrebbe poter vantare il potere di imporre una strada. Le strade devono poter essere scelte. Una legge, una pronuncia, dovrebbero limitarsi a regolamentare un ambito per renderlo più sicuro, più raggiungibile, più rispettabile, più libero. Consentire l’aborto e regolamentarne l’istituto significa prevedere la possibilità di poter effettuare una scelta nella propria libertà, con garanzie di sicurezza e sanitarie. Non impone obblighi, la legge. Non demarca confini. Consente scelte. Le donne devono essere libere di scegliere, nel loro credo e non credo. In un mondo in cui parliamo di laicità con tanta facilità, ci scopriamo leggeri, superficiali e incastrati in antichi schemi che non lasciano scegliere. Non so se è perbenismo, bigottismo, so però che stride con le parole “libera scelta” che dovrebbero esprimere il principio democratico. E non mi permetto di entrare nel merito del fondamento emotivo di una o dell’altra scelta. Mi esprimo nel merito del significato profondo di libertà e diritto alla libertà di scegliere. È per questo che resto attonita e fintamente silenziosa di fronte alla sentenza americana. Non riesco a tenere nel cassetto il mio pensiero anche se so essere divisivo. E così sia! Chi crede, esulterà di gioia, non comprendendo il potere che, nelle mani di alcuni, non rispetta le scelte di altri. Tutto riposto sotto il cappello religioso. E chi non crede… paga pegno! Sono credente, ma questo non limita la mia comprensione e il mio rispetto verso altri credo. Ma soprattutto non limita il mio pensiero in un mondo che di libero, purtroppo spesso, ha molto poco. I diritti le donne se li sono sempre dovuti conquistare con le unghie e con i denti, strappando consensi, nelle situazioni più ambigue, scivolose, sdrucciolevoli dove è facile farsi fare male dalle parole e dai commenti facili. E credo profondamente nel diritto, nella legge, nelle sentenze, che dovrebbero proteggere il diritto alla libertà e la libera espressione di sé stesse nel comune vivere civile. Invece, come in questo caso nella “democratica” America, limitano, obbligano, incardinano, emettono sentenze che incombono e dirottano scelte di vita, di pensiero, di pancia, di emozioni… proponendo un diritto che non rispecchia la realtà. Non mi scandalizzo. Siamo società di ipocriti. Mi rammarico di quanta poca strada la mente umana, pur avendone la possibilità, ha fatto. Ricomincerà la battaglia. Noi donne siamo pronte. Nasciamo pronte!
Luisanda dell’Aria Roma 30 giugno 2022 Cosa stai facendo?
Sto lavorando. A cosa? A cambiare l’immagine di me senza capelli che è rimasta incastrata dentro la testa dall’ultima volta. Non capisco… Ora ti spiego. L’ultima volta che ho perso i capelli si è formata un’immagine di me nella testa, e non se ne vuole andare. Non mi piacevo e ne ho sofferto, anche se raramente ne ho parlato. Ecco, io quell’immagine la voglio cancellare e provare a inventarne un’altra in vista dell’imminente autunno del mio piumaggio. Ho ancora qualche spicchio di tempo per godermeli e poi arriverà la quarta volta. Un anno e mezzo, giorno dopo giorno, li ho seguiti nella loro crescita, nel loro infoltirsi, nel loro diventare più robusti. Lo sapevo che sarebbe successo di nuovo! È la mia vita e la voglio comunque percorrere tutta. Allora invento, penso e programmo cosa farò di quel che rimarrà sulla mia testa per ritrovare me stessa tutte le mattine. Questa volta, magari, se ne resteranno un po', li taglierò più corti, metterò della gommina per placare l’effetto lana d’angora, li porterò tutti indietro cercando un senso al loro resistere e voler restare. O li taglierò tutti e via. Andando vedendo, come si dice nel mio amato sud. Ho iniziato a lavorare su me stessa, ho iniziato a immaginare! A volte scivolo nel disappunto, nel che “che strazio però…!”. Poi mi aggrappo a me, alle mie certezze, alle mie convinzioni e torno su. Tornando vedo tutto quello che nello scivolare era diventato invisibile. Vedo la mia vita, l’accarezzo, la coccolo: me ne nutro. E tutto diventa di nuovo movimento colorato: vivacità e colori. Chi non ci passa non riesce proprio a comprendere il disagio, l’affievolirsi delle nostre sicurezze. Le abitudini a riconoscerci quando ci specchiamo ci fanno scendere nel mondo tutte le mattine. E così un cambiamento che ci fa sentire diverse, non adeguate ai nostri occhi e sollecita, inevitabilmente, la compassione altrui, ci fa sentire fuori centro. Quel centro lo dobbiamo cercare dentro di noi, lì non cambia mai, è la nostra essenza, come siamo realmente. Lo dobbiamo convincere a uscire fuori e farsi vedere e sentire nei nostri occhi, nel nostro cuore. Allora riusciremo a sentirci belle anche con pochi capelli o senza capelli. Il cerchio della vita è nostro e dobbiamo imparare a camminarci sopra senza timore. Trovare ancora il nostro equilibro nella realtà che viviamo. Cercare di comprendere la semplicità della frase “Dai… ti ricresceranno!” per quel che vuole significare: una carezza, forse non ci consola, ma pur sempre una carezza che merita un sorriso. Non sempre sono brava, mi sto allenando. Scavo, cerco e trovo. La voglia, la forza, la spensieratezza sono lì che aspettano e me le prendo tutte. Così mi sono comprata, per l’estate, un bel Panama diciamo per il sole, nella realtà per confondere un po' le acque agitate. Un bel trucco, un bel vestito, un filo di rossetto, quel tanto di tacchi che aiuta sempre e le mie mani che si abbracciano. È tutta vita, è la mia vita e io la amo tantissimo. Respiro e godo! Abbi Cura Di Te Luisanda Dell’Aria Roma 23 giugno 2022 Ci sono momenti in cui non esistono le parole, esiste il silenzio e l’ascolto. Esiste solo lasciar andare i propri pensieri e trovare chi ascolta. È tanto difficile. Sai perché? Limitandoti ad ascoltare assorbi tutto, non hai modo di difenderti dalla pesantezza, dalla tristezza di quello che ti viene detto. Arriva tutto addosso. E crea un solco che poi resta tuo. Con il quale devi fare i conti. Ma hai aiutato l’altro a superare quel momento difficile. Sei stato lì, con la mano tesa. Ora devi leccarti le ferite. Ma la consapevolezza di aver aiutato, di esserci stata nel momento del bisogno rende le ferite leggere e sopportabili.
Tutto può modificarsi in attimo. L’equilibrio sparire. Ma di che equilibrio parliamo. L’orlo della vita è sottilissimo. Bisogna camminare dritti e non distrarsi mai dai sapori della vita. Tutto il resto è caso, coincidenza. È il percorso segnato o non segnato che abbiamo e non conosciamo e possiamo scoprire solo vivendo tutti i giorni. Ecco perché vale la pena continuare a respirare senza fermarsi, senza paura, mettendo da parte i pensieri più difficili, più spigolosi, più scomodi. A volte mi siedo sul mio equilibrio, mi guardo intorno, sorrido. Sorrido di quello che vedo, di quello che sento, di quello che ho e a un certo punto potrei non avere più. Ne resto ammirata, ammaliata. Cerco di godere di ogni attimo. Cerco di non dimenticare mai che la mia vita è il tesoro che ho già trovato, che non devo cercare. Potrebbe a un certo punto presentarsi la fine e dire: eccomi sono arrivata: sei pronta? No, non sono pronta. Non si è mai pronti. E i sei anni trascorsi, che mi sono goduta momento per momento e ogni giorno che vivo me lo godo sempre più, non bastarmi, non accontentarmi. Dovevo avere molta meno vita e ne ho avuta tanta fino adesso e ne voglio ancora e ancora. La vita non basta mai. Siamo abituati ad averla e non pensiamo mai che domani potrebbe finire, non le rivolgiamo quell’attenzione che chiede, che, giustamente pretende. La viviamo come un dato di fatto. Ma la vita non è un dato di fatto. È un dono e come tale la dobbiamo vivere. Vivere la vita come un dono significa non lasciarsi vivere, non farsela scivolare addosso ma onorarla, viverla intensamente con il cuore e l’anima. Significa fare attenzione a quello che facciamo, vedere davvero quello di cui godiamo, rendercene conto, esserne consapevoli. Significa mangiare un gelato e assaporarne davvero il gusto. Significa scegliere un vestito per uscire e non coprirsi, significa stare attenti a chi ci sta accanto. Significa essere pronti ad allungare una mano se qualcuno ha bisogno. Proviamo a tenere dietro le spalle la nostra sbadataggine, la nostra distrazione. Siamo sempre, troppo autocentrati. Non siamo noi il centro dell’attenzione, è la vita il centro dell’attenzione. Noi, senza la vita, siamo corpi inermi senza emozioni e sensazioni. È la vita che ci regala emozioni, sensazioni, dispiaceri, sussulti, gioie, paure, dolori. È la vita che ci regala vita. Noi, distratti dall’esultanza dei nostri corpi, non la vediamo e ci lasciamo vivere senza rendercene conto. Abbi Cura Di Te Luisanda Dell’Aria Roma 3 giugno 2022 |
AUTORENon smetterò mai di sognare e amare! ARCHIVIO
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