Mi chiedo spesso se sono cambiata e come in questi sei anni di cancro. Eh sì, proprio di cancro, non conosco follow up, sono sempre in chemio per tenerlo a bada, per convincerlo a dormire e non farmi smettere di parlare. E per ora riusciamo e relegarlo a un problema che possiamo affrontare, la mia ineguagliabile Dottoressa Lorusso, i miei medici meravigliosi ed io. Ma la domanda mi raggiunge sempre. Come mi ha cambiato? Vado a cercare nel mio passato, chiedo a mia figlia, agli amici, chiedo alla mia penna. La trama è unica, fusa in un dire emozionale che mi consola: sei tu! Ma la penna è andata oltre, involontariamente, con una sincerità insperata. Ho riletto i miei romanzi, racconti, scritti privati, prima del 2016, scoprendo la me stessa di oggi, i miei pensieri, i miei ragionamenti, le mie emozioni. Quando ho ricominciato a scrivere, venti anni fa, e dopo un black out di vent’anni, è stato per bisogno. Se non lo avessi fatto la mia penna sarebbe esplosa nella solitudine dell’incomprensione. Un bisogno interiore forte di portare fuori, di far emergere l’emozione, la voglia di veleggiare sentimenti rendendoli palpabili, toccabili.
Durante quarant’anni di Pubblica Amministrazione la penna è sempre stata la mia compagna più vera. Ho scritto tanto per dipanare matasse, per parlare con i cittadini, per spiegare, per far comprendere cosa c’è e soprattutto chi c’è dietro un grosso apparato troppo spesso vilipeso: persone. Lo Stato siamo noi, noi cittadini e non sempre siamo disposti a capirlo. Non siamo disposti a viverla la cittadinanza attiva, partecipativa. I problemi sono tanti ma tutti insieme possiamo rendere pulsante il nostro Stato. Il discorso sarebbe lungo lo so, ma credere nello Stato e dedicargli quarant’anni di attività è stata la mia bella esperienza che mi fa anche essere quella che sono. Quando vent’anni fa ho dato spazio alla mia penna di scrivere quel che davvero desideravo mi sono sentita finalmente libera. Potevo navigare come volevo nella mia vita, nei miei pensieri, nella mia fantasia. Non ho più smesso. Libera dai dubbi. Libera dalle incertezze. Libera dalle paure. Quali? Di sprecare tempo in un sogno senza fondamenta. Il tempo dedicato a sé stessi (e la scrittura lo è) non è mai sprecato e i sogni non sono mai senza fondamenta. Di non essere capace a scrivere storie che portassero con sé emozioni, nelle quali ci si potesse identificare. Di superare l’incertezza che traspariva da chi sapeva la strada che avevo intrapreso; non tutti fortunatamente, ma qualcuno mi ha messo a dura prova. Credere, credere profondamente in me stessa, nel mio desiderio, nel mio sogno mi teneva stretta per mano e non mi ha mai lasciato. E così quando è stata pronta la bozza di Emozioni Parallele ero pronta a metterci la faccia (è il passo più difficile) e farlo leggere alle persone più vicine a me e delle quali avevo profonda stima. Non nascondo che l’attesa dei loro commenti mi ha provocato una grande agitazione. Uscivo dalla mia zona sicura e andavo all’aperto. Può succedere tutto lì fuori all’aperto. Mia figlia, mia mamma sono state il mio pascolo più rigoglioso. Mettersi in gioco non è facile ma è bellissimo, è elettrizzante. E così dopo i primi commenti positivi lancio il mio romanzo sullo Store Amazon. In un secondo momento una Casa Editrice decide di pubblicarlo. E proprio nel 2016, mentre tutte le finestre e le porte di casa mia sbattevano forte per lo sconquasso portato dall’arrivo del cancro all’ovaio nella mia vita, dedicavo dieci mesi in giro per le presentazioni di Emozioni Parallele, da qualche giorno di nuovo sullo Store Amazon.
Ma la penna reclamava a gran voce la mia attenzione. Il più potente degli strumenti che può capitare tra le mani mi voleva e subito. Dovevo parlare alle donne, raccontare, scrivere portare, informazioni sul Cancro all’Ovaio del quale si parla poco e sui suoi sintomi dei quali non si parla mai. Avevo scoperto questa realtà a mie personali spese e non potevo restare zitta. Non potevo non far sapere. Non volevo che altre donne precipitassero su un crinale tanto difficile all’ultimo minuto, inconsapevoli.
Gli stessi dubbi, incertezze paure, che mi avevano abitato con Emozioni Parallele, riapparivano come sempre erano apparsi con i racconti, i frammenti e ogni mio scritto. Non mi sono mai lasciata fermare. Il mio desiderio di scrivere, dire, raccontare, prendere la penna in mano e lasciarla andare ha sempre vinto. Io scrivo.
Nasce così Abbi Cura Di te. Una lunga lettera a Donna, in nome di tutte le donne, per informarle, renderle consapevoli, dire loro a cosa stare attente. Parlare di cancro non è facile, non vogliamo ascoltare, abbiamo paura. Eppure è successa una cosa inaspettata: Abbi Cura Di Te ha preso il volo. In tantissime donne mi avete scritto e ancora mi scrivete in tante, con molte di voi sono in contatto, giro per l’Italia invitata a parlare di cancro all’ovaio, più di diecimila copie sono state scaricate. Il cancro ha perso, noi abbiamo vinto. Comunque vada, noi abbiamo vinto. L’informazione è la prima forma di prevenzione che può salvare la vita.
E ho iniziato a essere tanto presente sui social con i miei post articoli, sì un po' lunghi e un po' fuori dalle regole e indicazioni sulla necessità della brevità. Le oltrepasso le regole e le indicazioni. La penna vola, io scrivo. Sono libera. La penna mi regala tanto. Voi che mi leggete mi regalate tanto. E sapere che può portare, a volte, una carezza, conforto o lo spazio per ritrovarsi permea la mia anima ribelle.
E in questo sì, davvero non sono cambiata, continuo a inseguire i miei desideri, i miei sogni; come va va… io li inseguo!
Abbi Cura Di te
Luisanda Dell’Aria
Roma 9 gennaio 2023
#Abbicuradite #losapevidonna #scrivere #scriveresempre #scriverechepassione #leggere #leggeresempre #amarsi #ritrovarsi #scrittura #scrittura consapevole #consapevolezza #benessere #salute #actoonlus #actopiemonte #ilranchdelledonne #zittocancro #viviamo
Abbi Cura Di Te gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com e Store Amazon
Emozioni Parallele Store Amazon
Durante quarant’anni di Pubblica Amministrazione la penna è sempre stata la mia compagna più vera. Ho scritto tanto per dipanare matasse, per parlare con i cittadini, per spiegare, per far comprendere cosa c’è e soprattutto chi c’è dietro un grosso apparato troppo spesso vilipeso: persone. Lo Stato siamo noi, noi cittadini e non sempre siamo disposti a capirlo. Non siamo disposti a viverla la cittadinanza attiva, partecipativa. I problemi sono tanti ma tutti insieme possiamo rendere pulsante il nostro Stato. Il discorso sarebbe lungo lo so, ma credere nello Stato e dedicargli quarant’anni di attività è stata la mia bella esperienza che mi fa anche essere quella che sono. Quando vent’anni fa ho dato spazio alla mia penna di scrivere quel che davvero desideravo mi sono sentita finalmente libera. Potevo navigare come volevo nella mia vita, nei miei pensieri, nella mia fantasia. Non ho più smesso. Libera dai dubbi. Libera dalle incertezze. Libera dalle paure. Quali? Di sprecare tempo in un sogno senza fondamenta. Il tempo dedicato a sé stessi (e la scrittura lo è) non è mai sprecato e i sogni non sono mai senza fondamenta. Di non essere capace a scrivere storie che portassero con sé emozioni, nelle quali ci si potesse identificare. Di superare l’incertezza che traspariva da chi sapeva la strada che avevo intrapreso; non tutti fortunatamente, ma qualcuno mi ha messo a dura prova. Credere, credere profondamente in me stessa, nel mio desiderio, nel mio sogno mi teneva stretta per mano e non mi ha mai lasciato. E così quando è stata pronta la bozza di Emozioni Parallele ero pronta a metterci la faccia (è il passo più difficile) e farlo leggere alle persone più vicine a me e delle quali avevo profonda stima. Non nascondo che l’attesa dei loro commenti mi ha provocato una grande agitazione. Uscivo dalla mia zona sicura e andavo all’aperto. Può succedere tutto lì fuori all’aperto. Mia figlia, mia mamma sono state il mio pascolo più rigoglioso. Mettersi in gioco non è facile ma è bellissimo, è elettrizzante. E così dopo i primi commenti positivi lancio il mio romanzo sullo Store Amazon. In un secondo momento una Casa Editrice decide di pubblicarlo. E proprio nel 2016, mentre tutte le finestre e le porte di casa mia sbattevano forte per lo sconquasso portato dall’arrivo del cancro all’ovaio nella mia vita, dedicavo dieci mesi in giro per le presentazioni di Emozioni Parallele, da qualche giorno di nuovo sullo Store Amazon.
Ma la penna reclamava a gran voce la mia attenzione. Il più potente degli strumenti che può capitare tra le mani mi voleva e subito. Dovevo parlare alle donne, raccontare, scrivere portare, informazioni sul Cancro all’Ovaio del quale si parla poco e sui suoi sintomi dei quali non si parla mai. Avevo scoperto questa realtà a mie personali spese e non potevo restare zitta. Non potevo non far sapere. Non volevo che altre donne precipitassero su un crinale tanto difficile all’ultimo minuto, inconsapevoli.
Gli stessi dubbi, incertezze paure, che mi avevano abitato con Emozioni Parallele, riapparivano come sempre erano apparsi con i racconti, i frammenti e ogni mio scritto. Non mi sono mai lasciata fermare. Il mio desiderio di scrivere, dire, raccontare, prendere la penna in mano e lasciarla andare ha sempre vinto. Io scrivo.
Nasce così Abbi Cura Di te. Una lunga lettera a Donna, in nome di tutte le donne, per informarle, renderle consapevoli, dire loro a cosa stare attente. Parlare di cancro non è facile, non vogliamo ascoltare, abbiamo paura. Eppure è successa una cosa inaspettata: Abbi Cura Di Te ha preso il volo. In tantissime donne mi avete scritto e ancora mi scrivete in tante, con molte di voi sono in contatto, giro per l’Italia invitata a parlare di cancro all’ovaio, più di diecimila copie sono state scaricate. Il cancro ha perso, noi abbiamo vinto. Comunque vada, noi abbiamo vinto. L’informazione è la prima forma di prevenzione che può salvare la vita.
E ho iniziato a essere tanto presente sui social con i miei post articoli, sì un po' lunghi e un po' fuori dalle regole e indicazioni sulla necessità della brevità. Le oltrepasso le regole e le indicazioni. La penna vola, io scrivo. Sono libera. La penna mi regala tanto. Voi che mi leggete mi regalate tanto. E sapere che può portare, a volte, una carezza, conforto o lo spazio per ritrovarsi permea la mia anima ribelle.
E in questo sì, davvero non sono cambiata, continuo a inseguire i miei desideri, i miei sogni; come va va… io li inseguo!
Abbi Cura Di te
Luisanda Dell’Aria
Roma 9 gennaio 2023
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