Sul filo del paradosso a volte si acquatta la paura nascondendo la nostra vita e tenendo in bella mostra solo il problema… C’è lui, dobbiamo vedere lui, dobbiamo parlare di lui, dobbiamo vivere con lui… Tutto gira intorno a lui e non vediamo più niente, non riusciamo più a dare i giusti colori ai nostri desideri perché li riteniamo superflui, non importanti, non necessari. E quelle cose banali che prima ci facevano stare tanto bene ora sono sfumate in uno ieri che non vede domani ma nemmeno l’oggi. Lui rosicchia ogni brandello di leggerezza che vorrebbe la nostra attenzione. Lui dilaga come una macchia d’olio occupando ogni interstizio del nostro cervello come solo l’olio sa fare: lento e inesorabile. E noi? Noi dove siamo? Cosa stiamo facendo? Noi siamo su quel filo, indecisi, impauriti dalla grandezza del problema, da come si presenta e restiamo immobili. E stiamo dicendo no a quel filo di rossetto che reputiamo inutile, inadeguato per il nostro sorriso nascosto dietro gli occhi. È questa la trappola. È questo il paradosso: restare immobili di fronte a un problema, qualunque esso sia, farsi cavalcare dal problema declassando tutto il resto a superfluo, inutile, non necessario. Possiamo e dobbiamo scendere, possiamo e dobbiamo cavalcare il problema, tenere le redini e condurre la battaglia; non consentire all’inciampo di farci perdere di vista. Quel filo di rossetto siamo noi, il nostro sorriso che non dobbiamo avere paura di far esplodere. Non possiamo dimenticare chi siamo. Non dobbiamo mai dimenticare chi siamo! Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 16 maggio 2022