Il tempo trascorso, i racconti, i fatti accaduti sono tutti anticipati dalla parola domani. È bellissimo e mi ha fatto tanto riflettere. I bimbi piccoli, due, tre anni, non hanno, nel loro esprimersi il tempo delle cose accadute, il passato. Ieri per loro non è concretezza, qualche volta dicono oggi, sempre domani.
È solo una abilità linguistica, verbale spazio temporale che acquisiranno più grandicelli ma intanto vivono e respirano il tempo? Oh sì, e come lo godono!
L’espressione allora diventa “Nonna, domani ho fatto…!”, come se dovesse ancora accadere. Come se si rotolasse nel gusto di emozioni già vissute. Vale anche per il brutto sogno “Nonna, domani ho sognato…!”, quasi a voler mettere nel futuro l’idea di non rivivere quella paura.
Nella fantasia che sprigiona dai miei ragionamenti vorrei tornare a quel tempo per un istante “Domani ho il cancro! non ieri, non oggi. Domani, domani deve ancora venire!
Il futuro è così un tempo infinito, pieno di ieri e di oggi che diventa mille volte domani. Lo spazio tempo non è ancora meta raggiunta, navigano liberi nella vita che si spalanca davanti a loro. Guai a disturbarli. Liberi da sovrastrutture che li ingessano nei sì e nei no, corrono la vita. Ma non come noi, freneticamente e con i para occhi. Loro la corrono riempendosi gli occhi di ogni piccolo suo frammento. È questo che vediamo nella bellezza che traspare libera dalle loro espressioni e ci fa ridere e gioire. Spesso non sappiamo dare un nome a questa gioia e a volte sfugge. Imparo tanto dai miei nipotini, ogni giorno, e così da mia figlia quando era piccola, e anche adesso che è mamma. Vedo la sua tenerezza, il suo amore, il suo essere mamma.
Hanno tanto da insegnare i bambini, i figli, basta fermarsi ad ascoltarli. Si affacciano alla vita e la raccontano come la vivono nel momento. I colori che vedono. Le emozioni che provano. Noi non li abbiamo dimenticati i colori, le emozioni, li teniamo chiusi nel cassetto, ne abbiamo timore. Significherebbe raggiungere e sentire le emozioni. Significherebbe vibrare. Il rischio è davvero grosso: sentire le emozioni! Non sappiamo più assaporare la gentilezza della vita anche nei momenti bui. Vediamo solo il nero.
Cerco di immedesimarmi, di guardare con i loro occhi.
Cosa vedono? Cosa vedo io?
Provo a scendere dall’adultità, non riesco sempre, ma se succede giocare a macchinine, ai super eroi, fare i vestitini per le bambole, i braccialetti, le collanine mi prende la mano e la bambina che è in me mi guarda e mi sorride e io a lei. Quel momento vorrei non finisse mai. Quel momento è sospensione dall’oggi e immersione nella vita colorata. Domani ho il cancro, non oggi. Domani ci penso!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria