LA FATICA
Provo a entrare in contatto con le mie emozioni. Rallentare il pensiero, non farmi attirare dalle piccole cose che trovo per distrarmi dalle sensazioni. Cosa provo? Cosa sento? È tutto il giorno che va avanti così. Quando capita penso sempre… mi sono svegliata podalica. Basterà un sorriso inaspettato a raddrizzare la giornata? Oggi ho appuntamento con la chemio. Sara questo? No, la faccio tutte le settimane. O, questa volta, si! Mi siedo e prendo la penna in mano per non scivolare. Il mio rifugio. Scavo e scovo un po' di malinconia. Malinconia sincera, sana, fatta di abbracci che non si possono più dare, di parole che non si possono raccontare. Accanto trovo un po' di tristezza, un ciuffetto piccolo e solitario messo lì da una parte, quasi non si vuol far vedere e sentire. L’ho vista. È la lacrima che non vuole uscire. È la lacrima insoddisfatta che non vuole soddisfare il cuore lasciandolo libero di battere anche quel colpo umido. Ostinata! Sale fino agli occhi e si ferma, non esce, non si libera. La malinconia consola la tristezza. Il sorriso è nascosto dietro fili di nebbia intrecciati, non scalpita per uscire. È lì, ogni tanto fa capolino a dire sono qui, non dimenticarmi, sono importante anche in questo giorno. Lo prendo come un invito e ci vado a spasso, anche se non è limpido è sempre il mio sorriso e mi fa una gran compagnia. Scava qua, scava là inciampo nel silenzio. Quanto è bello il silenzio, porta in sé il proprio intimo rumore. È quello che devo ascoltare: il rumore del mio silenzio. La penna rallenta, c’è un gran traffico di pensieri, uno scalpita, spinge, pesta i piedi, vuole proprio farsi sentire: la fatica. La fatica vuole il primo posto oggi. La fatica ha bisogno di tutti gli onori. È lei al centro del mio rifugio, sembra un pavone che fa la ruota.
Vuole essere riconosciuta, presa per mano, accarezzata. Ecco chi era che disturbava, la fatica. A braccetto con il silenzio passeggia la solitudine. Sono loro che vanno a parlare con la fatica. La solitudine è saggia e misteriosa, insegna a camminare sulle strade più impervie dove incontra sempre il silenzio. L’hanno vista, la fatica, anche la malinconia e il piccolo ciuffo di tristezza. Le danzano intorno insieme, la riconoscono, la incoraggiano e la rincuorano. E lei trova la serenità per acquietarsi, distendersi, esistere. Il sorriso prende un po' di lucentezza.
Voleva essere vista. L’ho vista. Ora devo consolarla. Cammino tranquilla tra di loro. La penna si è fatta più leggera. I fili di nebbia intrecciati si stanno sciogliendo. Quale alchimia ineguagliabile parlare con le proprie emozioni. Passeggiare con me stessa alla scoperta… dell’avventura. E lei e lì, la fatica, non vuole disturbarmi, vuole solo che la riconosco e la prendo per mano.
Abbi Cura Di te
Luisanda Dell'Aria
Roma 26 settembre 2023
Provo a entrare in contatto con le mie emozioni. Rallentare il pensiero, non farmi attirare dalle piccole cose che trovo per distrarmi dalle sensazioni. Cosa provo? Cosa sento? È tutto il giorno che va avanti così. Quando capita penso sempre… mi sono svegliata podalica. Basterà un sorriso inaspettato a raddrizzare la giornata? Oggi ho appuntamento con la chemio. Sara questo? No, la faccio tutte le settimane. O, questa volta, si! Mi siedo e prendo la penna in mano per non scivolare. Il mio rifugio. Scavo e scovo un po' di malinconia. Malinconia sincera, sana, fatta di abbracci che non si possono più dare, di parole che non si possono raccontare. Accanto trovo un po' di tristezza, un ciuffetto piccolo e solitario messo lì da una parte, quasi non si vuol far vedere e sentire. L’ho vista. È la lacrima che non vuole uscire. È la lacrima insoddisfatta che non vuole soddisfare il cuore lasciandolo libero di battere anche quel colpo umido. Ostinata! Sale fino agli occhi e si ferma, non esce, non si libera. La malinconia consola la tristezza. Il sorriso è nascosto dietro fili di nebbia intrecciati, non scalpita per uscire. È lì, ogni tanto fa capolino a dire sono qui, non dimenticarmi, sono importante anche in questo giorno. Lo prendo come un invito e ci vado a spasso, anche se non è limpido è sempre il mio sorriso e mi fa una gran compagnia. Scava qua, scava là inciampo nel silenzio. Quanto è bello il silenzio, porta in sé il proprio intimo rumore. È quello che devo ascoltare: il rumore del mio silenzio. La penna rallenta, c’è un gran traffico di pensieri, uno scalpita, spinge, pesta i piedi, vuole proprio farsi sentire: la fatica. La fatica vuole il primo posto oggi. La fatica ha bisogno di tutti gli onori. È lei al centro del mio rifugio, sembra un pavone che fa la ruota.
Vuole essere riconosciuta, presa per mano, accarezzata. Ecco chi era che disturbava, la fatica. A braccetto con il silenzio passeggia la solitudine. Sono loro che vanno a parlare con la fatica. La solitudine è saggia e misteriosa, insegna a camminare sulle strade più impervie dove incontra sempre il silenzio. L’hanno vista, la fatica, anche la malinconia e il piccolo ciuffo di tristezza. Le danzano intorno insieme, la riconoscono, la incoraggiano e la rincuorano. E lei trova la serenità per acquietarsi, distendersi, esistere. Il sorriso prende un po' di lucentezza.
Voleva essere vista. L’ho vista. Ora devo consolarla. Cammino tranquilla tra di loro. La penna si è fatta più leggera. I fili di nebbia intrecciati si stanno sciogliendo. Quale alchimia ineguagliabile parlare con le proprie emozioni. Passeggiare con me stessa alla scoperta… dell’avventura. E lei e lì, la fatica, non vuole disturbarmi, vuole solo che la riconosco e la prendo per mano.
Abbi Cura Di te
Luisanda Dell'Aria
Roma 26 settembre 2023