Ci sono momenti in cui non esistono le parole, esiste il silenzio e l’ascolto. Esiste solo lasciar andare i propri pensieri e trovare chi ascolta. È tanto difficile. Sai perché? Limitandoti ad ascoltare assorbi tutto, non hai modo di difenderti dalla pesantezza, dalla tristezza di quello che ti viene detto. Arriva tutto addosso. E crea un solco che poi resta tuo. Con il quale devi fare i conti. Ma hai aiutato l’altro a superare quel momento difficile. Sei stato lì, con la mano tesa. Ora devi leccarti le ferite. Ma la consapevolezza di aver aiutato, di esserci stata nel momento del bisogno rende le ferite leggere e sopportabili.
Tutto può modificarsi in attimo. L’equilibrio sparire. Ma di che equilibrio parliamo. L’orlo della vita è sottilissimo. Bisogna camminare dritti e non distrarsi mai dai sapori della vita. Tutto il resto è caso, coincidenza. È il percorso segnato o non segnato che abbiamo e non conosciamo e possiamo scoprire solo vivendo tutti i giorni. Ecco perché vale la pena continuare a respirare senza fermarsi, senza paura, mettendo da parte i pensieri più difficili, più spigolosi, più scomodi. A volte mi siedo sul mio equilibrio, mi guardo intorno, sorrido. Sorrido di quello che vedo, di quello che sento, di quello che ho e a un certo punto potrei non avere più. Ne resto ammirata, ammaliata. Cerco di godere di ogni attimo. Cerco di non dimenticare mai che la mia vita è il tesoro che ho già trovato, che non devo cercare.
Potrebbe a un certo punto presentarsi la fine e dire: eccomi sono arrivata: sei pronta? No, non sono pronta. Non si è mai pronti. E i sei anni trascorsi, che mi sono goduta momento per momento e ogni giorno che vivo me lo godo sempre più, non bastarmi, non accontentarmi. Dovevo avere molta meno vita e ne ho avuta tanta fino adesso e ne voglio ancora e ancora.
La vita non basta mai. Siamo abituati ad averla e non pensiamo mai che domani potrebbe finire, non le rivolgiamo quell’attenzione che chiede, che, giustamente pretende. La viviamo come un dato di fatto. Ma la vita non è un dato di fatto. È un dono e come tale la dobbiamo vivere. Vivere la vita come un dono significa non lasciarsi vivere, non farsela scivolare addosso ma onorarla, viverla intensamente con il cuore e l’anima. Significa fare attenzione a quello che facciamo, vedere davvero quello di cui godiamo, rendercene conto, esserne consapevoli. Significa mangiare un gelato e assaporarne davvero il gusto. Significa scegliere un vestito per uscire e non coprirsi, significa stare attenti a chi ci sta accanto. Significa essere pronti ad allungare una mano se qualcuno ha bisogno. Proviamo a tenere dietro le spalle la nostra sbadataggine, la nostra distrazione. Siamo sempre, troppo autocentrati. Non siamo noi il centro dell’attenzione, è la vita il centro dell’attenzione. Noi, senza la vita, siamo corpi inermi senza emozioni e sensazioni. È la vita che ci regala emozioni, sensazioni, dispiaceri, sussulti, gioie, paure, dolori. È la vita che ci regala vita. Noi, distratti dall’esultanza dei nostri corpi, non la vediamo e ci lasciamo vivere senza rendercene conto.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 3 giugno 2022
Tutto può modificarsi in attimo. L’equilibrio sparire. Ma di che equilibrio parliamo. L’orlo della vita è sottilissimo. Bisogna camminare dritti e non distrarsi mai dai sapori della vita. Tutto il resto è caso, coincidenza. È il percorso segnato o non segnato che abbiamo e non conosciamo e possiamo scoprire solo vivendo tutti i giorni. Ecco perché vale la pena continuare a respirare senza fermarsi, senza paura, mettendo da parte i pensieri più difficili, più spigolosi, più scomodi. A volte mi siedo sul mio equilibrio, mi guardo intorno, sorrido. Sorrido di quello che vedo, di quello che sento, di quello che ho e a un certo punto potrei non avere più. Ne resto ammirata, ammaliata. Cerco di godere di ogni attimo. Cerco di non dimenticare mai che la mia vita è il tesoro che ho già trovato, che non devo cercare.
Potrebbe a un certo punto presentarsi la fine e dire: eccomi sono arrivata: sei pronta? No, non sono pronta. Non si è mai pronti. E i sei anni trascorsi, che mi sono goduta momento per momento e ogni giorno che vivo me lo godo sempre più, non bastarmi, non accontentarmi. Dovevo avere molta meno vita e ne ho avuta tanta fino adesso e ne voglio ancora e ancora.
La vita non basta mai. Siamo abituati ad averla e non pensiamo mai che domani potrebbe finire, non le rivolgiamo quell’attenzione che chiede, che, giustamente pretende. La viviamo come un dato di fatto. Ma la vita non è un dato di fatto. È un dono e come tale la dobbiamo vivere. Vivere la vita come un dono significa non lasciarsi vivere, non farsela scivolare addosso ma onorarla, viverla intensamente con il cuore e l’anima. Significa fare attenzione a quello che facciamo, vedere davvero quello di cui godiamo, rendercene conto, esserne consapevoli. Significa mangiare un gelato e assaporarne davvero il gusto. Significa scegliere un vestito per uscire e non coprirsi, significa stare attenti a chi ci sta accanto. Significa essere pronti ad allungare una mano se qualcuno ha bisogno. Proviamo a tenere dietro le spalle la nostra sbadataggine, la nostra distrazione. Siamo sempre, troppo autocentrati. Non siamo noi il centro dell’attenzione, è la vita il centro dell’attenzione. Noi, senza la vita, siamo corpi inermi senza emozioni e sensazioni. È la vita che ci regala emozioni, sensazioni, dispiaceri, sussulti, gioie, paure, dolori. È la vita che ci regala vita. Noi, distratti dall’esultanza dei nostri corpi, non la vediamo e ci lasciamo vivere senza rendercene conto.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 3 giugno 2022