Guerra, battaglia. Combattere, resistere. Parole che sento, dico spesso, nelle quali mi ritrovo. Ma non tutte le accettano per definire la propria difficile strada. A ben pensare, più che una battaglia contro il cancro è una battaglia contro quei sentimenti che ci pervadono quando siamo in momenti di grave difficoltà. Il cancro è una grave difficoltà. È un bastardello che prende forma da dentro la nostra vita e la cambia, la scardina; se la vuole mangiare, senza avviso, senza sconto. Provare sentimenti di paura, di rabbia, di sconforto, di risentimento, di frustrazione, perché non sai con chi prendertela, non sai come sfogarti, liberarti. È normale. E non biasimabile. Un tumulto improvviso che lascia annichiliti. È questa la battaglia che nella realtà affrontiamo. La strada sulla quale dobbiamo salire. I sentimenti con i quali dobbiamo imparare a parlare e a ricondurre per trovare quiete. Quando sento dire “non voglio essere chiamata guerriera”, e mai come adesso queste parole sono terribile realtà a due passi da noi, rifletto e dico: è vero, non è una guerra! Ma se non è una guerra, se lui non è il nemico allora chi è? È nato da noi. A un certo punto della nostra esistenza il nostro fisico ha iniziato a produrre cellule malate e quelle sane non sono più riuscite a proteggerci. Il sistema immunitario non le ha riconosciute come nemico da debellare. E hanno iniziato a occupare spazi, anfratti… a sistemarsi. Molto si è parlato di sistema immunitario distratto, affievolito da gravi accadimenti personali, da una perdita di equilibrio che lo ha indebolito. Non me la sono sentita di escluderla come possibilità e ho riflettuto molto sul momento della comparsa del mio cancro. Da lì sono ripartita. E allora sì, è stata una battaglia. Sono ripartita dalla mia debolezza. Era fortissima e ho dovuto trovare la giusta risolutezza per trasformarla. Prima mi ci sono dovuta riconoscere, confrontare. Un giorno per volta, con la fatica di chi si interroga, con la spregiudicatezza di chi non vuole fermarsi e vuole trovare la strada per camminare, per risalire l’argine. E l’ho trovata la mia anima avvilita, l’ho consolata, l’ho abbracciata. Siamo diventate determinate e ferme nel voler cavalcare il nostro nuovo mondo. Ma ognuno ha la sua battaglia, la sua strada personale. il suo modo di affrontare e vedersi in questa avventura. È vero, pure, che il cancro ha anche dei lati meno oscuri o perlomeno dei lati che invitano le nostre riflessioni. Un insegnante di vita non richiesto, non cercato, capitato sulla nostra testa all’improvviso. Un insegnante duro e intransigente che pretende la tua attenzione, reazione, verso la vita ora sfuggente. Senza cadere, tuttavia, nella trappola cancro ovvero fare del cancro la nostra vita. La nostra vita è nostra, come lo era prima, anzi di più. Non immergiamoci nello spavento “ma tanto ho il cancro”, “siccome ho il cancro”. Impariamo a dire “ho solo il cancro”, la vita è nostra.
Luisanda Dell’Aria
Roma 30 marzo 2022
Luisanda Dell’Aria
Roma 30 marzo 2022
LE PAROLE NEI MOMENTI DIFFICILI
Le parole hanno quel peso che solo quando arrivano a terra scopri. A volte fanno così tanto rumore da creare distanze difficili da rimarginare. Allora si corre ai ripari e si spiega cosa si voleva dire anche se si è capito benissimo il cuore del pensiero e la puntualizzazione successiva non sposta di una virgola la reazione del destinatario. Nei momenti difficili, più che mai, dovrebbero essere misurate, soppesate, analizzate prima di lasciarle libere di andare. Bisognerebbe soprattutto aver verificato se il dire che vogliono esprimere rispecchia e consolida l’obiettivo che si vuole conquistare. La sensazione che mi ha raggiunto in questi giorni è che una coltre di nebbia stia scendendo sul tavolo dei negoziati. Non vedo più con nitidezza la volontà di trovare la trama di un accordo verso una pace. Le dichiarazioni e affermazioni, di questi giorni, del Presidente Americano e della Nato sono forti e aspre. Sono preoccupata, molto. Scivolare dalle sanzioni alle armi sarebbe una non scelta imperdonabile. Non scelta perché la via della forza non è mai una scelta. Il dialogo è una scelta. Gli accordi sono una scelta. Tenere ben ancorato al tavolo dei negoziati il conflitto è una scelta. Tutte le forse diplomatiche e internazionali dovrebbero lavorare solo verso questo obiettivo. Gli Ucraini devono difendersi e li dobbiamo aiutare nel loro diritto di mantenere il loro stato sovrano e libero: è un obbligo morale, civile, democratico. È un obbligo che esprime la loro e la nostra libertà. Certamente conosciamo solo una parte della realtà ma quel che sta succedendo è tuttavia un’evidenza. È quest’evidenza che ha bisogno di un tavolo della pace. Papa Francesco continua, infaticabile, con i suoi messaggi inequivocabili. Inascoltati da Putin. Ma non solo. È una prova di forza, lo stiamo capendo tutti, che può trascinare il mondo al di là di quel confine che nessuno vuole oltrepassare. L’imperativo deve essere il tavolo dei negoziati. L’imperativo deve essere tessere trame verso la pace.
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 28 marzo 2022
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 28 marzo 2022
E POI SA CHE C’È…
E poi sai che c’è, frequentare l’ambiente oncologico ti fa incontrare un sacco di persone che sono nella tua stessa situazione, con le quali magari stringi un rapporto, inizi delicatamente a coltivare un’amicizia. Se sei discreta e non invadente, lo sei ancora di più nella tua nuova realtà. Lo fai per te e per la persona con la quale ti stai raccontando e ne ascolti il racconto. In un certo senso cerchi di proteggere lei e te stessa dalla nuova eventuale relazione. Da quel legame che si crea spontaneo quando si vive la stessa difficile avventura. Ci si riconosce e istintivamente ci si avvicina, ci si conforta. Si conduce la battaglia insieme con lo stesso obiettivo: restare vive. E questo sprigiona forza e coraggio. Anche le più fragili si avvicinano magari restano in silenzio, non hanno la forza di parlare, ma il loro silenzio chiede, la mano è tesa e tu la prendi. Il tempo scorre ma sembra fermo, impantanato nel problema, che non vuole abbandonarti, magari allenta la morsa ma non molla e tu sei lì nel tempo fermo che però scorre. Il rischio è distrarsi dal tempo che scorre e restare ancorati al pantano, nel tempo fermo. Non è facile uscire dal pantano ma dobbiamo farlo, è obbligatorio scrollarsi di dosso il nero. Rimetterlo al suo posto, non farlo avanzare, vedere la vita davanti a noi, riconoscere i colori e portarli in giro. Poi qualcuno è costretto a lasciare la strada, il nero ha avuto il sopravvento. Allora ci acquietiamo nel dolore, nello sconforto, nei mille pensieri che inondano la nostra mente ma senza mai scendere dalla nostra strada, per loro, per noi. E le amicizie si stringono, i cuori affrontano la paura, i corpi combattono, le mani si tengono strette. La battaglia continua per loro, per noi!
Luisanda Dell’Aria
Roma 24 marzo 2022
Luisanda Dell’Aria
Roma 24 marzo 2022
PENSIERI… astratti
Come mi sentirei se dovessi lasciare il mio paese, la mia casa, parte della mia famiglia o tutta. Mi sono posta tante volte questa domanda senza trovare una risposta vera, una risposta autentica. Difficile immedesimarsi. Mia mamma aveva in casa una signora ucraina che aveva dovuto lasciare la sua casa e tutti i suoi affetti più cari per cercare lavoro, per guadagnare quei soldi che avrebbero garantito alle sue figlie e alla sua famiglia un quotidiano e un futuro più sicuro, più comodo, con meno povertà e qualche opportunità. Oggi mi pongo la stessa domanda per tutte quelle persone che stanno scappando dalla guerra. Come mi sentirei io? Cerco di immaginare, provo a immedesimarmi, mi guardo intorno, nella mia casa comoda, con tutti gli oggetti che riscaldano il trascorrere della vita. Il calore, il senso di accoglienza e di amore che mi offre e provo a rispondere. Provo a capire l’irrazionalità della guerra. Lo spavento dei bombardamenti. La preoccupazione di mettere in salvo la mia famiglia e me. I soldi che non sarebbero più una tranquillità, un benessere ma strumento di salvezza. E chi non li ha? Chi non li ha! La speranza di poter contare sull’aiuto delle persone. Le nazioni sono fatte di persone e le persone sono meravigliose, non tutte come possiamo vedere in questi giorni ma la stragrande maggioranza si. E le brave persone aiutano e si aiutano. E sì, questo pensiero mi aiuterebbe ma sarei distrutta dal dolore di dover abbandonare il mio paese, quello che ho costruito e per il quale mi sono battuta per tanti anni. I miei sogni, i sacrifici, le mie speranza nel futuro… tutto perso. Per cosa, per chi… La volontà di conquistare un territorio autonomo, sovrano, libero, per aumentare il proprio potere, la propria egemonia non lo credevo possibile, oggi. Non lo pensavo un obiettivo perseguibile davvero. Ho sempre creduto che potessero essere pensieri astratti non più specchio della realtà. Ma sono i miei i pensieri astratti…!
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 17 marzo 2022
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 17 marzo 2022
DICEVA ESCHILO: IN GUERRA, LA PRIMA VITTIMA È LA VERITA'
Ascolto, studio con attenzione, mi adopero alla ricerca di informazioni sull’andamento di questa guerra che non vuole nessuno, per non restare prigioniera delle faziosità dell’una e dell’altra parte nelle quali è faticoso non incappare. Riuscire a distinguere il vero dal falso è sempre difficile e si sa in guerra, diceva Eschilo, la prima vittima è la verità. E continuo i miei ragionamenti per cercare di capire, di comprendere quale paura dell’occidente, cosa ha veramente determinato un’aggressione così violenta. La Russia di Putin rivolge all’occidente la responsabilità del conflitto per non aver rispettato le promesse e allargato troppo i propri orizzonti a Est tanto da indurre oggi la reazione. La prima considerazione che mi viene spontanea è sul silenzio della Russia durante questo “allargamento”. E comunque paesi ormai liberi avevano tutto il diritto e forse il dovere (considerato il loro passato) di voler aderire a organizzazioni che potessero aiutarli nella ricostruzione della democrazia, dell’economia e anche garantire il mantenimento della loro integrità territoriale. La seconda considerazione si sofferma sul comportamento dell’occidente in tutti questi anni riguardo in particolare la propria politica interna ed estera, lo sviluppo industriale, l’organizzazione energetica dei paesi. Un lento cammino di crescita, di dialoghi, di accordi internazionali con la Russia da parte dell’Occidente ha consentito, seppur non priva di difficoltà, di determinare una collaborazione sempre più forte tra i due mondi. Non è un caso, credo, che tutta l’Europa e in particolare la Germania e l’Italia, ma anche gli Stati Uniti usino come fonte di approvvigionamento energetico la Russia. Banalmente, nei miei ragionamenti, c’è questa faccia della medaglia di cui non si può non tener conto: la volontà di continuare a costruire insieme basandosi su una certa sicurezza di pace duratura (come negli ultimi settant’anni) e il necessario comportamento conseguente che sicuramente ha anche fatto comodo a tutti. La terza considerazione riguarda la politica pacifista sul disarmo nucleare che ha riguardato tutto l’occidente. Oggi, tuttavia, ci vede in un rapporto di uno a dieci rispetto alla Russia e sotto la sua costante minaccia. E ancora, la situazione geopolitica era così “tranquilla” che ha consentito, negli anni, ai vari paesi di ridurre le somme nel proprio Pil destinate agli armamenti. In Italia si è abolito il servizio militare e così in tanti altri paesi, oppure si è sostituito con il servizio civile o servizio di volontariato (Germania). Oggi siamo minacciati perché cerchiamo di fermare la guerra con le sanzioni economiche (che paghiamo anche noi), siamo minacciati di “una reazione mai vista prima” se continuiamo a intervenire con gli aiuti all’Ucraina. In Europa la vulgata è che ci si è un po' troppo coricati, rammolliti nel tempo duraturo di pace e benessere economico, rimettendo l’attenzione verso altri argomenti distanti dall’ipotesi di una guerra. Sono anni che si ventila la costituzione di un esercito Europeo ma l’andamento dei rapporti internazionali ha sempre consentito di rimandare la sua creazione. Non era vissuta come un’urgenza, un bisogno, una necessità. A volte l’affrontare determinate tematiche soprattutto economiche e mi riferisco a dopo il Trattato di Maastricht e in particolare all’entrata della moneta unica, hanno creato tensioni e confronti che sembravano mettere in ombra l’unità dell’Unione Europea. Ma non è così e l’abbiamo visto con la pandemia. Forse tutto questo disarmo, questo essere verso un’unione, questo avere una più matura visione del mondo, dopo la seconda guerra mondiale, suggerisce la vulgata rammolliti e ha consentito una azione così esagerata da parte di Putin nella speranza che fossimo davvero rammolliti. Se l’Europa e la Nato stessero ferme, non aiutassero un paese libero, aggredito, invaso, che si sente Europa, che vuole diventare Europa, forse non rispetterebbe i propri valori liberali e veramente perderebbe di forza e di sostanza. Mi sembra, peraltro, legittima l’idea che ogni stato democratico abbia il diritto di decidere la propria politica estera e il proprio futuro senza ingerenze di potenze che ne condizionino le scelte. L’obiettivo comune, Europa e Nato, di mantenimento della pace è forte e ben radicato; le parole, gli accordi devono e troveranno una convergenza per fermare un’invasione tanto ingiustificata.
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 12 marzo 2022
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 12 marzo 2022
VORREI ESSERE COLTA…
Vorrei essere colta, molto più colta di quel poco che credo di essere per argomentare con parole meno semplici, di quelle che uso e che usiamo in tanti, noi persone comuni che non siamo politologi, internazionalisti, geopolitici, il mio pensiero rispetto alla guerra in Ucraina, a chi l’ha dichiarata e invaso il paese. Ho solo i miei strumenti di conoscenza acquisiti negli anni, il vissuto normale della persona che segue tuttavia con attenzione lo svolgersi della vita politica nel proprio paese e a livello internazionale. Mi permetto, quindi, dei ragionamenti elementari. La stragrande maggioranza del mondo, 141 paesi dell’ONU con tra gli astenuti la Cina; la NATO; l’Europa sono tutti insieme, come mai si era visto, contro l’azione di guerra della Russia. Si moltiplicano le mozioni, le dichiarazioni, gli ordini del giorno nei consessi politici dei vari Stati Europei e Nato e nelle assemblee generali di questi. Le azioni diplomatiche, a tutti i livelli, sono in continuo fermento alla ricerca di uno spiraglio di dialogo con lo Zar. Forse la nostra, e per nostra intendo Europa e NATO, più grande responsabilità la dobbiamo cercare nel non aver creduto veramente che oggi qualcuno potesse dichiarare guerra a un altro stato per acquisirne il territorio rivendicandone la proprietà storica e la ricchezza in termini di materie prime e posizione geografica. Sicuramente però, sempre nel mio elementare ragionamento, la preoccupazione che a un certo punto della storia, dopo la caduta del muro di Berlino – 1989 e fino a oggi, qualcuno avrebbe potuto desiderare far risorgere la Russia imperialista esisteva. L’Europa è diventata più grande, la Nato è diventata più grande. Le libertà che hanno sperimentato le popolazioni dei paesi dell’ex patto di Varsavia negli anni successivi alla caduta del muro, le nuove povertà che hanno dovuto affrontare per ricostruire anche psicologicamente la loro vita repressa e rinchiusa nella dittatura per decenni rappresentano la crescita, i desideri, la voglia di futuro, l’ambizione di una democrazia europeista che avevano imparato a conoscere rubando immagini, racconti, ascoltando i media di altri paesi, emigrando in cerca di lavoro. Sono nel tempo diventati paesi più vivi, più liberi, hanno raggiunto, con fatica, determinazione e soddisfazione quei parametri che gli hanno consentito di entrare a far parte dell’Europa prima e in molti casi della Nato poi. Questo essere all’interno di organismi che hanno come loro missione la difesa, la sicurezza e l’economia dei paesi che ne fanno parte li metteva al sicuro da un paese enorme, forte, che veste la dittatura, che la parola libertà non la conosce e non la vuole conoscere, il cui establishment è un capo indiscusso circondato da pochi oligarchi nelle mani dei quali arrivano le ricchezze. Un capo indiscusso, al comando da più di vent’anni, che afferma senza riserve il suo potere sulla nazione e sulle persone. È storia di questi giorni: chiusi i social, la BBC costretta a lasciare il paese perché l’informazione non può e non deve essere onesta: sono vietate le parole guerra, invasione, bombardamenti, civili uccisi… con conseguenze gravissime per chi non si adegua: fino a quindici anni di reclusione; repressioni e arresti per i quei russi coraggiosi che scendono nelle piazze a manifestare contro la guerra, contro Putin. La libertà di stampa è stata abolita. E si parla di chiudere internet. Noi siamo dipendenti dalla Russia per il 40% del gas che produce energia e arriva nelle nostre case, nelle nostre fabbriche, rappresentando il nostro benessere. Siamo, insieme alla Germania, il paese più debole da questo punto di vista. Indubbiamente avremmo dovuto fare ragionamenti diversi, avremmo dovuto intuire. E così come all’inizio della pandemia ci siamo trovati sprovvisti di quelle materie prime necessarie e indispensabili ad attuare immediatamente un piano sanitario efficace a iniziare la messa in sicurezza della popolazione perché non siamo stati capaci di valutare i contro effetti di una esagerata e incontrollata globalizzazione pagandone un prezzo alto, ora ci troviamo a dipendere dalla Russia per la nostra energia perché non abbiamo saputo valutare oggettivamente cosa significava diminuire di anno in anno la propria autonomia. È stata bombardata una centrale nucleare, la più grossa. Fa pensare tutto questo. Fa pensare a un uomo fuori controllo. A un uomo che perde di vista la realtà, la sua. Vive una realtà parallela. Rischia di struggere anche la sua nazione, sé stesso: si è dato un compito e lo deve portare a termine. L’Ucraina è un paese che vuole la sua libertà, la sua sovranità, la sua indipendenza. Lo ha dimostrato e voluto in tutti i modi. Ma anche Putin vuole quel paese, e lo vuole sottomesso. La Russia non è un paese libero, le persone non sono libere di pensare e di vivere se non nel segreto delle loro mura domestiche. L’espansionismo dell’Europa e della Nato a Est non è e non è mai stata una minaccia, è sempre stata ed è una pretesa di difesa. Sono punti vista, lo so!
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 7 marzo 2022
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 7 marzo 2022
OGGI TI VOGLIO RICORDARE COSÌ
Un momento spensierato di tanti anni fa, uno dei nostri viaggi. Non è riemerso chissà da dove, sono proprio andata a caccia di ricordi perché volevo ridere insieme a te.
Un giorno una mia cara amica mi ha fatto una domanda: chi era il tuo eroe prima di Valerio Gallotta? Chi ti aveva avvisata della strada in salita e che bisognava arrivarci allenati? Sei stata tu mamma, tu mi hai insegnato ad affrontare le salite e godere nelle discese. Eri tu il mio eroe e lo sei ancora. E soprattutto nei momenti più bui sei accanto a me, ti sento così presente che non so dire. Mi accadono cose particolari che mi dicono: mamma è qui. Un gesto, un’espressione, l’intonazione di una parola e le mie mani, la mia voce, il mio viso lo ripetono allo stesso modo. Passo davanti allo specchio e mi sorprendo… non sono io sei tu che mi stai guardando. Mi appoggio al tavolo con la mano sotto il mento come facevi tu. Allora indosso i tuoi gioielli, una tua sciarpa con ancora il tuo profumo e no i volant e le roches… no, non sono forza mia, lo sai e ne ridi. E anche i fiori che mettevi da tutte le parti cercando di convincere anche me. Li tengo conservati, ogni tanto li guardo e sorrido con amore. Sei tu. Sei proprio tu! Sono passati sette anni ma il tempo, a volte, sembra fermo. Tutte le tue cose mi circondano e mi avvolgono nel tepore amoroso che rimandano e ne godo. E sto bene, mamma, ma tu mi manchi!
Ti amo tanto mamma
Luisanda
Roma 2 marzo 2022
Un giorno una mia cara amica mi ha fatto una domanda: chi era il tuo eroe prima di Valerio Gallotta? Chi ti aveva avvisata della strada in salita e che bisognava arrivarci allenati? Sei stata tu mamma, tu mi hai insegnato ad affrontare le salite e godere nelle discese. Eri tu il mio eroe e lo sei ancora. E soprattutto nei momenti più bui sei accanto a me, ti sento così presente che non so dire. Mi accadono cose particolari che mi dicono: mamma è qui. Un gesto, un’espressione, l’intonazione di una parola e le mie mani, la mia voce, il mio viso lo ripetono allo stesso modo. Passo davanti allo specchio e mi sorprendo… non sono io sei tu che mi stai guardando. Mi appoggio al tavolo con la mano sotto il mento come facevi tu. Allora indosso i tuoi gioielli, una tua sciarpa con ancora il tuo profumo e no i volant e le roches… no, non sono forza mia, lo sai e ne ridi. E anche i fiori che mettevi da tutte le parti cercando di convincere anche me. Li tengo conservati, ogni tanto li guardo e sorrido con amore. Sei tu. Sei proprio tu! Sono passati sette anni ma il tempo, a volte, sembra fermo. Tutte le tue cose mi circondano e mi avvolgono nel tepore amoroso che rimandano e ne godo. E sto bene, mamma, ma tu mi manchi!
Ti amo tanto mamma
Luisanda
Roma 2 marzo 2022
SONO SOLA NEL MIO STUDIO E PENSO
Sento le viscere urlare sgomento per questa pazza guerra che uccide, spaventa, distrugge in nome di una volontà di supremazia, di potere, di dominio. E sono sola nel mio studio a riflettere, ho spento anche la musica, il silenzio, mi serve il silenzio per pensare… Per tirare fuori il magone che mi accompagna da giorni. Continuo a telefonare alle mie amiche per dire: sono tanto preoccupata, sono tanto preoccupata per la guerra. Basta un attimo, un singulto e ci ritroviamo nella terza guerra mondiale. La storia di questi primi giorni che arriva da ogni canale possibile fa vedere realtà che non pensavamo di dover vedere ancora, troppo abituati alla pace che viviamo in Europa, troppo abituati alle libertà che tutti i giorni esercitiamo e non siamo più nemmeno in grado di riconoscere come tali, tanto siamo abituati. Loro, gli Ucraini, stanno dando una prova di amor di patria che nessuno e tantomeno Putin si aspettava. Una lezione anche per tutti noi che dovremmo ripensare qualche nostro slogan, che dovremmo riflettere un po' di più quando ci opponiamo alle infrastrutture che modernizzano il nostro paese e forse lo rendono un po' più autonomo, che dovremmo più spesso o forse per la prima volta porci qualche domanda. Rifletto e mi chiedo: saremo capaci anche noi di resistere, nel tempo, alle conseguenze di questa pazza guerra? Ora siamo tutti uniti, convinti e schierati. Ma quando le sanzioni busseranno ai nostri portafogli e in parte hanno già iniziato, saremo sempre così convinti? Spero con tutto il cuore sì. Spero che saremo all’altezza della nostra libertà per la quale loro stanno combattendo con le unghie e con i denti: donne e uomini. Nelle strade, nelle piazze. In Russia le proteste contro la guerra non cessano. Ci vuole coraggio, coraggio vero, in Russia per scendere in piazza a protestare. Non è come da noi. Ti arrestano. E non sai dopo cosa succede. Spero che saremo all’altezza della nostra libertà e dei nostri ideali, che non siano solo parole. Bisognerà mettere mano alla tasca, come si dice in volgare, e chi non può dovrà fare ulteriori rinunce, sarà un sacrificio grosso che dovremo affrontare tutti e per un lungo periodo. Sarà un sacrificio per la libertà, la democrazia, gli ideali che esprimono la nostra cultura in ottant’anni di storia. L’Europa siamo noi. Lo Stato siamo noi. Spero che saremo all’altezza della nostra libertà.
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 1 marzo 2022
Dalla Rubrica L'Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 1 marzo 2022
VEDIAMO CHI LA SPUNTA!
Brava come quest’anno non lo sono stata mai: ho buttato mezzo panettone per non mangiarlo. E mica era un panettone tanto per dire: era un Flamigni… un signor panettone! La tentazione ogni sera era forte e tolto il fatto indiscutibile che non lo digerisco, l’altro importantissimo, fatto indiscutibile, è che non posso mangiare dolci, cioè zuccheri. E sia! Finito nel secchio!
Come si chiama questa: forza di volontà, determinazione, voglia di farcela o stupidaggine, esagerazione… non so. Ma una cosa è certa: io, a quello lì, non gli do da mangiare, non lo faccio stare bene, non gli riempio la pancia. Lo affamo, lo strapazzo, lo colpevolizzo, lo strattono e gli tolgo la voglia di occupare il primo posto. Sono io che calco la scena e non sarà lui, il cancro, a mettermi il bastone tra le ruote. Scrivo tante stupidaggini e questa forse è una di quelle sere in cui la voglia di scrivere prevale ma la chiarezza delle idee scarseggia. E non fa niente, la penna va da sola, flusso di coscienza. Si chiama così, mi insegna Alessandra Perotti. Ed è bello perché effettivamente puoi scrivere quello che vuoi senza stare a pensare troppo. Anche questo è un sentimento: le dita che si muovono perché il cervello ha bisogno di liberarsi, di svuotare il secchiello dei pensieri. Avevo bisogno di dirmi brava perché, certo, quel panettone mi è rimasto in gola ma la soddisfazione di vedere la faccia del cancro delusa non ha prezzo! Si, perché la vedo la sua faccia, mi abita da quasi sei anni. I primi tempi era un perfetto sconosciuto che mi faceva spavento con la sua improvvisata, la sua arroganza, la sua spavalderia, la sua noncuranza. Forse sono state queste sensazioni ad accendere in me la reazione. E mi son detta: improvviso anche io… non sono arrogante ma sono forte e determinata e ho iniziato a svergognarlo in giro per l’Italia con Abbi Cura Di te. Un seguito di 8000 donne hanno letto e mi aiutano a portare in giro l’informazione sul “dannato bastardello”. Vediamo chi la spunta. Se avessi saputo, se avessi conosciuto la sua esistenza e i suoi sintomi, non avrebbe potuto fare il bello e il cattivo tempo, non avrebbe potuto mangiare a piene mani. Ora sono qui che gioco con la penna in mano e mi diverto a vivere la mia vita nonostante “lui”, perché “lui” non può togliermi il sorriso, “lui” non può togliermi la voglia di amare, “lui” non può togliermi la voglia di vivere. Navigo a vista, nella luce del giorno e nel buio della notte, con quel desiderio di respirare e sorridere che “lui” non è riuscito a togliermi.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 20 febbraio 2022
Come si chiama questa: forza di volontà, determinazione, voglia di farcela o stupidaggine, esagerazione… non so. Ma una cosa è certa: io, a quello lì, non gli do da mangiare, non lo faccio stare bene, non gli riempio la pancia. Lo affamo, lo strapazzo, lo colpevolizzo, lo strattono e gli tolgo la voglia di occupare il primo posto. Sono io che calco la scena e non sarà lui, il cancro, a mettermi il bastone tra le ruote. Scrivo tante stupidaggini e questa forse è una di quelle sere in cui la voglia di scrivere prevale ma la chiarezza delle idee scarseggia. E non fa niente, la penna va da sola, flusso di coscienza. Si chiama così, mi insegna Alessandra Perotti. Ed è bello perché effettivamente puoi scrivere quello che vuoi senza stare a pensare troppo. Anche questo è un sentimento: le dita che si muovono perché il cervello ha bisogno di liberarsi, di svuotare il secchiello dei pensieri. Avevo bisogno di dirmi brava perché, certo, quel panettone mi è rimasto in gola ma la soddisfazione di vedere la faccia del cancro delusa non ha prezzo! Si, perché la vedo la sua faccia, mi abita da quasi sei anni. I primi tempi era un perfetto sconosciuto che mi faceva spavento con la sua improvvisata, la sua arroganza, la sua spavalderia, la sua noncuranza. Forse sono state queste sensazioni ad accendere in me la reazione. E mi son detta: improvviso anche io… non sono arrogante ma sono forte e determinata e ho iniziato a svergognarlo in giro per l’Italia con Abbi Cura Di te. Un seguito di 8000 donne hanno letto e mi aiutano a portare in giro l’informazione sul “dannato bastardello”. Vediamo chi la spunta. Se avessi saputo, se avessi conosciuto la sua esistenza e i suoi sintomi, non avrebbe potuto fare il bello e il cattivo tempo, non avrebbe potuto mangiare a piene mani. Ora sono qui che gioco con la penna in mano e mi diverto a vivere la mia vita nonostante “lui”, perché “lui” non può togliermi il sorriso, “lui” non può togliermi la voglia di amare, “lui” non può togliermi la voglia di vivere. Navigo a vista, nella luce del giorno e nel buio della notte, con quel desiderio di respirare e sorridere che “lui” non è riuscito a togliermi.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 20 febbraio 2022
CUL DE SAC
A volte penso… ma anche io posso dire, posso usare l’espressione vedo la luce in fondo al tunnel…? Ma quale luce…! Per quelle come me e come tante, l’uscita è un po' difficoltosa… diciamo così. E allora citando la Gamberale “Arrediamolo il tunnel…!”. Bene, mi sono lasciata prendere un po' a mano e ho fatto di più, ho fatto un bel progettino introducendo qualche modifica che alleggerisse quel tanto una struttura così monotona che vuole prendersi gioco della mia vita. Si, proprio della mia vita! La vita è mia! Sono nel tunnel, è un dato di fatto ma nulla impedisce di trasformare quel che è capitato in un evento colossale del quale parlare per i prossimi cento anni. Come al solito sono un po' presuntuosa! A parte che non c’è nessuna certezza che poi non ne esca in qualche modo, Dio solo lo sa, e noi possiamo solo amare la vita che ci ha donato. E proprio in virtù di onorare questa promessa di vita il mio tunnel ha assunto l’aspetto di futuro che ogni tanto sfugge ai miei occhi. Avete mai fatto caso che nei tunnel ci sono le uscite di sicurezza e se guardate davanti a voi avete la sensazione che la strada si restringa? È un effetto ottico, nella realtà la larghezza della strada è sempre uguale. Non siamo in un cul de sac! Ecco. E quelle “uscite di sicurezza” per me sono diventate linfa, respiro, tempo. Fuori c’è il mondo e ne posso prendere a piene mani: fiori, alberi, montagne, laghi, case, palazzi, cielo, nuvole, pioggia, me stessa, la mia famiglia, i miei amici, i miei desideri, il freddo, il caldo, un bagno al mare, un viaggio. E allora si, che il tunnel lo arredi, la luce entra da tutte le parti, le uscite di sicurezza sono diventate grandi e luminose, non ho badato a spese: sono tantissime. E ho fatto un’altra piccola modifica: il tunnel l’ho sto allungando, non so di quanto, il progetto è in divenire: disegno un po' ogni giorno… finché mi basta la carta! E la carta è tanta, un rotolo infinito di sensazioni e immaginazione. Il Dizionario mi suggerisce il significato della parola metafora: Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini: le spighe ondeggiano (come se fossero un mare); il mare mugola (come se fosse un essere vivente); il re della foresta (come se il leone fosse un uomo). Io vivo come se non avessi il cancro perché il cancro non ha me!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 13 febbraio 2022
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 13 febbraio 2022
DUE PAROLE PER DIRLO
Quando mi trovo nella situazione di dover spiegare il pensiero che ho espresso con un esempio penso sempre di non aver parlato bene, di non essere stata brava. Forse, però, non è vero. A volte abbiamo bisogno di un esempio che indichi la strada sulla quale salire o dalla quale scendere. Di avere giuste indicazioni per riuscire a trasformare il modo di dire in un modo di fare. Io stessa ne ho bisogno e apprezzo molto chi si ferma e racconta. Le parole possono non bastare, dire vivi ora, può non essere sufficiente, dire fai dell’oggi il tuo futuro può essere ascoltata come una frase fatta senza connotati. Le banalità attraverso le quali mi avvolge il sapore della vita sono al principio dei miei ragionamenti. Riconoscere il piacere delle piccole cose. Te le fa vedere. Avere la voglia, tutte le mattine, di prendersi cura di sé con un buon trucco, i vestiti giusti, i capelli in ordine anche se non si hanno impegni; le attenzioni personali sono per noi stesse mai per gli altri. Ecco, dovremmo partire da questo. Mi trucco, mi vesto bene, mi pettino per piacere a me stessa, per omaggiare me stessa, per rispettare, per coccolare me stessa. Lo faccio per me, e diventa un dono anche per gli altri, ne godremo in tanti. Passare davanti uno specchio senza timore di non riconoscersi è una gran cosa. Allora lo specchio lo cerchi a conferma che sia tutto a posto e non lo sfuggi. Quando avevo pochissimi capelli, perché la chemio aveva fatto razzia, gli esuli li trattavo con una cura mai vista. Circondavano comunque il mio viso e volevo renderli all’altezza della situazione. Non sempre riuscivo nell’impresa, di impresa davvero si trattava, soprattutto quando la stessa sorte è toccata alle ciglia e sopracciglia. Continuavo con le mie tinte, le messe in piega, la matita, il rimmel molto compatto… sempre. Significa tenersi stretti per mano e non mollarsi mai. Significa abbracciarsi e capirsi. Mi saluto la mattina quando mi sveglio, mi do il buongiorno e mi attardo qualche minuto nel letto a godere di quel tepore, di quell’abbraccio che solo mattina ti regala. Forse perché non è così scontato svegliarsi, non sappiamo quello che succede quando ci addormentiamo, quando il sonno è profondo, dove andiamo, chi incontriamo, di cosa parliamo: bisognerebbe ragionarci sopra. Cucinare sempre qualcosa di buono significa ascoltarsi, non perdere l’occasione di amarsi. La soddisfazione di un pranzo, una cena o una merenda gustosa è arricchente. Il trucco vero sta nello scovare dentro di sé il desiderio del momento. Domandarsi cosa si desidera veramente in quell’istante, per quell’occasione. Tante volte, la sera, la mia cena preferita sono le fette biscottate con la marmellata di more e fragoline di bosco con il the: che meraviglia! Caldo, consolatorie e gustose. È l’importanza che diamo alla ricerca del desiderio che conta. Ma il desiderio lo incontriamo solo se lo cerchiamo, se non ci lasciamo andare alla difficoltà dei momenti che viviamo, se non vediamo nel problema il motivo della nostra vita. Siamo noi il motivo della nostra vita, con i nostri pensieri, i nostri sogni, i nostri progetti, i nostri desideri, le nostre difficoltà, le nostre paure… siamo noi, non il problema. Certo il cancro è un gran problema, ma non consentiamogli ma di sbarrarci la strada, non permettiamogli mai di rallentare i nostri pensieri, limitare i nostri sogni, decidere sui nostri desideri. Possiamo essere quello che vogliamo, anche con il cancro, se vogliamo. Ognuno di noi ha la sua mongolfiera di leggerezza.
Luisanda Dell’Aria
Roma 16 febbraio 2022
Luisanda Dell’Aria
Roma 16 febbraio 2022
MA VOI COME STATE
Mi chiedo sempre: voi come state? Voi famiglia, voi amici. Con me accanto, con me nel cuore. Una sentenza mi ha raggiunto quasi sei anni fa; di sentenza si tratta e lo dico senza mezzi termini, come sono abituata a fare. Il cancro è una sentenza senza giri di parole. Lo sto affrontando, anzi, lo stiamo affrontando con tutte le ulteriori difficoltà che il covid ha regalato. Vi guardo a volte, quando siamo seduti a tavola: ridiamo scherziamo. Vi ascolto quando parliamo al telefono o davanti a un caffè. Cerco di cogliere i vostri pensieri, di vedere dietro i vostri occhi quello che vedete voi, di comprendere le vostre emozioni. Mi pongo tante domande. Cosa si prova dall’altra parte. Dalla parte di chi è vicino ad una persona… con il cancro, non mi va di dire malata di, mi affligge questa identificazione. Non mi sento malata. È malato chi ha la febbre, chi ha la bronchite. Io ho il cancro e basta. Insomma cosa si prova, quali sono i sentimenti che pervadono l’anima, quali le paure che vi catturano lo stomaco. Cerco di immedesimarmi, cerco di trovare le risposte per aiutarvi, per continuare a camminare su questa strada tanto difficile. Vi sembrerà superbia. Lei, la malata che aiuta noi. Non è così! È amore e riconoscenza. Io al bastardello voglio rendere la vita infelice e allungare la mia il più possibile, con ogni sforzo. Ma lo sforzo è anche vostro e ne sono pienamente cosciente. Vorrei essere così leggera da trasformare in avventura quella che propriamente un’avventura non è, seppur mi ostino a viverla come tale. È la parte di vita che mi è capitata, dalla quale non posso sfuggire ma voi sì, avreste potuto, e invece siete rimasti, tutti, in un cerchio d’amore senza fine. E io mi sento ricca, ricca dell’amore di mia figlia, dei miei nipotini, della mia famiglia, dei miei cari amici. E la penna, che è parte integrante della mia mano, mi rende libera di dire, fare e pensare; esce tutto dalla penna anche quello che non vuoi dire. È il più grosso strumento di libertà che mi sia mai capitato di avere tra le mani, di cui ho il privilegio di servirmi e di godere tutti i giorni. Ma che c’entra la penna, direte voi. La penna stimola i pensieri. I pensieri sono come le perle di una collana: uno dopo l’altro. E ne puoi fare tanti senza preoccupazione di stancarti. Li puoi mettere da parte. Li puoi conservare. Li puoi tenere davanti a te come memento. Li puoi buttare perché non li vuoi vedere. Ci puoi parlare, con i tuoi pensieri. È quello che sto facendo. Parlo con i miei pensieri per trovare risposte che da sola non riesco a trovare, che mi piacerebbe conoscere, e dopo che ho scritto sono sempre più libera. Ma voi come state?
Luisanda dell’Aria
Roma 8 febbraio 2022
Luisanda dell’Aria
Roma 8 febbraio 2022
DOTTORESSA, COME STANNO ANDANDO LE VACCINAZIONI DEI BIMBI?
Dottoressa, come stanno andando le vaccinazioni dei bimbi?
Benissimo Signora, arrivano tantissimi e sono tutti coraggiosissimi. Il problema lo abbiamo di là, gli adulti… pochi, troppo pochi in prima dose!
Stavo all’Ospedale Sandro Pertini di Roma, oggi alle 14.00, con i miei piccoli nipotini, di sette e cinque anni. Non crediate che la mamma e me si sia affrontata a cuor leggero la vaccinazione ma, devo dire, come nessuna vaccinazione si affronta a cuor leggero. Siamo, da due anni, in una pandemia che chiede una presa di coscienza e una manifestazione di solidarietà da parte di tutti verso tutti. Ho sempre profondamente creduto nella scienza e oggi ancor di più. Credo in quella scienza onesta e virtuosa che fa passi da gigante quando meno telo aspetti, come in questo caso. Due anni fa, circondati dai lutti, anelavamo un vaccino per il quale avremmo fatto chissà che e oggi che c’è Abbiamo Paura, Non Ci Fidiamo! Non ci fidiamo di quella scienza che a molti, coinvolti in altre malattie, ha già salvato la vita; che ha dimostrato e dimostra ogni giorno, attraverso risultati concreti, la solidità delle ricerche. Abbiamo una medicina che preserva dalla malattia severa, quella che far star male e restiamo nelle retroguardie, mandiamo avanti gli altri. Sono felice che la stragrande maggioranza della popolazione sia solidale e coscienziosa, sono dispiaciuta che sei milioni di italiani, a vario titolo, decidano ancora di restare nelle retroguardie pensando solo a sé stessi. Lo so che sono argomenti divisivi e mi guadagnerò parecchie pietre ma non ho mai avuto paura di esprimere il mio pensiero, pagandone spesso care conseguenze, rimanendo tuttavia libera e mai nascosta dietro il dito ma sempre davanti.
Luisanda Dell’Aria
Roma, 13 gennaio 2022
Benissimo Signora, arrivano tantissimi e sono tutti coraggiosissimi. Il problema lo abbiamo di là, gli adulti… pochi, troppo pochi in prima dose!
Stavo all’Ospedale Sandro Pertini di Roma, oggi alle 14.00, con i miei piccoli nipotini, di sette e cinque anni. Non crediate che la mamma e me si sia affrontata a cuor leggero la vaccinazione ma, devo dire, come nessuna vaccinazione si affronta a cuor leggero. Siamo, da due anni, in una pandemia che chiede una presa di coscienza e una manifestazione di solidarietà da parte di tutti verso tutti. Ho sempre profondamente creduto nella scienza e oggi ancor di più. Credo in quella scienza onesta e virtuosa che fa passi da gigante quando meno telo aspetti, come in questo caso. Due anni fa, circondati dai lutti, anelavamo un vaccino per il quale avremmo fatto chissà che e oggi che c’è Abbiamo Paura, Non Ci Fidiamo! Non ci fidiamo di quella scienza che a molti, coinvolti in altre malattie, ha già salvato la vita; che ha dimostrato e dimostra ogni giorno, attraverso risultati concreti, la solidità delle ricerche. Abbiamo una medicina che preserva dalla malattia severa, quella che far star male e restiamo nelle retroguardie, mandiamo avanti gli altri. Sono felice che la stragrande maggioranza della popolazione sia solidale e coscienziosa, sono dispiaciuta che sei milioni di italiani, a vario titolo, decidano ancora di restare nelle retroguardie pensando solo a sé stessi. Lo so che sono argomenti divisivi e mi guadagnerò parecchie pietre ma non ho mai avuto paura di esprimere il mio pensiero, pagandone spesso care conseguenze, rimanendo tuttavia libera e mai nascosta dietro il dito ma sempre davanti.
Luisanda Dell’Aria
Roma, 13 gennaio 2022
IL MIO BUON ANNO 2022
Lettera Aperta… per il vecchio e stanco anno che se ne va e un saluto al nuovo anno che viene incontro, spaesato come noi che lo stiamo per cavalcare e al quale affidiamo, ancora una volta, i nostri pensieri, le nostre speranze e, fiduciosi, i nostri sogni. Lasciamo un anno difficile per tutti e per molti ancora di più, ma siamo qua a parlarne e non me la sento di scansarlo, scacciarlo o volermene dimenticare perché è il mio, è il nostro passato. Tutti quei mesi, settimane, giorni trascorsi sono le nostre gambe, sulle quali abbiamo camminato il nostro presente e con le quali immaginiamo il nostro futuro. Come sempre, il mondo è diviso tra chi ama e chi non ama il festeggiamento. Sono tra quelli che lo amano. Sono tra quelli che amano fare la semina, la raccolta e preparare la nuova semina. Inizia e finisce e nella fine si rinnova. Offre un nuovo sempre incerto ma che sa di nuovo, sul quale possiamo scrivere il nostro domani. È un’occasione per mettersi o rimettersi in discussione. È un’opportunità per fare un bilancino… un po' un secondo compleanno. È una possibilità per accorgersi del tempo che passa e sembra, altrimenti, trascorrere senza lasciare segni nella nostra distratta vita. Invece di segni ne lascia, di campanelli ne suona, di attenzioni ne chiede… E così mi accomiato dal vecchio e stanco anno e prendo per mano il nuovo per camminare insieme con la coscienza e la maturità, spero, arricchita e il desiderio di arrivare, anche questa volta, dove desidero arrivare.
Buon Anno a tutti voi e in particolare alle mie lettrici e a i miei lettori con il mio affetto e con l’augurio che possiate raggiungere i vostri desideri.
Luisanda dell’Aria
Roma, 31 dicembre 2021
E voi donne non dimenticate di scaricare ABBI CURA DI TE perché è importante sapere e far sapere. Non perdete l’occasione di sapere!!
Buon Anno a tutti voi e in particolare alle mie lettrici e a i miei lettori con il mio affetto e con l’augurio che possiate raggiungere i vostri desideri.
Luisanda dell’Aria
Roma, 31 dicembre 2021
E voi donne non dimenticate di scaricare ABBI CURA DI TE perché è importante sapere e far sapere. Non perdete l’occasione di sapere!!
BUON NATALE A TUTTI
Credere alle favole, liberi di sognare ad occhi aperti senza perdere la concretezza della vita. È questa la fantasia, quella scintilla che nutre l’anima senza che tu te ne accorga, basta lasciarla libera… Mi sono sempre sentita libera di guardare oltre il mio naso, di vedere anche dietro i miei occhi e non solo davanti, di immaginare e di sognare e così anche quella mattina, a spasso con mia figlia…
Guarda che bello?
Cosa?
Questo… guarda… È carinissimo, guarda gli orsi… voglio fare una fotografia!
Una fotografia?
Si, una fotografia. Mi fai una fotografia. Per il post di Natale…dai, mi fai una fotografia?
Mamma, ma come facciamo? Ci guardano tutti…
E che ti importa.
Dai, mettiti là...
No, ma che in piedi. In piedi è scontata!
E allora che vuoi fare, vuoi saltare sull’orso?
Ma va, va…Guarda, è facilissimo…
Poso il cappotto e la borsa per terra, mi siedo a gambe incrociate e dico a Teddy di avvicinarsi. Mi guardano tutti e due un po' perplessi e Cecilia continua a dire: ma mamma, mamma…
Scanzonata le sorrido e le do istruzioni: inquadra bene l’orso, la neve, non prendere le scritte sul pavimento, non prendere la cornice, prendi gli alberi, guarda la luce… E lei: un po' sbuffando… va bene, mamma dai, facciamo questa foto. Ma sorrideva anche lei, le brillavano gli occhi divertita!
Ecco, due parole, per dirvi cosa c’è, a volte, dietro un banale scatto… tante risate, complicità, amore, voglia di esserci sempre. Voglia di amare una santa festa che come nessun’altra sa di famiglia, sa di bambini che aspettano tutto l’anno Babbo Natale per vedere se la letterina è arrivata, se sono stati buoni davvero, se i desideri si sono avverati. Il mio desiderio è sempre lo stesso: che tutte le donne sappiano che esiste il cancro all’ovaio e a cosa devono stare attente. Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com), il mio libro dedicato alle Donne sane perché vi restino tutta la vita, vi aspetta per informarvi, per parlarvi di questo brutto cancro che uccide le donne, per farvi capire che l’informazione e la prevenzione salvano la vita. Eh sì, lo so, a Natale bisognerebbe parlare solo di cose belle e il cancro non lo è. Ma io sto parlando di vita, quella condizione meravigliosa che ci sorprende tutte le mattine e alla quale troppo spesso non diamo molta importanza perché e lì, dietro i nostri occhi, dove non guardiamo!
CON TANTO AFFETTO…
Luisanda Dell’Aria
Roma, 23 dicembre 2021
Guarda che bello?
Cosa?
Questo… guarda… È carinissimo, guarda gli orsi… voglio fare una fotografia!
Una fotografia?
Si, una fotografia. Mi fai una fotografia. Per il post di Natale…dai, mi fai una fotografia?
Mamma, ma come facciamo? Ci guardano tutti…
E che ti importa.
Dai, mettiti là...
No, ma che in piedi. In piedi è scontata!
E allora che vuoi fare, vuoi saltare sull’orso?
Ma va, va…Guarda, è facilissimo…
Poso il cappotto e la borsa per terra, mi siedo a gambe incrociate e dico a Teddy di avvicinarsi. Mi guardano tutti e due un po' perplessi e Cecilia continua a dire: ma mamma, mamma…
Scanzonata le sorrido e le do istruzioni: inquadra bene l’orso, la neve, non prendere le scritte sul pavimento, non prendere la cornice, prendi gli alberi, guarda la luce… E lei: un po' sbuffando… va bene, mamma dai, facciamo questa foto. Ma sorrideva anche lei, le brillavano gli occhi divertita!
Ecco, due parole, per dirvi cosa c’è, a volte, dietro un banale scatto… tante risate, complicità, amore, voglia di esserci sempre. Voglia di amare una santa festa che come nessun’altra sa di famiglia, sa di bambini che aspettano tutto l’anno Babbo Natale per vedere se la letterina è arrivata, se sono stati buoni davvero, se i desideri si sono avverati. Il mio desiderio è sempre lo stesso: che tutte le donne sappiano che esiste il cancro all’ovaio e a cosa devono stare attente. Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com), il mio libro dedicato alle Donne sane perché vi restino tutta la vita, vi aspetta per informarvi, per parlarvi di questo brutto cancro che uccide le donne, per farvi capire che l’informazione e la prevenzione salvano la vita. Eh sì, lo so, a Natale bisognerebbe parlare solo di cose belle e il cancro non lo è. Ma io sto parlando di vita, quella condizione meravigliosa che ci sorprende tutte le mattine e alla quale troppo spesso non diamo molta importanza perché e lì, dietro i nostri occhi, dove non guardiamo!
CON TANTO AFFETTO…
Luisanda Dell’Aria
Roma, 23 dicembre 2021
NATA LIBERA… 25 NOVEMBRE
Cosa scrivere oggi sulla violenza alle donne, che non ho neanche voglia di chiamare violenza di genere ma proprio nel suo lessico più duro: violenza alle donne; che non sia già stato detto, ripetuto, urlato, raccontato ai telegiornali, oggetto di puntate speciali nel talk show… non lo so, non le trovo le parole. Ho ascoltato un’intervista molto interessante, parlava un avvocato, il quale nell’esprimere il suo pensiero da giurista diceva quanto fosse inutile, a pare suo, continuare a modificare il codice penale che è la soluzione quando il fatto è successo, è la reazione dell’ordinamento all’azione ma non previene nulla e continuava dicendo, a chiare lettere, che nulla, nella realtà, si fa per prevenire questo genere di violenza. Ho ascoltato anche la mamma di una giovane ragazza morta a 22 anni per mano del suo ragazzo, famiglie “normali”, entrambe. Ha deciso di dedicarsi ai ragazzi andando in giro per le scuole a parlare, a raccontare perché si è resa conto, nella sua drammatica esperienza, che il fenomeno è trasversale alla società; non è vero che è sempre il risultato di un disagio grave, di mancanze importanti, di situazioni estreme ma può manifestarsi in ogni situazione sociale anche la più normale e la più lontana da realtà discutibili per i più. Bisogna capire il fenomeno e parlare di questo. Bisogna imparare a riconoscere i segnali di allarme. Bisogna insegnare il rispetto per l’altro, chiunque esso sia, e il rispetto non si insegna con le parole ma con l’esempio. Bisogna insegnare la gentilezza ma la gentilezza è rinuncia. Eh sì, suona strano, lo immagino. La gentilezza è rinuncia. Quando si è gentili con qualcuno si sta rinunciando a qualcosa di personale, si sta dando gratuitamente la propria disponibilità a fare qualcosa e non siamo molto abituati, tanto che restiamo meravigliati quando viene offerta, restiamo sorpresi e se siamo un pochino educati ringraziamo altrimenti prendiamo quella gentilezza e la portiamo via con noi senza aver capito nulla, senza aver capito che essere gentili restituisce sensazioni intime di benessere interiore. Qualche anno fa, non più di cinque, quindi come dire ieri, sono stata oggetto di una violenta aggressione sotto il mio ufficio: un giovane uomo mi è saltato addosso dentro la macchina e sotto la minaccia di un cacciavite mi intimava di non urlare. Mi sono difesa con tutte le mie forze, urlando con il fiato che avevo in corpo e tentando di respingerlo. Era pieno giorno, il parcheggio era antistante l’ufficio e il rischio di essere visto altissimo… le mie costanti urla e la forza nel respingerlo lo hanno fatto desistere. Ne sono uscita solo con qualche livido. Sono successe due cose, specchio della realtà nella quale viviamo ancora oggi, che mi hanno delusa e fatta sentire sola in questa battaglia contro una cultura sbagliata che resiste al cambiamento desiderato. Sono andata a denunciare l’aggressione. Il fatto che sia andata personalmente e immediatamente dopo l’accaduto ha stimolato il sospetto nell’appuntato che riceveva la denuncia che fossi una mitomane e mi ha chiesto una prova di quello che stavo dicendo. Il giorno dopo, in ufficio ho preteso e ottenuto che fossero avvisate tramite una circolare urgentissima tutte colleghe per metterle in guardia. La voce è girata rapida nei corridoi di quel che era successo il giorno prima. Un collega, amico peraltro, mi ha raggiunto nella mia stanza, pensavo per un abbraccio, nella realtà mi ha chiesto come ero vestita quando ero stata aggredita. Ecco, le parole sono finite o perlomeno io non le trovo più. Noi donne siamo sole in questa battaglia. A volte, sono le donne stesse a non intraprendere la lotta. Per paura. Per comodità. Posso però dire che chiunque vuole imporre, anche educatamente, il proprio volere su quello di un altro deve essere messo alla porta senza esitazione. La vita in due è un incontro tra anime dettato dal desiderio di condividere con amore e con rispetto una parte di vita insieme. Nell’alternanza dei desideri non possono esserci prevaricazioni, dettami, paure. Non può esserci esercizio del potere!
Luisanda Dell’Aria
Roma, 25 novembre 2021
Luisanda Dell’Aria
Roma, 25 novembre 2021
TEDDY, PELOSO DEL MIO CUORE!
Non sapevo come sarebbe andata. Eri rassegnato, triste, avvilito… davi l’impressione di non credere più che potesse capitarti qualcosa di bello, ancora nella tua vita. Il nostro incontro, come avviene spesso, è stato del tutto casuale: volevo un cane piccolo, cucciolo e ho visto te… grande, adulto, con due occhi che non chiedevano più niente, sapevano tutto. Mi hai inchiodato lì dove ero e non sono più riuscita a non pensarti. Ero preoccupata, tanti pensieri giravano nella mia mente: così adulto, provato dalle tue esperienze, sconsolato… Non sapevo se ti saresti adattato a una vita con me, sicuramente calma e tranquilla ma anche spesso rumorosa e piena di urla con tre piccoli nipotini e Bianca, la loro Bracchetto tanto vivace. Ma la scelta, nel mio cuore, l’avevo fatta, saresti venuto a casa con me, non potevo pensarti ancora lì a non aspettare più nessuno. I tuoi occhi mi erano entrati dentro e si erano acquietati in attesa non sapevi nemmeno tu di cosa ma in attesa. È passato un anno. Un anno meraviglioso insieme a te. All’inizio non è stato facile, abbiamo dovuto prendere le misure, imparare il nostro reciproco linguaggio e ringrazio il nostro educatore Valerio Canniggia che ci ha insegnato molto. Abbiamo imparato a guardarci negli occhi, a capire i nostri bisogni, a scoprire l’esigenza della libertà dei nostri spazi, abbiamo imparato a comprenderci. Camminiamo insieme in questa parte di vita, io nella tua e tu nella mia, la tua compagnia è un dono prezioso per me. Buon primo compleanno con me Teddy, peloso del mio cuore.
Luisanda dell’Aria
Roma, 18 novembre 2021
Luisanda dell’Aria
Roma, 18 novembre 2021
CI VUOLE CORAGGIO
Ci vuole coraggio, ci vuole coraggio per andare oltre e continuare a guardare, vedere, esplorare la vita, anche più di prima, con il sapere che abbiamo oggi di quanto la vita e la morte siano delle variabili forse non tanto variabili nelle nostre mani. Ci vuole coraggio a non scoraggiarsi di fronte a un presente che confonde i connotati del futuro al quale siamo abituati a pensare e diventa presente anche lui. Ci vuole coraggio ad affrontare una salita della quale non si conosce nulla ma porta in sé un sapore che ci strega. Ed è quello che ci spinge e dà la forza; perché quel sapore, quel profumo che emana la salita, è il profumo della vita. Un odore pungente, gradevole, che penetra e non ti lascia indietro mai: se ti fermi perché sei stanco, ti aspetta ma ti incalza, ti urla di non mollare perché non è giusto perdersi nelle foreste di pensieri che non portano a niente, nelle lacrime senza sapore, nel pianto senza singulto. Tutto è vita, attraversiamo anche la foresta più spaventosa, nutriamoci delle nostre lacrime e ascoltiamo il canto dei singulti del pianto, quelli che ci faranno crescere e ci insegneranno a trovare la forza e la speranza di camminare tutta la nostra salita senza il timore di non riuscire, senza la paura di fallire, senza il pensiero di non arrivare perché solo mentre camminiamo sulla strada più difficile abbiamo la certezza di vivere. E allora andiamo avanti più convinte che mai!
Luisanda Dell’Aria
Roma, 18 novembre 2021
Luisanda Dell’Aria
Roma, 18 novembre 2021
VOGLIO, ANCHE PER IL CANCRO ALL’OVAIO, IL MESE DELLA PREVENZIONE. VOGLIO IL MESE TIFFANY
O vogliamo solo fare funerali?
Care Donna, facciamo rumore, tutte insieme, parliamo di cancro all’ovaio… le donne devono sapere! Facciamo rumore… tanto rumore!
Sono viva e ci voglio restare… Condividete questo messaggio!
Ottobre è il Mese Rosa per la prevenzione del cancro al seno: parlare, informare, spiegare l’importanza della prevenzione, dell’attenzione a sé stesse ha portato grandi risultati consentendo, sempre a più donne colpite dal cancro al seno, di uscire fuori dalla difficile avventura capitata. La perseveranza nell’insegnare, indicare la strada della prevenzione attraverso controlli mirati ha cambiato il corso della storia. Evviva!!!
L’informazione sul cancro all’ovaio, che colpisce 5200 donne l’anno, ha diritto alla stessa attenzione eppure non se ne parla. Tutte le donne hanno diritto alla stessa attenzione. Il silenzio assordante intorno a questo cancro mi disturba e mi inquieta e non intendo restare zitta. Urlo, urlo più che posso, la sua esistenza e a cosa devono stare attente le donne. Mi è capitato! E la cosa che non riesco ad accettare è che sia l’ignoranza a volermi uccidere. Se avessi saputo, conosciuto i campanelli d’allarme non mi troverei nella situazione nella quale mi trovo. Ho scritto Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com) per far uscire l’informazione da quei cassetti dove è restata e resta nascosta. ACTO Italia, l’unica associazione a livello nazionale che si occupa di cancro all’ovaio, mi ha dato il patrocinio. Desidero con tutte le mie forze che altre donne non si trovino spiazzate, incredule, sole… come è capitato a me e imparino a sapere cosa fare quando qualche campanello d’allarme fa capolino nella loro vita. Imparino quali sono i controlli da fare con giusta periodicità. Imparino a non aver paura. Imparino ad avere cura di sé. Come abbiamo imparato a non aver paura dei controlli per il cancro al seno e abbiamo cambiato così il corso della storia, parliamo di cancro all’ovaio, impariamo a difenderci e cambiamo tutte insieme il corso della storia.
Restiamo vive, con l’informazione si può!
Luisanda Dell’Aria
Roma 13 ottobre 2021
Care Donna, facciamo rumore, tutte insieme, parliamo di cancro all’ovaio… le donne devono sapere! Facciamo rumore… tanto rumore!
Sono viva e ci voglio restare… Condividete questo messaggio!
Ottobre è il Mese Rosa per la prevenzione del cancro al seno: parlare, informare, spiegare l’importanza della prevenzione, dell’attenzione a sé stesse ha portato grandi risultati consentendo, sempre a più donne colpite dal cancro al seno, di uscire fuori dalla difficile avventura capitata. La perseveranza nell’insegnare, indicare la strada della prevenzione attraverso controlli mirati ha cambiato il corso della storia. Evviva!!!
L’informazione sul cancro all’ovaio, che colpisce 5200 donne l’anno, ha diritto alla stessa attenzione eppure non se ne parla. Tutte le donne hanno diritto alla stessa attenzione. Il silenzio assordante intorno a questo cancro mi disturba e mi inquieta e non intendo restare zitta. Urlo, urlo più che posso, la sua esistenza e a cosa devono stare attente le donne. Mi è capitato! E la cosa che non riesco ad accettare è che sia l’ignoranza a volermi uccidere. Se avessi saputo, conosciuto i campanelli d’allarme non mi troverei nella situazione nella quale mi trovo. Ho scritto Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com) per far uscire l’informazione da quei cassetti dove è restata e resta nascosta. ACTO Italia, l’unica associazione a livello nazionale che si occupa di cancro all’ovaio, mi ha dato il patrocinio. Desidero con tutte le mie forze che altre donne non si trovino spiazzate, incredule, sole… come è capitato a me e imparino a sapere cosa fare quando qualche campanello d’allarme fa capolino nella loro vita. Imparino quali sono i controlli da fare con giusta periodicità. Imparino a non aver paura. Imparino ad avere cura di sé. Come abbiamo imparato a non aver paura dei controlli per il cancro al seno e abbiamo cambiato così il corso della storia, parliamo di cancro all’ovaio, impariamo a difenderci e cambiamo tutte insieme il corso della storia.
Restiamo vive, con l’informazione si può!
Luisanda Dell’Aria
Roma 13 ottobre 2021
GRAZIE MEDORA MAGAZINE
Grazie a Medora – L’informazione paziente, grazie a Angelica Giambelluca per aver dato voce al cancro all’ovaio nel mese dedicato al cancro al seno, nell’ottobre rosa. Sono tante le donne che si ammalano di tumore della mammella, troppe, ma le campagne costanti, l’informazione costante ha cambiato il corso della storia e oggi possiamo dire che tantissime donne trovano la strada della salvezza attraverso proprio l’informazione e la prevenzione. Voglio poter dire, pretendo di poter dire la stessa cosa per il cancro all’ovaio… Non se ne parla, non c’è un’adeguata informazione; le donne navigano nell’ignoranza e nello stupore e si continua a morire, tutti i giorni, inaspettatamente, inconsapevolmente. Il silenzio assordante intorno a questo cancro mi disturba e mi inquieta e non intendo restare zitta. Urlo, urlo più che posso, la sua esistenza e a cosa devono stare attente le donne.
Cara Donna, leggi Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com), approfitta dell’Ottobre Rosa per informarti sul cancro all’ovaio.
Luisanda Dell’Aria
Roma 4 ottobre 2021
Cara Donna, leggi Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com), approfitta dell’Ottobre Rosa per informarti sul cancro all’ovaio.
Luisanda Dell’Aria
Roma 4 ottobre 2021
IL PRIMO SCHIAFFO
“E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure…”la ricordate? Restano i ricordi. Oggi, sfogliando i miei è uscita una pagina grigia. Ero molto piccola, avrò avuto sei, sette anni, il grigio è rimasto grigio ma sono cresciuta e non mi fa male come allora. Non capivo il perché di quello che mi era stato detto da una bimbetta come me, ma una cosa era chiara: non potevamo più giocare insieme. I suoi genitori avevano deciso per noi “Mamma mi ha detto che non posso giocare con te!”. Nel dirmelo non c’era scherno da parte sua ma incomprensione. Non capiva, nemmeno lei, il perché di quel divieto, lo doveva tuttavia eseguire. Il ricordo è restato nitido, lucido, fragrante… Andavo alle elementari di Via Nemorense, la scuola Giuseppe Mazzini, la nostra classe era al primo piano, i corridoi lunghi, immensi, larghi e pieni di luce catturata dalle vetrate, imponenti agli occhi di una bimba. Le classi erano maschili e femminili. Noi bambine con il grembiulino bianco e il fiocco blu e i maschietti con il grembiulino blu e il fiocco bianco. Non eravamo allo stesso banco, per fortuna, con Nicoletta. Suona la campanella della ricreazione per la merenda e come al solito ci alziamo dal banco per parlottare tra noi e mangiare. Si avvicina un po' indecisa e tutto d’un fiato “Mamma mi ha detto che non posso più giocare con te!”. “E perché?” di getto anche io, senza pensare… poi, a cosa avrei dovuto pensare a sette anni? “Perché i tuoi genitori sono separati!” abbassando il viso. Mi rivedo ancora oggi sorpresa negli occhi, nel cuore, che straripava dai contorni del mio viso ma non ho saputo, non ho potuto obiettare niente: il motivo era chiaro, i miei erano davvero separati e io non avevo pensato, capito, immaginato fosse un’onta! Non abbiamo più giocato insieme, anche se a scuola non ci vedeva nessuno, anche se magari la maestra non si sarebbe prestata…: non abbiamo più giocato insieme! Ogni tanto questa memoria riaffiora e mi pone tante domande. Erano gli anni sessanta, non c’era il divorzio, c’era il delitto d’onore, c’era l’addebito per colpa solo per la donna. Nicoletta è stata la prima che ha sottolineato la mia involontaria diversità frutto di una legittima scelta tra adulti. E non l’ultima. Sono cresciuta in fretta e sono cresciuta difendendomi, la mia famiglia non era uguale alle altre: ne dovevo prendere atto e ci dovevo fare i conti. Senza sapere, senza conoscere, quella famiglia aveva tagliato una parte della mia ingenuità, della mia spensieratezza bambina spingendomi a capire presto come funzionava il mondo. La diversità spaventa troppo facilmente, il pregiudizio imprigiona più dell’ignoto, non lascia liberi di scegliere, toglie il privilegio di capire.
Dalla Rubrica La Fattoria dei Ricordi di Luisanda Dell’Aria
Roma 2 ottobre 2021
Dalla Rubrica La Fattoria dei Ricordi di Luisanda Dell’Aria
Roma 2 ottobre 2021
TRISTEZZA
Questo velo di tristezza che non riesce a lasciarmi… è morta un’amica! Non la conoscevo da tanto e non la conoscevo bene, era del gruppo Acto e abbiamo parlato molto di noi, del cancro all’ovaio, dell’urgenza di far sapere, dell’importanza di far sapere alle donne e mi è entrata dentro la sua bellezza, la sua dolcezza. Questo è un cancro pazzesco che ti ammazza così, dalla sera alla mattina mentre pensi che va tutto bene e se non resti con i piedi ben piantati per terra il futuro, che per te è l’oggi, ti sfugge di mano e non hai nemmeno quello. Si, per noi il presente e il futuro sono l’oggi, non sai cosa può succedere domani e se non lo capisci subito ti strappi l’anima, la riduci a brandelli e non riesci più a godere di nulla, a sentire nessun sapore, a vedere nessun sorriso. Questo vuol dire la vita è adesso. Trovare la leggerezza, la forza, la voglia di vivere in bilico sulla cresta di una montagna e non pensare che puoi cadere, scivolare, romperti l’osso del collo… te lo sei già rotto, quando ti hanno detto la diagnosi, ma sei rimasto in piedi a respirare la vita. E allora che altro può succedere… ora sì che posso vivere tranquilla, con il mio bastardello da tenere a bada, con il mio futuro non futuro al quale ormai sono abituata e a cui tengo moltissimo. Con i miei giorni pieni di oggi che sono già domani e sono felice anche se oggi sono triste.
Luisanda Dell’Aria
Roma 2 ottobre 2021
Luisanda Dell’Aria
Roma 2 ottobre 2021
UNA SINTESI DI DESIDERI
Le vedo arrivare, due motociclette anzi due Harley, una nera, una rossa… bellissime! Il rombo lo senti da lontano, quel modo di sgasare unico di chi conduce quel genere di moto quando si sta per fermare. Casco, occhiali e tipico abbigliamento degli Harleysti: jeans, maglietta e gilè smanicati e le braccia tutte fuori. Stavo lasciando la verdeggiante Val Nerina per raggiungere le Marche, l’ultimo autogrill prima di Spoleto l’ho eletto a sosta ideale per mangiare qualcosa e bere, il caldo era torrido in quel giorno di piena estate. Con Teddy, il mio amato peloso, abbiamo scelto il tavolino con più ombra e ci siamo sistemati. Sono entrati senza fretta, è la prima cosa che ho notato, e si sono fermati a fare rifornimento. Osservandoli, d’istinto, ho pensato fossero una coppia e un amico finché non si sono tolti il casco… Erano sì, una coppia, ma l’altro non era un amico ma un bambino di dieci, dodici anni: il piccolo viaggiava con il papà sulla moto nera e la mamma con la sua moto rossa bellissima. Che spettacolo! Li continuavo a guardare perché suscitavano la leggerezza, la serenità, la bellezza che si prova quando si fanno scelte profondamenti convinti. La cosa più bella doveva essere stato il loro incontro: una sintesi di desideri comuni nei quali avevano, nel tempo, coinvolto il loro bambino. Il desiderio di fermare l’immagine che avevo davanti agli occhi mi ha spinto a parlare con loro; non mi bastava cogliere un attimo, li volevo tutti e tre insieme. E così come faccio tante volte mi sono presentata, ho colto l’occasione per regalare a lei il mio libro Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com) perché tutte le donne devono sapere che esiste il cancro all’ovaio e quali sono i suoi sintomi, e ho chiesto se potevo fotografarli perché erano bellissimi! Abbiamo iniziato a parlare, scorrazzavano con le loro Harley per le vacanze estive, venivano dal nord facendo base di volta in volta nei campeggi… il piccolo era entusiasta e i loro sorrisi il giusto corollario. E sì, le loro passioni avevano trovato la sintesi anni prima quando si erano incontrati e non si erano più lasciati.
Io e la mia curiosità felici ancora una volta per aver colto quel sentimento di entusiasmo!
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma, 27 settembre 2021
Io e la mia curiosità felici ancora una volta per aver colto quel sentimento di entusiasmo!
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma, 27 settembre 2021
ORCNAC…? No, no… ho detto proprio CANCRO
Eh sì, preferiamo capire male, non ascoltare. Crea un po’ di imbarazzo quella parola per raccontarsi e stupore in chi la riceve. Chi riesce a parlarne, però, si sta togliendo le macerie di dosso, con grande fatica dopo il terremoto. Riuscire a dire liberamente quella parola non è facile… significa essere riusciti a salire sulla strada dell’accettazione… non è facile! Dire quella parola significa essere pronti alla battaglia con tutti i sentimenti, significa identificare con nome e cognome chi ti ha sconvolto la vita, chi ha detto guarda che non è vero che va tutto bene, sei illusa che potevi stare serena e tranquilla. Chiamarlo, pronunciarlo vuol dire uscire allo scoperto con tutta la nostra forza, la nostra potenza, la nostra voglia di vivere, la nostra paura. Significa renderlo un inciampo della nostra vita, no, la nostra vita. Vi è mai capitato di volerlo urlare al mondo e non avere il coraggio nemmeno di dirlo sottovoce? Non sempre le persone che ascoltano sono pronte a ricevere, a volte contribuiscono a risistemare le macerie lì dove noi le avevamo tolte, lì dove avevamo scavato un varco per riuscire a parlare; non sanno cosa dire, come commentare. Le dobbiamo aiutare… ne sono convinta. Toglierle dall’imbarazzo alleggerendo la tensione di cui involontariamente siamo stati portatori… metterci noi in ascolto. Non è follia, è consapevolezza di quello che stiamo vivendo, di quanto spaventa… e provare a renderlo meno spaventoso, più affrontabile, per gli altri e anche per noi. Tante persone vivono il segreto del cancro, hanno timore a parlarne, preferiscono non far sapere. Incontrare gli sguardi compassionevoli, trovarsi di fronte a volti improvvisamente tristi non è facile. E voi, lo avete detto a tutti o lo mantenete nascosto all’interno della vostra famiglia? La mia famiglia, i miei amici più stretti, i colleghi più vicini lo hanno saputo subito ma ho istintivamente creato delle sacche di normalità dove potevo muovermi in libertà con la certezza di incontrare sorrisi e mugugni schietti dei quali avevo bisogno per riorganizzare le mie forze. Di questo si tratta: riorganizzare le forze! Parlare, dirlo, è fondamentale per noi stessi, libera dall’inganno nel quale possiamo cadere, libera dalla solitudine, libera dall’insicurezza di non riuscire ad affrontarlo, libera dalla paura di perdere perché chi lo affronta non perde mai! E davvero scopri un mondo, quando ne inizi a parlare, un mondo di paura che si copre dietro di te, dietro la tua forza, dietro il tuo coraggio… Così un giorno una collega, ne era venuta a conoscenza da poco, mi ferma per compenetrarsi nella mia situazione e, per riuscire bene a trasferirmi la sua preoccupazione, racconta tutte le esperienze di persone, vicino a lei, con lo stesso bastardello mio, tutte morte, e quanto erano state male!! E aggiunge… Ti rendi conto?! Le ho risposto che immaginavo quanto avesse sofferto. Solo prima dei saluti si è ricordata di chiedermi come stessi. Bene, grazie, stai tranquilla!!
Capitano e sono situazioni faticose. Ma è sbagliato, a parer mio, non parlarne, non raccontare, come racconteremmo una febbre anche se febbre non è. Parlare, come scrivere, è liberatorio… butti fuori. I pesi si alleggeriscono, i pensieri trovano la loro strada, i nodi si sciolgono, la testa si ritrova e si sente libera. La liberta di essere malati è la voglia di essere sani, è il desiderio di vivere e di camminare anche su questa strada, è la voglia di amare, è la voglia di dire ho paura ma non mi fermo. Il cancro non mi ferma perché la vita è adesso!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 25 settembre 2021
Capitano e sono situazioni faticose. Ma è sbagliato, a parer mio, non parlarne, non raccontare, come racconteremmo una febbre anche se febbre non è. Parlare, come scrivere, è liberatorio… butti fuori. I pesi si alleggeriscono, i pensieri trovano la loro strada, i nodi si sciolgono, la testa si ritrova e si sente libera. La liberta di essere malati è la voglia di essere sani, è il desiderio di vivere e di camminare anche su questa strada, è la voglia di amare, è la voglia di dire ho paura ma non mi fermo. Il cancro non mi ferma perché la vita è adesso!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 25 settembre 2021
20 settembre 2022
III Giornata Mondiale sui Tumori Ginecologici – World Gynecologic Oncology Day
Mi rendo conto che dopo cinque anni che combatto, all’inizio nel tentativo di sconfiggere, poi con la caparbietà di chi vuole vivere e deve, quindi, tenere il cancro all’ovaio al palo e non consentirgli di muoversi più di tanto, le persone che ti stanno intorno e anche quelle che ti seguono sui social non ne possono più! Ma non posso e non voglio fermarmi, desidero con tutta me stessa far arrivare le mie parole, la mia voce in ogni rivolo dove possa trovarsi una donna e portarle un’informazione che è giusto che abbia. Essere informate è fonte di salvezza, conoscere i tumori ginecologici significa imparare a conoscersi meglio, sapere cosa fare, come comportarsi. Richiamare l’attenzione su questi tumori che colpiscono tantissime donne ogni anno è il mio imperativo come donna e come scrittrice: se posso fare qualcosa per le donne la faccio! Il mio monito è: state attente a voi stesse, ascoltate il vostro corpo, informatevi, non abbiate paura dell’informazione, della prevenzione sono azioni che possono salvare la vita. ACTO onlus – Alleanza contro il tumore ovarico è la capofila della prima e unica rete di associazioni pazienti impegnata nella lotta contro il tumore ovarico e i tumori ginecologici. Andate sul sito ACTO Onlus (https://www.acto-italia.org/it) e restate informate! Personalmente sono impegnata sul cancro all’ovaio, del quale si parla ancora pochissimo e ancor meno dei suoi sintomi, nonostante gli sforzi messi in campo. Ho deciso, quale scrittrice, di fare la mia parte e ho scritto ABBI CURA DI TE (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com) per far sapere a quante più donne possibile che esiste il cancro all’ovaio e a cosa devono stare attente. Si dice Aiutati che il ciel ti aiuta… non perdiamo l’occasione di sapere e far sapere! Parlare di cancro, raccontare la propria esperienza induce l’altra o l’altro che sente a mettersi in ascolto. Anche se all’inizio sarà spaventato, rifletterà sulle parole ricevute e forse andrà ad informarsi, forse deciderà di controllarsi e chi ha parlato, forse, avrà salvato una vita!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 20 settembre 2021
Mi rendo conto che dopo cinque anni che combatto, all’inizio nel tentativo di sconfiggere, poi con la caparbietà di chi vuole vivere e deve, quindi, tenere il cancro all’ovaio al palo e non consentirgli di muoversi più di tanto, le persone che ti stanno intorno e anche quelle che ti seguono sui social non ne possono più! Ma non posso e non voglio fermarmi, desidero con tutta me stessa far arrivare le mie parole, la mia voce in ogni rivolo dove possa trovarsi una donna e portarle un’informazione che è giusto che abbia. Essere informate è fonte di salvezza, conoscere i tumori ginecologici significa imparare a conoscersi meglio, sapere cosa fare, come comportarsi. Richiamare l’attenzione su questi tumori che colpiscono tantissime donne ogni anno è il mio imperativo come donna e come scrittrice: se posso fare qualcosa per le donne la faccio! Il mio monito è: state attente a voi stesse, ascoltate il vostro corpo, informatevi, non abbiate paura dell’informazione, della prevenzione sono azioni che possono salvare la vita. ACTO onlus – Alleanza contro il tumore ovarico è la capofila della prima e unica rete di associazioni pazienti impegnata nella lotta contro il tumore ovarico e i tumori ginecologici. Andate sul sito ACTO Onlus (https://www.acto-italia.org/it) e restate informate! Personalmente sono impegnata sul cancro all’ovaio, del quale si parla ancora pochissimo e ancor meno dei suoi sintomi, nonostante gli sforzi messi in campo. Ho deciso, quale scrittrice, di fare la mia parte e ho scritto ABBI CURA DI TE (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com) per far sapere a quante più donne possibile che esiste il cancro all’ovaio e a cosa devono stare attente. Si dice Aiutati che il ciel ti aiuta… non perdiamo l’occasione di sapere e far sapere! Parlare di cancro, raccontare la propria esperienza induce l’altra o l’altro che sente a mettersi in ascolto. Anche se all’inizio sarà spaventato, rifletterà sulle parole ricevute e forse andrà ad informarsi, forse deciderà di controllarsi e chi ha parlato, forse, avrà salvato una vita!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 20 settembre 2021
BUON SESSANTESIMO MERAVIGLIOSO COMPLEANNO!
Certo sessant’anni fa un po' anziano… nell’aria si spanda il sapore del passato, del vissuto, di quel che è stato e di quel che è sfuggito. Si inizia, quasi inconsapevolmente, a parlare di ricordi, a citare aneddoti della propria vita come fossero accaduti ieri… e sono passati trent’anni da quel giorno, da quel momento che sta, chissà perché, volteggiando nella nostra testa ripescato da una parola, un sorriso, una chiacchera che non c’entra niente. È così che va… è questa la sensazione. A un certo punto, quando si raggiunge un’età che ti chiama a fare i conti con chi sei stato e sei adesso, sono i ricordi che vai a sfogliare il tuo presente. Diventa tempo di raccolto e sei hai cercato di seminare bene, il raccolto sarà buono… E’ questo che mi domando con pudore ogni giorno e cercando di essere buona con me stessa. Ho imparato nella vita a perdonarmi, nelle mancanze, nelle distrazioni, negli errori ma facendone tesoro per non sbagliare ancora. Ho imparato ad assumermi le responsabilità delle mie scelte, fino in fondo, con convinzione e ne sono sempre stata felice anche se mi hanno creato tante difficoltà. Ma si diventa onesti e sinceri, con sé stessi e con gli altri, questa è la sensazione più bella… che può costare cara. Il prezzo da pagare per la propria libertà interiore. A volte resta la solitudine a farti compagnia, ma se la vivi assaporandone i contorni ti rende libero e le persone che ti restano accanto sanno leggere al di là, insieme a te vedono lo stesso tramonto e la stessa alba e nessun giorno, allora, resta senza significato. Le rughette che guarniscono il mio viso sono le mie migliori consigliere, le gambe che avvisano quando, per te, le giornate devono finire, il pancino che inizia a fare storie se non gli dedichi le dovute cure, l’alba che mi sorprende sempre più spesso mi dicono che sono proprio sessanta e non un giorno di meno. Mi trovano felice questi sessant’anni, mi trovano qui, pronta a rendergli l’amore per me stessa che mi hanno dato soprattutto nei ultimi cinque anni con il “bastardello”, sgradito ospite, a ricordarmi ogni giorno che la vita è adesso e bisogna viverla assaporandone tutti gli odori. Che partano pure i festeggiamenti per oggi e per tutto l’anno con la mia amata famiglia e i miei amici cari che mi stanno al fianco, che mi sostengono, che mi stringono forte quando sono triste, che mi abbracciano e non smettono di avere il coraggio di vivere, vivere comunque questa meravigliosa vita in ogni sua declinazione!
Luisanda Dell’Aria
Roma 14 settembre 2021
Luisanda Dell’Aria
Roma 14 settembre 2021
DOPO I PRIMI GIORNI DI SGOMENTO
DOPO I PRIMI GIORNI DI SGOMENTO, sentito, urlato, vissuto… la timidezza riprende le redini in mano e lo sgomento diventa un borbottio sommesso di nuovo pronto a dar tutto lo spazio delle nostre libertà, alla leggerezza. E, per carità, la leggerezza è una mongolfiera salvifica sulla quale è obbligatorio salire ogni tanto e doveroso scendere, tuttavia, quando è necessario. E forse adesso lo è… Tante donne afghane hanno lanciato appelli alle donne occidentali, noi, affichè attraverso i social, ai quali possiamo e potremo continuare ad accedere in piena tranquillità continuassimo a parlare di loro, della loro situazione, dei loro bambini e ragazzi, di quello che sta succedendo e di quello che accadrà. Le immagini raccontano del tentativo di donne che con cartelli alla mano, rivendicano il mantenimento dei propri diritti, uno fra tutti, il diritto al lavoro. I talebani, in risposta, kalashnikov alla mano, sparano interminabili raffiche in aria per disperderle, impaurirle, spaventarle. Il coraggio di quei drappelli di donne, le più coraggiose, le più indomite, quelle hanno respirato e trasformato in nuova vita l’aria di libertà che, in qualche modo, tra mille difficoltà, ha attraversato gli ultimi vent’anni… quel coraggio che vive nel cuore, nelle cicatrici, nel passato di queste donne ci deve far riflettere. Ci deve fare uscire dal nostro bel salotto dorato e parlare, parlare di loro, parlare per loro. Qualcuno mi dice “E’ la loro cultura… non cambierà mai niente!” I diritti civili stanno finendo nella più buia delle cantine. Calpestarli, bruciarli, oltraggiarli non è la loro cultura ma la lettura più cruda, più immonda e incomprensibile di una religione che dice altro. Mi dicono anche che non serve e non servirà a nulla parlare sui social della situazione. Non so se non servirà a nulla ma non me la sento, in tutta onestà di non provare a raccogliere l’appello accorato di queste donne. lo sento come un dovere morale. Ora che anche l’ultima roccaforte della resistenza è caduta ed è tutto in mano ai taleban… gli studenti del Corano, sono ancora più triste!
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma, 8 settembre 2021
SONO GIORNI CHE CERCO LE PAROLE
SONO GIORNI CHE CERCO LE PAROLE, sono giorni che penso come esprimere i miei pensieri e non trovo il bandolo della matassa… tutto gira intorno a tristezza e angoscia. Si, tristezza e angoscia per quelle persone, donne e bambini e anche uomini, che hanno avuto semplicemente la sfortuna di nascere nel posto sbagliato. Che hanno, tutti i giorni, la sfortuna di non poter vivere il proprio tempo in libertà. La libertà delle piccole cose e delle grandi cose. Che devono lottare per essere quello che sono: donne, bambini. Che a cinque anni, a sette anni devono capire cose che un adulto ha difficoltà a comprendere e spiegare… Come si spiega a un bambino che la mamma non può più farsi vedere e deve indossare un abito che si chiama burka e la copre integralmente; non può più uscire di casa se non accompagnata da un uomo; non può più parlare se non per rispondere alle domande di un uomo; non può più lavorare; non può più esprimere le proprie idee; vivere i propri sogni; nutrire delle ambizioni… Come si spiega a un bambino che non può più giocare, correre, ridere, scherzare, sfidarsi con i propri compagni nel volo degli aquiloni… come si spiega! Come si spiega che non si può più studiare, non si può più sperare in futuro migliore… Li vedo lì, gli aquiloni, davanti a me, liberi di volteggiare nell’aria, che cercano, in una spiaggia qualunque, un bambino per poter giocare e lo troveranno, lo troveranno sicuramente un bambino per giocare perché qui siamo nell’altra metà del mondo dove abbiamo avuto la fortuna di nascere e crescere… liberi!
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma, 3 settembre 2021
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma, 3 settembre 2021
TU NON SAI CHI SONO IO…
TU NON SAI CHI SONO IO… dito puntato, tono alto o basso ad aumentare la velata (e neanche tanto) minaccia, sopracciglio alzato. C’è sempre un sopracciglio alzato che accompagna la scena e busto in avanti, verso l’interlocutore.
Che strana frase, contiene tutto l’egoismo del quale siamo capaci. Una discussione, magari banale, che degenera nell’incomprensione e nell’arroganza. Il bisogno di dimostrare chi è il più forte, chi ha ragione o non accetta di avere di torto o, comunque, non accetta di essere apostrofato in qualche modo sgradevole e fuori luogo. Quando parte la rivendicazione del Tu non sa chi sono io… c’è sempre il desiderio di ristabilire il proprio status rispetto all’altro con la convinzione di essere diversi, superiori, migliori. L’invito, forte e determinato, è a stare in guardia, a stare attenti… altrimenti!! Ma perché, al di là dello status, c’è qualcuno che merita di essere maltrattato, apostrofato, offeso…? O c’è qualcuno il cui status autorizza l’ira verbale? Sono sicura di no, sono sicura che qualunque lite possa trovare una composizione con un po' di educazione sociale, con un po' meno di egoismo che troppo spesso ci fa sentire migliore dell’altro.
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 12 agosto 2021
Che strana frase, contiene tutto l’egoismo del quale siamo capaci. Una discussione, magari banale, che degenera nell’incomprensione e nell’arroganza. Il bisogno di dimostrare chi è il più forte, chi ha ragione o non accetta di avere di torto o, comunque, non accetta di essere apostrofato in qualche modo sgradevole e fuori luogo. Quando parte la rivendicazione del Tu non sa chi sono io… c’è sempre il desiderio di ristabilire il proprio status rispetto all’altro con la convinzione di essere diversi, superiori, migliori. L’invito, forte e determinato, è a stare in guardia, a stare attenti… altrimenti!! Ma perché, al di là dello status, c’è qualcuno che merita di essere maltrattato, apostrofato, offeso…? O c’è qualcuno il cui status autorizza l’ira verbale? Sono sicura di no, sono sicura che qualunque lite possa trovare una composizione con un po' di educazione sociale, con un po' meno di egoismo che troppo spesso ci fa sentire migliore dell’altro.
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 12 agosto 2021
L’INCIDENTE
Una mattina che lascia il segno, che non avrei voluto vivere… Momenti in cui davvero ti chiedi perché è successo, perché proprio a loro che tanta sofferenza avevano già conosciuto. La chiesa piena di giovani e meno giovani a dare amore immersi nelle lacrime che non trovano freno. Trentaquattro anni volati in un istante, spezzati in un istante. Sarebbero bastati pochi attimi di ritardo o di anticipo e la sua moto non avrebbe incontrato la macchina: il momento non sarebbe arrivato. Ma forse il momento doveva arrivare e non sapremo mai perché e perché così presto. Non sapremo mai perché la giovane vedova, straziata dal dolore, dovrà crescere da sola tre bimbetti che non riescono a comprendere perché il papà non torna a casa. Un’istante e un numero indefinito di famiglie è precipitato nell’abisso del dolore e dell’amore che non potranno più dare, che non potranno più ricevere: chi ha provocato l’incidente, chi lo ha subito! Avvolti nel dolore camminano, tutti, su una strada che non volevano conoscere, che non pensavano di dover percorrere. E da oggi i ricordi danzeranno la loro musica straziante scandendo le ore, accompagnando i giorni attraverso tutto l’arcobaleno dei colori, iniziando dai più foschi. Lentamente sbiadiranno verso i grigi, attraversando un tempo, che solo il proprio cuore può conoscere, che solo il proprio cuore carico di cicatrici può trasformare di nuovo in un timido sorriso.
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 28 luglio 2021
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 28 luglio 2021
LE ALTRE CULTURE
LE ALTRE CULTURE hanno sempre attirato la mia attenzione, amo credere che nella conoscenza del diverso da me ci sia tanta ricchezza di cui godere per crescere, per diventare migliori. La mente aperta mi dà il sapore dello spazio libero dove poter mettere molto e gli occhi hanno imparato, nel tempo, a vedere e non si limitano più a guardare. I ragionamenti partono spontanei senza tuttavia arrivare a nulla che possa spiegarmi, possa davvero farmi capire quale… (non so trovare la parola adeguata) esprime il dover portare velo e abito in spiaggia perché donna e costume perché maschio. Sole di luglio allo zenit! Il mare, una sconfinata tavola azzurra e una leggerissima risacca a far compagnia a lei, che aspetta il bagno rinfrescante di lui. La battaglia dentro di me continua per ore, cerco risposte che non riesco a trovare, cerco spiegazioni che non riesco a capire e questa distanza che si crea tra me e lei mi lascia l’amaro in bocca. Mi sento triste e non so se è giusto, mi sento più fortunata e non so se è onesto, mi sento più libera di essere e non so se lo merito davvero. Posso davvero permettermi di indagare il suo perché? Posso davvero permettermi di “osservare” la sua libertà? Avrei voluto… ma lei non poteva!
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma, 23 luglio 2021
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma, 23 luglio 2021
SONO ARRABIATISSIMA!
Non ho fotografie, non ho potuto, mi ha fatto troppo male quello che ho visto ma, sono sicura, che voi vedrete quello che ho visto io e ve rammaricherete insieme a me. Ho visto la dignità dimenticata, ho visto la dignità sepolta… chissà perché! Chissà perché nessuno dei sanitari ha riflettuto, ha ragionato sulla necessità di offrire un semplice lembo di lenzuolo, sufficiente a garantire la dignità della Signora, bisognosa del loro soccorso, probabilmente sola in casa. Nel caldo pomeriggio che ha fatto compagnia a tutti, un camion dei pompieri seguito da un’ambulanza sono arrivati nella piccola via dove abito, occupandola tutta. Nel palazzo di fronte al mio qualcuno era in difficoltà. La curiosità è la mia maestra, attingo sempre dai respiri e sospiri che mi circondano tutti i giorni. E così sono rimasta affacciata a guardare, più che altro attirata dal grande camion dei pompieri. Mai pensavo che mi sarei trovata di fronte a tanta scanzonata dimenticanza. Dopo l’intervento dei vigili del fuoco, i sanitari tirano fuori la barella e la lasciano davanti al portone portando all’interno del palazzo solo il telo arancione con i manici per il trasporto del paziente. E fin qui, ho pensato, tutto bene, magari le scale sono strette e così lo sballottano di meno… scendono più tranquilli. Li vedo uscire dopo un po'… nel telo una vecchina, piccola piccola, le gambe secche secche, una canottiera e il pannolone… basta… niente altro…!! Tutta la sua dignità era nel suo atteggiamento tranquillo e nei suoi capelli pettinati. Quattro sanitari che la portavano… nessuno ha pensato a coprirla. Che vergogna! Mi sono vergognata per loro e ancora mi rammarico perché non ho potuto fare niente. Dopo qualche ora vedo i lampeggianti che illuminano la strada e torno ad affacciarmi. Ancora l’ambulanza. La vecchina tornava a casa. Questa volta la mettono su una sedia a rotelle e questa volta ha con sé un lenzuolo verde per coprirsi. Altri sanitari che non hanno dimenticato, che non hanno sepolto la dignità chissà dove, l’hanno aiutata. Il mio grazie va questi sanitari e a tutti quelli come loro. Non possiamo dimenticare di proteggere la dignità delle persone… in nessuna situazione!
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda dell’Aria
Roma, 21 luglio 2021
LA BELLEZZA
LA BELLEZZA la cogli nei piccoli gesti, negli sguardi… Così! Spontanea e naturale, di una madre e un figlio in un giorno d’estate al mare. Li guardo, azzardo la richiesta: una fotografia. Fermo il momento, l’istante dei suoi 93 anni, la sua eleganza, la loro dolcezza. Mi ringraziano della mia cortesia. Ma non mi devono ringraziare… ho rubato amore!
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Santa Marinella 19 luglio 2021
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Santa Marinella 19 luglio 2021
SU FILI IMMAGINARI
Così mi è venuta l’idea… li ho presi tutti, i pensieri, e li ho portati con me… per un lavaggio leggero, pieno di verde, di alberi, di fronde che ti vengono in contro. Lavaggio lento… a mano a mano, un passo dietro l’altro. L’odore dell’erba appena tagliata e la terra appena smossa accompagnano i pensieri più densi e li stendono sul primo filo; i sassetti sotto le scarpe si prendono invece i pensieri spigolosi che però finiscono sullo stesso filo; il sole sdraiato sugli alberi sceglie i pensieri più caldi, quelli che fanno le carezze; sul filo c’è ancora spazio e li mette lì. I gradini di fronte a me portano su un viottolo dove le cime sembrano quasi toccarsi e la luce splendente tra le foglie si prende i pensieri più romantici, quelli che spesso teniamo troppo da parte, un po' nascosti e li acquieta vicino ai pensieri densi; il terreno umido, che costeggia il laghetto dove tre anatre in fila indiana fanno la loro passeggiata, pesca i pensieri dolorosi… tira un altro filo e li stende là. Soli, i pensieri dolorosi, si sentono forti ma dura poco… il viottolo si allarga in una radura circondata da imponenti pini dalle chiome grandi, ricche, maestose e alte quasi a toccare il cielo. Loro si prendono i pensieri più belli, quelli che alleggeriscono il cuore, la mente, rallegrano la pancia e danno da mangiare allo spirito e con la fierezza tipica della loro maestosità li stendono vicino ai pensieri dolorosi occupando quasi tutto il filo. Due scoiattoli si rincorrono tra i rami e saltando qua e là inciampano tra i pensieri ridanciani, quelli che mettono la bocca all’insù e contornano la luce degli occhi con le zampette di gallina; li portano al filo e occupano l’ultimo spazio. Ora li osservo con cura, i miei pensieri, tutti stesi di fronte a me nel rumoroso silenzio che solo la natura sa darti, se ne stanno beati e io pure. E devo dire che, a ben vedere, quelli dolorosi, che non sono più soli anzi stanno in bella compagnia, occupano lo spazio più piccolo e circondati da tutti gli altri si sentono anche meno tristi, meno soli e sono pronti, adesso, a far parte della giostra della la vita, una giostra bellissima… e a volte basta passeggiare sul suo cerchio per vedere quell’oltre che non riusciamo sempre a scorgere. Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 8 luglio 2021
Luisanda Dell’Aria
Roma 8 luglio 2021
VOLTI E IMMAGINI
Scatti rubati dai miei occhi curiosi attirati da qualcosa di sottile e impalpabile. Volti e immagini che esprimono. Volti e immagini che parlano senza parlare. Emozioni lasciate andare attraverso un gesto, un abito, una sciarpa, un taglio di capelli, un’espressione… Parlano di libertà, parlano di sentimenti, di sorpresa e rimestio di pensieri; mi perdo a immaginare il loro dietro gli occhi che non posso conoscere ma posso solo catturarne l’attimo in corsa. Quell’attimo mi attira e lo fermo; mi attira la sua semplicità, la sua onestà, il suo essere all’oscuro che lo stavo catturando e quindi il suo essere libero e sincero, senza posa, senza preparazione. Mi attira sempre la libertà, soprattutto la libertà degli altri, di essere come vogliono essere nelle loro scelte, nelle loro espressioni senza la formalità di una pre scena. Scatto di nascosto con la velocità di un ladro, catturo l’occasione, che altrimenti andrebbe perduta, di infrangere un’intimità. Si, lo so, non si fa, ma non resisto di fronte all’emozione che sorprende…
Luisanda Dell’Aria
Roma 5 luglio 2021
Luisanda Dell’Aria
Roma 5 luglio 2021
IO SONO QUI!
Così non me l’aspettavo… Barcollo sì, lo ammetto! Dove la trovo la forza questa volta per sfoderare ancora il mio sorriso; eppure la devo trovare, non gliela voglio dare vinta. Sta sferrando un attacco fortissimo, non sono da meno! Lui, armato fino ai denti, resiste ad ogni mio contrattacco ma io sto qua, ferma, convinta di poter ancora combattere, convinta di poter resistere. Le gambe sono stanche, il mio fisico reclama attimi di requiem invisibili, nascosti da anni, impigliati nella vita precedente. Adesso ho questa vita, devo darle lustro, devo farla splendere. La testa, la testa è in fermento… cerca la forza, scava in ogni angolo per risalire la china, per rialzarsi ancora una volta. Ho questa vita e non posso deluderla. La forza è nel sorriso, lo dico sempre. Il sorriso contagia ogni singola cellula del mio corpo e mi trascina oltre le lacrime segrete, oltre i pensieri ai quali non voglio dare asilo, oltre le rughe immaginarie della mia vecchiaia verso il sorriso della mia nipotina che oggi ha compiuto i suoi meravigliosi cinque anni, verso il sorriso del mio nipotino che mi ha regalato un fiore bellissimo tutto per me, verso mio genero che mi stringe come se fossi la sua mamma, verso mia figlia che dal primo giorno della sua vita è la luce dei miei occhi, verso il più piccolo dei nipotini che allunga le braccine appena mi vede e grida nonna, vuole essere preso e abbracciato stretto stretto. Verso e oltre posso fare qualunque cosa, posso trovare ancora la forza, posso rialzarmi e camminare fiera di essere. E in una giornata come oggi dove la gioia e l’angoscia si sono mescolate inaspettatamente, posso dire, con assoluta certezza, che ha vinto ancora la gioia. La gioia di esserci, la gioia di vivere il momento che non ho lasciato fuggire, la gioia di ridere, la gioia di vivere. E quindi avanti tutta… ha vinto una battaglia cancraccio maledetto, non la guerra… non te lo scordare!! Io sono qui e intendo restarci!
Luisanda dell’Aria
Roma 2 luglio 2021
Luisanda dell’Aria
Roma 2 luglio 2021
MA IO LA CONOSCO
Un incontro bellissimo, oggi, al Bar Ugo dove abitualmente mi godo la colazione. Il caso ha voluto che mi alzassi tardi e arrivarsi un po' oltre il mio consueto orario e accaldata dall’afa, che oggi non ha risparmiato nessuno, decidessi di attardarmi per godermi, con la mia lentezza, il caffè e l’immancabile sigaretta. Così succedono le cose, per caso! Sono entrate due signore e si son messe a fare complimenti a Teddy, il mio bel pelosone che ormai mi accompagna ovunque; lui è molto riservato, non dà troppo confidenza, le guardava compiaciuto ma immobile come una sfinge allora mi sono messa a io parlare con le signore… e dopo qualche convenevole una di loro mi guarda e dice: - Io la conosco… lei è la signora di Abbi Cura Di Te.
La guardo annuendo e sorridendo incredula.
Lei continua: – L’ho letto, l’ho divorato… grazie!! Mi ha dato un’informazione importantissima. Sono troppo felice di incontrarla, non immagina quanto! E l’ho anche passato a un sacco di amiche.
Ecco… iniziare la mattina così, con un ritorno tanto carico di energia mi ha riempito il cuore… Il mio lavoro di tutti i giorni: parlare con le donne ovunque le incontri: al bar, al ristorante, nei negozi… ha un senso preciso: si chiama vita! La signora era raggiante, felice di potermi ringraziare allora le ho chiesto un selfie e le ho chiesto il nome: si chiama Elisabetta Sanson e non ha avuto paura della parola cancro, ha letto e si è informata. Ora sa!
Abbi Cura Di Te gira, gira, le donne lo leggono, le donne non hanno paura, le donne sanno, le donne comprendono l’importanza di un’informazione che può salvare la vita!
Grazie!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 14 giugno 2021
La guardo annuendo e sorridendo incredula.
Lei continua: – L’ho letto, l’ho divorato… grazie!! Mi ha dato un’informazione importantissima. Sono troppo felice di incontrarla, non immagina quanto! E l’ho anche passato a un sacco di amiche.
Ecco… iniziare la mattina così, con un ritorno tanto carico di energia mi ha riempito il cuore… Il mio lavoro di tutti i giorni: parlare con le donne ovunque le incontri: al bar, al ristorante, nei negozi… ha un senso preciso: si chiama vita! La signora era raggiante, felice di potermi ringraziare allora le ho chiesto un selfie e le ho chiesto il nome: si chiama Elisabetta Sanson e non ha avuto paura della parola cancro, ha letto e si è informata. Ora sa!
Abbi Cura Di Te gira, gira, le donne lo leggono, le donne non hanno paura, le donne sanno, le donne comprendono l’importanza di un’informazione che può salvare la vita!
Grazie!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 14 giugno 2021
INSIEME SI VINCE!
Due donne fantastiche, due donne che hanno dato vita, insieme ad altre donne, ad una Associazione e a una Community rosa sul cancro al seno per aiutare chi si trova su questa difficile strada, per affrontarla meglio, per capire, per ritrovarsi… dopo che lo sbaraglio ci ha frullate, per ricominciare da capo a ridere, a truccarsi, a vestirsi, a ballare, a sentirsi belle, a stare bene con sé stesse. Dikadja Paes di ZITTOCANCRO e Teresa Giordano di Oltre lo specchio sono la vita che respira e che spinge avanti a gran forza per essere vissuta. Queste realtà, capitanate dalle Presidenti, fanno tanta informazione, tanta prevenzione perché le donne devono restare informate. Queste due fantastiche donne hanno deciso di parlare anche di cancro all’ovaio e io mi sono emozionata. Di questo cancro non si parla quasi mai e mai dei suoi sintomi e le donne continuano a non sapere, e le donne continuano a morire. Loro, queste donne meravigliose, hanno deciso di portare in giro la mia voce, il mio libro Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com), per aiutarmi a far sapere, per informare tutte le donne che esiste questo cancro e a cosa dobbiamo stare attente. Mi hanno intervistata, hanno messo sulla loro pagina social il mio libro, parlano del cancro all’ovaio nelle loro dirette. È una cosa importantissima, straordinaria che mi emoziona tantissimo… Quando le donne si mettono insieme sono un esercito invincibili, sono solidali, leali, coraggiose e non hanno paura di niente.
Grazie Dikadja Paes, grazie Teresa Giordano, grazie come donna e grazie a nome di tutte le donne.
Insieme si vince!!
Luisanda Dell’Aria
Roma 17 maggio 2021
Grazie Dikadja Paes, grazie Teresa Giordano, grazie come donna e grazie a nome di tutte le donne.
Insieme si vince!!
Luisanda Dell’Aria
Roma 17 maggio 2021
I MIEI PRIMI CINQUE ANNI
Ecco… ci sono arrivata e posso davvero festeggiare! Cinque anni da quel primo giorno, da quello start di partenza su una strada che non sapevo dove mi avrebbe condotta, come sarebbe stata. Era il 5 maggio 2016, entravo per la prima volta in sala operatoria con in tasca una diagnosi bruttissima di cancro all’ovaio… un bel IV stadio aggressivo e determinato nel volermi spazzare via. Io là, esterrefatta, annichilita ma con la schiena dritta verso il mio futuro tanto incerto ma pur sempre di futuro si trattava! Così convinta che dentro la sala operatoria che mi attendeva ci fosse il mio futuro da curare, anche quella mattina, i miei particolari: i capelli ben pettinati, un filo di trucco, due gocce di profumo. Si, mi sono dedicata a me stessa anche quella mattina con tanto amore, forse come mai mi ero dedicata. Non ho bisogno di scavare dentro di me per ritrovare quelle sensazioni, sono il tessuto che mi avvolge, mi riscalda e mi sostiene nella battaglia giornaliera contro il bastardello. Perché lui è lì, qualche volta nascosto, spesso in bella mostra ma indebolito dalla mia vita, dalla mia forza, dal mio urlare a tutte le donne che esiste e a cosa dobbiamo stare attente: possiamo difenderci se sappiamo, possiamo difenderci se ci informiamo. Cinque anni di battaglie, iniziate un normale 5 maggio del 2016, cinque anni di sfide, corse e rincorse. Si può inseguire l’avversario o si può imparare ad anticiparlo. I miei fantastici medici con la loro chirurgia e le loro strategie protocollari e me, con il sangue nelle vene che bolle per quanto lo faccio correre nella vita tutti i giorni, lo anticipiamo, lo sorprendiamo, lo bastoniamo. Non c’è spazio per lui, non c’è quello spazio che lui vuole e che a volte prova a reclamare. Non conosco la “leggerezza” di un follow up perché sto sempre in chemio, passando da una recideva all’altra; ho inventato la mia leggerezza, le ho messo il vestito più bello e quando mi sveglio la mattina ringrazio Dio e mi stringo la mano augurandomi buona giornata. Questi anni, non sapevo come sarebbero trascorsi, se sarebbero trascorsi, fin dove sarei arrivata; non sapevo come sarebbe andata, non sapevo se avrei fatto parte di quel numerino, così piccolo da spaventare, di donne che arrivano a cinque anni con una diagnosi come la mia… L’ho conquistato quel posto, con le unghie, con i denti ma soprattutto stringendo forte tra le mie mani ogni singolo giorno, imparando a volare tra le nuvole, a correre tra le gocce di pioggia, a riconoscere i raggi di sole dietro un cielo grigio e così voglio continuare a vivere senza fermarmi… mai! Non sapevo, soprattutto, come sarebbe stata la mia qualità della vita. Oggi, posso dire, è stata buona e lo sarà ancora perché la coccolo, la vezzeggio, la assecondo, la nutro, la riscaldo, la strappo al malcapitato cancro, ignaro del corpo che ha invaso e la corteggio senza rinunciare mai a essere quella donna, in ogni situazione e seppur nelle difficoltà, che sono sempre stata e desidero continuare a essere. Cammino la mia vita, ho rallentato il passo e riesco a scorgere le piccole emozioni nascoste dalla corsa. Le domande escono, a volte, fuori prepotenti e allora cerco di addomesticarle godendo del mio presente e lasciando libero il futuro di nascondere le sue incognite. Ho vissuto questi primi cinque anni con la mia meravigliosa famiglia al fianco, con i miei nipotini, con i miei amici cari, e con tutte le persone del DH ginecologico oncologico del Gemelli di Roma e dico persone perché desidero profondamente comprendere tutte le professioni e non dimenticare nessuno. Sono persone straordinarie, che ti accolgono tra le loro braccia, che ti fanno sentire viva, che si caricano le tue paure, le tue angosce, i tuoi sguardi smarriti, che camminano con te in cima al burrone, che non ti lasciano mai la mano… che ti regalano quella “normalità” che aneli tanto, difficile da scovare, nascosta nelle pieghe del cancro e il sorriso esce, la risata fragorosa prende il sopravvento sul cancro e lo ridimensiona, lo costringe… e così deve essere, non facciamoci catturare dalla trappola della parola cancro, della situazione cancro; finché mi sento viva non può avere la mia leggerezza, la mia passione, la mia sensibilità, i miei desideri…
Lui continua a dare battaglia, io continuo a dare battaglia… Viva la mia vita straordinaria!
Luisanda Dell’Aria
5 maggio 2021
Ps: A tutte le donne di buona volontà che non hanno paura del domani
Lui continua a dare battaglia, io continuo a dare battaglia… Viva la mia vita straordinaria!
Luisanda Dell’Aria
5 maggio 2021
Ps: A tutte le donne di buona volontà che non hanno paura del domani
NON HO PAURA… PARLO, SCRIVO, DICO E VADO AVANTI!
Prove tecniche di scrittura
La voglia di scrivere è così discontinua che mi fa pensare a un’intermittenza involontaria dove la parte del leone la fa la pigrizia, non mentale, perché le idee sono tante ma proprio l’accavallarsi di queste e una profonda indecisione sull’impostazione mi tiene bloccata ai nastri di partenza. E allora cosa fare? Non lo so. Ho pensato che iniziare a scrivere il problema del mio blocco fosse la cosa migliore… io, che predico sempre l’importanza della scrittura per portar fuori problemi, dubbi, domande, inquietudini… io, proprio io, il problema, almeno, lo devo scrivere. Quindi eccomi qua a parlare del mio problema. Il mio problema è l’indecisione, la non convinzione che sia una storia interessante, quella di cui voglio parlare, la preoccupazione di non essere capace… è come se non mi sentissi libera. Ora che tutti sanno che c’è qualcosa in cantiere ho paura di deludere, di non essere all’altezza e allora me ne sto chiusa nel mio fortino e trovo mille scuse per non andare avanti. Ogni tanto faccio qualche piccolo passo e poi mi fermo di nuovo con le scuse più incredibili: è ora di pranzo, devo preparare… ma se non ho fame! Mangio lo stesso e ingrasso pure, invece di dimagrire che tanto lo desidero. È ora di cena, stesso discorso. Se mangiassi per la fame che ho dimagrirei in due settimane. Ma preparare il pranzo, la cena è anche un diversivo in questo lungo momento di pandemia che spesso ci porta in zona rossa o in zona arancione facendoci interrompere tutte le nostre relazioni e alterare le nostre abitudini. Si, questa pandemia ci sta mettendo a dura prova! Il mio desiderio più grande… campare con la penna in mano, scrivere di ogni cosa, commentare, ragionare… Ma perché non lo faccio? Devo togliere questa zavorra che ho messo ai miei piedi anzi alle mie mani e che mi impedisce di esprimermi. Sapete cosa mi fa venire in mente? Il burka con la griglia solo per gli occhi. Vedo solo davanti, non posso vedere ai lati, la mia visione di realtà è limitata e mi crogiolo in questo limite… che pazzia! Devo togliere questo pesante velo e lasciare libere le mie mani come lo erano prima. Solo le mie mani sanno acchiappare bene i miei pensieri e rimetterli in ordine. Loro sono lì, un po' confusi, un po' annoiati e vorrebbero essere invece spianati su un bel foglio di carta. Altra scusa fantastica? Portare Teddy a passeggiare, è sempre l’ora giusta per portarlo a camminare soprattutto se un attimo prima ho detto adesso mi metto a scrivere. Adesso, proprio in questo momento, ho detto adesso scrivo e subito un altro pensiero ha preso il sopravvento… no, chiamo prima Ilaria che è due giorni che mi ha chiamata e ancora non l’ho sentita. Così ho fatto ma la sfortuna è stata che non ha risposto quindi, esaurite le scuse, ho iniziato a scrivere questo che state leggendo. Un pezzo inutile, ma forse no, perché finalmente ho detto cosa mi impedisce di andare avanti. Ora ci devo fare i conti… chi sa che non funzioni davvero il pezzo di carta e la penna per ridicolizzare i problemi o quanto meno per renderli più alla portata, meno temibili, più affrontabili. Lo so benissimo che funziona, l’ho provato tante volte… e tante volte mi ha regalato, se non la soluzione, l’inizio della soluzione. Il segreto è non fermarsi, continuare a scrivere, continuare a trasformare in lettere scritte quello che ti passa per la testa… un gioco da ragazzi! Diventa un camminare a testa alta, buttare il velo, uscire allo scoperto, uscire da dietro il dito, respirare l’aria a braccia aperte. Significa cercare dentro sé stessi uno sprone che ci porti avanti, che ci spinge oltre quell’oltre che non vogliamo vedere ma che è necessario metabolizzare.
Luisanda Dell’Aria
Roma, 26 marzo 2021
La voglia di scrivere è così discontinua che mi fa pensare a un’intermittenza involontaria dove la parte del leone la fa la pigrizia, non mentale, perché le idee sono tante ma proprio l’accavallarsi di queste e una profonda indecisione sull’impostazione mi tiene bloccata ai nastri di partenza. E allora cosa fare? Non lo so. Ho pensato che iniziare a scrivere il problema del mio blocco fosse la cosa migliore… io, che predico sempre l’importanza della scrittura per portar fuori problemi, dubbi, domande, inquietudini… io, proprio io, il problema, almeno, lo devo scrivere. Quindi eccomi qua a parlare del mio problema. Il mio problema è l’indecisione, la non convinzione che sia una storia interessante, quella di cui voglio parlare, la preoccupazione di non essere capace… è come se non mi sentissi libera. Ora che tutti sanno che c’è qualcosa in cantiere ho paura di deludere, di non essere all’altezza e allora me ne sto chiusa nel mio fortino e trovo mille scuse per non andare avanti. Ogni tanto faccio qualche piccolo passo e poi mi fermo di nuovo con le scuse più incredibili: è ora di pranzo, devo preparare… ma se non ho fame! Mangio lo stesso e ingrasso pure, invece di dimagrire che tanto lo desidero. È ora di cena, stesso discorso. Se mangiassi per la fame che ho dimagrirei in due settimane. Ma preparare il pranzo, la cena è anche un diversivo in questo lungo momento di pandemia che spesso ci porta in zona rossa o in zona arancione facendoci interrompere tutte le nostre relazioni e alterare le nostre abitudini. Si, questa pandemia ci sta mettendo a dura prova! Il mio desiderio più grande… campare con la penna in mano, scrivere di ogni cosa, commentare, ragionare… Ma perché non lo faccio? Devo togliere questa zavorra che ho messo ai miei piedi anzi alle mie mani e che mi impedisce di esprimermi. Sapete cosa mi fa venire in mente? Il burka con la griglia solo per gli occhi. Vedo solo davanti, non posso vedere ai lati, la mia visione di realtà è limitata e mi crogiolo in questo limite… che pazzia! Devo togliere questo pesante velo e lasciare libere le mie mani come lo erano prima. Solo le mie mani sanno acchiappare bene i miei pensieri e rimetterli in ordine. Loro sono lì, un po' confusi, un po' annoiati e vorrebbero essere invece spianati su un bel foglio di carta. Altra scusa fantastica? Portare Teddy a passeggiare, è sempre l’ora giusta per portarlo a camminare soprattutto se un attimo prima ho detto adesso mi metto a scrivere. Adesso, proprio in questo momento, ho detto adesso scrivo e subito un altro pensiero ha preso il sopravvento… no, chiamo prima Ilaria che è due giorni che mi ha chiamata e ancora non l’ho sentita. Così ho fatto ma la sfortuna è stata che non ha risposto quindi, esaurite le scuse, ho iniziato a scrivere questo che state leggendo. Un pezzo inutile, ma forse no, perché finalmente ho detto cosa mi impedisce di andare avanti. Ora ci devo fare i conti… chi sa che non funzioni davvero il pezzo di carta e la penna per ridicolizzare i problemi o quanto meno per renderli più alla portata, meno temibili, più affrontabili. Lo so benissimo che funziona, l’ho provato tante volte… e tante volte mi ha regalato, se non la soluzione, l’inizio della soluzione. Il segreto è non fermarsi, continuare a scrivere, continuare a trasformare in lettere scritte quello che ti passa per la testa… un gioco da ragazzi! Diventa un camminare a testa alta, buttare il velo, uscire allo scoperto, uscire da dietro il dito, respirare l’aria a braccia aperte. Significa cercare dentro sé stessi uno sprone che ci porti avanti, che ci spinge oltre quell’oltre che non vogliamo vedere ma che è necessario metabolizzare.
Luisanda Dell’Aria
Roma, 26 marzo 2021
8 Marzo, Festa della Donna
Cari uomini…
Nel giorno della festa della donna scrivo a voi cari uomini, a voi che desiderate davvero essere al nostro fianco, a voi che riconoscete nella donna la forza, la capacità, la determinazione, la grazia, l’amore e non ne avete paura; a voi che partecipate la vita della donna che vi sta accanto e a cui state accanto camminando la stessa strada, vivendo gli stessi sentimenti, ambendo gli stessi traguardi senza confronti, arroganze e presunzioni ma solo desiderando lo stesso domani. Voi uomini, che vi riconoscete tra questi, scendete al nostro fianco nella battaglia per la vita che noi sosteniamo tutti i giorni e non solo l’8 marzo per poter essere donne senza permessi, senza vincoli, senza cortesie, senza autorizzazioni, senza chiedere ma solo nel rispetto dell’uno per l’altra. Siamo una civilissima nazione ancora troppo maschilista, ancora troppo abbarbicata ad antichi stereotipi che vedono il posto giusto della donna “dietro i fornelli” e guai ad ambire di più. La paura che pervade quel tipo di uomini è ben ancorata allo sconforto di non saper rinascere al nuovo ruolo di uomo che riconosce la donna nella sua volontà di essere a prescindere da lui. Voi, invece, che ci siete riusciti, voi che non avete paura delle donne, aiutateci nella nostra battaglia, insegnate loro cosa significa amare nel rispetto delle proprie volontà, dei propri desideri. Insegnate loro cosa significa gioire insieme per un successo, piangere insieme per una delusione; insegnate loro cosa è un progetto di vita insieme. Ma soprattutto insegnate loro cosa significa rispettare un altro essere umano, una donna, nella vita di tutti i giorni, in famiglia, al mercato, in macchina, in ufficio, per la strada, al bar… in quel “ogni dove” che il solo fatto di essere al mondo regala alla nostra vita. Noi e voi, insieme, possiamo farcela!
Evviva le donne!
Luisanda Dell’Aria
Roma 8 marzo 2021
Nel giorno della festa della donna scrivo a voi cari uomini, a voi che desiderate davvero essere al nostro fianco, a voi che riconoscete nella donna la forza, la capacità, la determinazione, la grazia, l’amore e non ne avete paura; a voi che partecipate la vita della donna che vi sta accanto e a cui state accanto camminando la stessa strada, vivendo gli stessi sentimenti, ambendo gli stessi traguardi senza confronti, arroganze e presunzioni ma solo desiderando lo stesso domani. Voi uomini, che vi riconoscete tra questi, scendete al nostro fianco nella battaglia per la vita che noi sosteniamo tutti i giorni e non solo l’8 marzo per poter essere donne senza permessi, senza vincoli, senza cortesie, senza autorizzazioni, senza chiedere ma solo nel rispetto dell’uno per l’altra. Siamo una civilissima nazione ancora troppo maschilista, ancora troppo abbarbicata ad antichi stereotipi che vedono il posto giusto della donna “dietro i fornelli” e guai ad ambire di più. La paura che pervade quel tipo di uomini è ben ancorata allo sconforto di non saper rinascere al nuovo ruolo di uomo che riconosce la donna nella sua volontà di essere a prescindere da lui. Voi, invece, che ci siete riusciti, voi che non avete paura delle donne, aiutateci nella nostra battaglia, insegnate loro cosa significa amare nel rispetto delle proprie volontà, dei propri desideri. Insegnate loro cosa significa gioire insieme per un successo, piangere insieme per una delusione; insegnate loro cosa è un progetto di vita insieme. Ma soprattutto insegnate loro cosa significa rispettare un altro essere umano, una donna, nella vita di tutti i giorni, in famiglia, al mercato, in macchina, in ufficio, per la strada, al bar… in quel “ogni dove” che il solo fatto di essere al mondo regala alla nostra vita. Noi e voi, insieme, possiamo farcela!
Evviva le donne!
Luisanda Dell’Aria
Roma 8 marzo 2021
SE VOLESSI SCRIVERE DI COVID, OGGI...
Ieri sera, come mi capita abbastanza spesso, non riuscivo a dormire e dopo aver letto per un paio d’ore ho deciso di contare le pecorelle perché comunque ero stanca e desideravo chiudere gli occhi. Così ho cominciato… 100 pecorelle, 99 pecorelle, 98 pecorelle, 97 pecorelle, 96 pecorelle… poi mi distraevo iniziando a pensare ad altro e la mia attenzione si ridestava accantonando il sonno. Qualche secondo per accorgermi e ricominciare a contare le pecorelle… ma niente i pensieri prendevano il sopravvento, non pensieri brutti o ansiosi, riflessioni su cose successe, sul come, sul quando. Vi capita mai? Fin da ragazza ho sempre amato dedicarmi del tempo per pensare e il momento migliore per vagare nella mia mente è sempre stato la sera… tardi, quando la vita rallenta, s’acquieta stordita dalla giornata, i rumori diventano sottili quasi nulli e il silenzio si spande nella casa. E così le povere pecorelle restano sole e non riescono ad addormentarmi perché la mia mente è avida di ragionamenti lenti, indiscreti, di salti di qua e di là alla ricerca di verità sfuggite e rintanate nella sveltezza con la quale troppo spesso viviamo la nostra vita. Passeggio attraverso interi anni, stagioni, decenni con salti enormi e la cosa che sempre mi stupisce è la facilità con la quale riescono ad agganciarsi ricordi tanto distanti tra loro in un rimpallo eccitante; cerco il collegamento che li unisce, a volte è un’immagine che mi rimanda a un’altra, a volte una parola, un pensiero… è tutto così collegato! Il momento così difficile che stiamo vivendo ci obbliga a riflettere, stiamo camminando nella storia e ancora in molti non se ne rendono conto, provo una preoccupazione profonda e un’emozione forte. La notte, quando tutto sembra normale, provo a fare un po' di ordine nelle mie agitazioni e iniziano i miei viaggi alla riscoperta della mia vita vissuta. Arrivano risate, grugniti e a volte anche qualche lacrima ma è tutto molto saporito, è la mia vita e mi piace tantissimo. Non nego, talvolta, di riuscire a risolvere qualche perché insistente che non voleva farsi vedere. Socialmente, politicamente, umanamente siamo provati da un anno di pandemia che non accenna a diminuire se non a seguito di importanti restrizioni che limitano le nostre libertà ma non è questo il punto, il problema è che le nostre libertà limitate determinano flessioni economiche di mercato che mettono in predicato le nostre piccole medio imprese. La nostra nazione è a forte vocazione di piccole medio imprese, le grandi imprese non sono molte e non costituiscono il tessuto sociale. Le dobbiamo proteggere come possiamo, facendo ognuno la sua piccola parte, aiutandole a restare in piedi… chi può… chi può, deve farlo! Un bar è una piccola medio impresa, un negozio di scarpe è una piccola medio impresa, un ristorante è una piccola media impresa, le nostre strade abitate da esercizi commerciali e studi professionali sono le nostre piccole medie imprese… è vero la preoccupazione è grande e ognuno cerca di tenere il proprio portafoglio chiuso per paura di un domani che non offre ancora chiarezza ma una piccola mano forse la possiamo dare tutti per tentare di tenere in piedi il nostro tessuto sociale. Possiamo provarci, possiamo riuscirci…
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma, 16 febbraio 2021
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma, 16 febbraio 2021
IL NOSTRO SORRISO è IL NOSTRO VESTITO...
Continuiamo a sentirci ancora un po' immortali, quasi come i super eroi nonostante la nostra avventura, quella strada così difficile che sia chiama cancro, che è anche una parola tormentata e nessuno la vuole pronunciare; viene camuffata, travestita, mascherata nel tentativo di renderla più leggera, più moderata, spaventare meno, allontanata dall’equivalenza morte. Andiamo a spassa con il cancro tutti i giorni e tutte le notti dorme con noi, nello spazio della nostra vita che si è voluto riservare, nello spazio dei nostri ragionamenti che gli vogliamo concedere. E poi ci sono i momenti più difficili e i pensieri non riescono ad essere più ordinati, si mescolano, tentano di fuggire come palloncini, il filo scappa di mano e prende il volo il pensiero disturbante, quello che fa dubitare delle nostre forze, del nostro coraggio, della nostra tenacia nel continuare la battaglia, perché lui si fa vedere e sentire, non molla, è lì… presente e ostinato più che mai. Lo sforzo a mantenere la rotta, a non perdere la direzione, in quel momento è grande. Mi tuffo dentro di me, annaspo nel mio groviglio tumultuoso, cerco la speranza, la forza che mi hanno portato fin qui… voglio proseguire la strada… E la costruisco metro dopo metro, la mia strada, con la convinzione, la determinazione di un super eroe che non intende mollare la presa dalla vita, che può fiaccare, indebolire, distruggere il malefico avversario, che non si stanca, che vuole ancora l’orizzonte. E vediamo cose che gli altri, anche con il massimo sforzo, non riescono a vedere perché siamo in un mondo parallelo, identico a quello dal quale veniamo, quello dei sani, ma diverso. Diverso per la sua incertezza, diverso per il suo essere vacillante, diverso per il suo essere molle e fluido ma dove abbiamo imparato a camminare rendendolo forte, consistente e poderoso, come l’altro; ne vediamo le sfumature, ne cogliamo gli odori, i sapori, i dolori, e nelle sfumature ci dondoliamo con leggerezza e quelle sfumature ci restituiscono leggerezza… è il sapore della vita, lo sentiamo la mattina quando ci svegliamo, lo sentiamo la sera quando fiduciose ci lasciamo andare al sonno. E cammino nella mia vita con quella fierezza che solo la consapevolezza del battito costante del mio cuore mi può dare. E allora avanti continuiamo a camminare, non molliamo mai, è la nostra strada e sappiamo come fare… il nostro sorriso è il nostro vestito, non dimentichiamo mai di indossarlo…
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma, 14 febbraio 2021
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma, 14 febbraio 2021
DOMARE IL CANCRO SIGNIFICA
Tutto può diventare più facile e più difficile, si, perché ogni cosa può essere il suo contrario e farci rendere conto di quanto sia relativo. Ogni nostra convinzione, ogni nostro assolutismo ha il suo punto di fuga, l’eventuale condizione che lo potrebbe rendere diverso e che noi non vediamo, stretti nei nostri ragionamenti. Poi accade “quel qualcosa” sorprendendoci indaffarati nella nostra quotidianità e le rimescola, le nostre convinzioni, senza pudori, senza riserve lasciandoci in bilico sulla cresta del nostro essere a decidere la strada da scegliere, dove girare, cosa pensare. Attoniti, impauriti sentiamo la quotidianità sfrangersi nel nuovo presente senza più contorni ma è un paradosso perché, anzi, la nuova realtà, il nuovo presente i contorni lì ha, e quello che ci spaventa è l’immediatezza che ci coglie nel vedere quanto questi contorni siano vicini a noi, quanto l’aria intorno sembra diminuita, l’orizzonte non sia più una linea in lontananza, il futuro non sia più quell’avanti in cui tutto è sempre possibile. La paura ci sembra poterla toccare, vedere, respirare, prendere per mano e così la rabbia, l’incredulità, lo sgomento assumono quegli spessori infastidenti come fossero persone sgradite. Scegliamo la difensiva, l’attacco è violento, dobbiamo capire quale sentimento, desiderio, volontà cavalcare ma la scossa è forte e il respiro affanna nel petto, cerca una via d’uscita, un paracadute, un barlume di luce che attutisca il colpo, che rinfranchi, che dica puoi farcela, prendi le redini in mano e doma l’imprevisto. Ma il cancro sembra essere molto di più di un imprevisto anche se ogni cosa, e quindi anche il cancro, è quello che noi con il nostro carattere, con il nostro modo di essere, con le nostre sensibilità, con le nostre pieghe del cuore, vogliamo che sia. Dargli dei contorni, una forma, poche pennellate che lo definiscano e lo mettano al nostro cospetto, ci rende consapevoli di chi è e cosa vuole fare e soprattutto cosa vogliamo fare noi, facendoci uscire dalla difensiva per combattere ad armi pari. La lotta è impari solo se decidiamo di restare nelle retrovie e facciamo decidere a lui il ritmo, il rumore, il respiro, il battito, l’incedere della nostra vita. Lo spessore che gli vogliamo dare lo decidiamo noi. C’è sempre la possibilità di scegliere, anche nel momento più difficile, la strada sulla quale si vuole camminare. Domare il cancro significa domare la paura, lo sgomento, l’ansia dell’ignoto, significa continuare a sorridere nonostante il cancro… Il tempo passa, la battaglia prosegue incessante, le recidive si rincorrono e ci scopriamo vivi tutte le mattine, così vivi che, a volte, non ci facciamo quasi più caso; accade come accadeva prima del cancro e la nostra abitudine a ritrovarci, a camminare nella nostra giornata ci trasporta in una tranquilla quotidianità forse meno sorprendente ma di sincero godimento perché quello di cui abbiamo bisogno è proprio la tranquillità di un tran tran che ci spaventa pensare di aver perso. E anche se il nostro tran tran è, adesso, abitato da visite, DH, analisi, brutte notizie e belle notizie, chemio e ancora chemio, è il nostro tran tran, quello che ci fa svegliare tutte le mattine e iniziare la nostra giornate come tante, in una tranquilla quotidianità. Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 30 gennaio 2021
Luisanda Dell’Aria
Roma 30 gennaio 2021
IL MIO LUOGO PRIVATISSIMO
Ci sono arrivata lentamente, camminando con cautela, senza disturbarli troppo i miei pensieri, indaffarati come erano a trovare una via d’uscita. Se li lasci sfogare diventano più nitidi e non ti infastidiscono la notte con il loro ribollire. È così che ho trasformato il foglio di carta in un luogo dove depositarli, dove lasciarli vivere liberamente fuori da me senza vincoli, senza limiti facendogli assaggiare la potenza del loro tessuto ma anche l’estrema debolezza quando liberati, soprattutto quelli segreti o comunque che era meglio tenere riservati. I pensieri segreti, una volta pronunciati, hanno bisogno solo del silenzio dall’altra parte, non cercano la discussione, non vogliono essere negati. La malattia c’è. La paura che scatena la malattia soprattutto. I significati che ne vogliono costituire la struttura portante anche. Quando ho capito che dovevo liberarli ho iniziato a portarli nel luogo che avevo inventato per loro, il foglio di carta, il mio luogo privatissimo dove potevo permettermi di essere felice, arrabbiata, furiosa, violenta, sarcastica, cinica… dove potevo permettermi di essere la parte bella e la parte brutta di me dentro la malattia senza contraltari, solo io, la mia malattia e il mio luogo segreto. Lì tutto diventa più leggero, più onesto. Posso permettermi di portare fuori la parte nascosta di me, quella più debole, e guardarla in faccia e anche se a volte le corde vibrano troppo forte non mi fermo, non mi lascio abbagliare dal tumulto e guardo fino in fondo, fino a che, in lontananza, non scorgo il mio impacciato sorriso che si arrampica tra le macerie e la parte debole torna serena, libera, leggera… e non è più debole. Succede ogni volta che trovo la voglia di scrivere, che trovo la voglia di insultare qualche fantasma troppo insistente, che lascio al desiderio lo spazio per esprimersi. Con quel foglio di carta, con quella penna… metto la malattia in un recinto e ne esco io, mi riprendo la libertà che tenta di togliermi con prepotenza, la libertà di vivere la vita come dico io. Ognuno di noi dovrebbe avere un luogo privatissimo per i pensieri più reconditi, dove nessuno può e deve accedere, un luogo dove tuonare il proprio risentimento o la propria felicità, senza commenti, senza sguardi, senza pause, senza incalzi… libero di essere. Un luogo dove lasciarsi andare… un luogo dove la memoria del presente è già passato ma è futuro che fa respirare. Prendi un foglio di carta e una penna e scrivi la tua libertà… e poi mi racconti.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 26 gennaio 2021
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 26 gennaio 2021
LA BEFANA VIEN DI NOTTE CON LE SCARPE TUTTE ROTTE
Eccomi qua… certo pure con le scarpe rotte!! Per me… situazione difficilissima, adoro le scarpe e ci tengo tantissimo… non le porterei mai in giro rotte!! Ho vissuto e vivo la mia vita amando le piccole cose e questo mi ha restituito sempre tanta serenità. E allora Buona Befana a tutti… oh no, non si dice, si deve dire Buona Epifania altrimenti tutte le donne ci restano male!! Ma quando mai… Noi scorrazziamo libere e tranquille e portiamo doni a tutti i bambini, ma proprio a tutti, anche quelli un po' birbanti. La Befana è divertente, simpatica, carina e irriverente. E si diverte con le piccole cose proprio come me. Quando parlo di piccole cose… a proposito quali sono per voi le piccole cose che vi fanno sorridere, star bene, vi rasserenano? Io intendo proprio piccole, per esempio godo come una pazza quando mando in giro per la casa Arcibaldo, il mio IRobot Roomba… un piacere pazzesco, lui pulisce e bene pure e io guardo. Il caffè e il cornetto al mattino rappresentano la rotta della mia giornata: dopo potete chiedermi qualunque cosa. Prima, lo confesso, siete a rischio vita! Anche se sono migliorata negli ultimi anni e riesco a parlare con le persone prima della colazione ma mai prima del caffè e sigaretta appena sveglia: quello sì è un momento pericolosissimo per chi mi sta accanto. Apparecchiare la tavola con attenzione, anche se sono sola, è come accarezzarmi, avere cura di me nel disincanto della realtà. Queste e mille altre, sono convinta, esprimono il senso della vita. Direte: è altro il senso della vita! Le piccole cose: un’attenzione verso un’altra persona, aver cura di noi e degli altri, la disponibilità nell’attimo di sconforto, fare un passo indietro al momento opportuno, vedere il bello e il buono nelle banalità che accompagnano i nostri giorni, saper tacere e avere le parole per dire… esprimono quello che siamo, i nostri valori, il nostro essere, il puzzle che siamo con i nostri giorni, le nostre esperienze, il nostro vissuto e le nostre speranze. E allora… siete andate a consegnare le vostre carezze, dolcetti e regalini a tutti i bambini?
Buona Befana
Luisanda dell’Aria
Roma, 6 gennaio 2021
Ps: Cara Befana leggi Abbi Cura Di Te e portalo a tutte le mamme e a tutte le donne. (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com)
Buona Befana
Luisanda dell’Aria
Roma, 6 gennaio 2021
Ps: Cara Befana leggi Abbi Cura Di Te e portalo a tutte le mamme e a tutte le donne. (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com)
BUON ANNO A TUTTI VOI
Siamo arrivati alla fine di questo anno a dir poco burrascoso che ci ha sicuramente dato qualcosa ma che ci ha tolto molto. E sono in difficoltà ad esultare, a gioire, a festeggiare; troppi lutti hanno accompagnato i nostri giorni per poter chiudere l’anno in bellezza. Troppe preoccupazioni e punti interrogativi sul domani per poter essere spensierati nel brindare. Ma la speranza in un anno migliore per tutti esce coraggiosa dal mio cuore per raggiungere ognuno di voi in un abbraccio affettuoso. Sono viva, siamo vivi in tantissimi e dobbiamo onorare chi non c’è più impegnandoci a rendere migliore questo mondo che ci ha voluto dare un segnale molto forte. Siamo troppo impegnati su noi stessi, troppo distratti da mille richiami di superficie che non sono mai un tempo dedicato. Anche una semplice telefonata perde il suo confine confondendosi nei messaggi e avvisi che arrivano ininterrottamente… tutti urgenti! Ma davvero non possiamo fermarci un attimo e dedicare, nel senso esclusivo del termine, cinque minuti ad un’altra persona? Davvero siamo così sopraffatti da sostituire una telefonata a una persona cara con un messaggio? Ognuno di noi nel suo piccolo può fare tanto, soprattutto in questo momento; la solidarietà, l’unione, l’amore, il rispetto rende un popolo forte e vorrei pensare che lo abbiamo capito tutti. Questo è il mio augurio più grande per un 2021 migliore e più felice. Buon Anno a tutti voi con tutto il mio affetto!
Luisanda Dell’Aria
Roma 31 dicembre 2020
Luisanda Dell’Aria
Roma 31 dicembre 2020
CARO BABBO NATALE
Caro Babbo Natale,
sono una donna con il cancro all’ovaio e vorrei salire sulla tua slitta per entrare con te in tutte le case e portare in dono alle donne il mio libro ABBI CURA DI TE (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com). È il mio regalo di Natale che dedico Alle Donne sane perché vi restino tutta la vita. Il mio grande sogno è poterle raggiungere tutte in tempo per informarle e io nei sogni ho sempre creduto, e anche nelle favole e non mi stancherò di credere e pretendere che sia un diritto di tutte le donne sapere che esiste il cancro all’ovaio e a cosa devono stare attente. Parlo a ogni donna che incontro sulla mia strada, non ne posso fare a meno perché se avessi avuto le informazioni che sto cercando di divulgare con ABBI CURA DI TE non mi troverei nella situazione nella quale mi trovo. E non riesco a sopportare che altre donne, ignare e inconsapevoli, possano trovarsi su una strada uguale alla mia solo per la mancanza della giusta informazione. La vita è un dovere, il dovere più bello e che arriva come un dono, aiutami a dir loro di non aver paura perché sapere e essere informate è l’unica possibilità che abbiamo per restare vive. La salute è un diritto ed è per questo che tutte devono sapere. Ma la vita bisogna proteggerla, amarla, stimarla, prendersene cura, consolarla nei momenti difficili, esaltarla nelle corse in pianura. In questo anno tanto difficile non mi sono mai fermata, continuo a combattere le mie battaglie, si, caro Babbo Natale sto combattendo due battaglie: contro il cancro all’ovaio e contro l’ignoranza, la non conoscenza. Sono due mostri che noi donne dobbiamo imparare a distruggere.
Cara Donna, amati ogni giorno, soprattutto quando tutto va male, è in quel momento che ne hai più bisogno. Non scoraggiarti di fronte alle difficoltà, cerca sempre nel tuo cuore il coraggio e la forza per affrontare la salita.
Buon Natale e Abbi Cura Di te
Luisanda Dell’Aria
Roma 24 dicembre 2020
sono una donna con il cancro all’ovaio e vorrei salire sulla tua slitta per entrare con te in tutte le case e portare in dono alle donne il mio libro ABBI CURA DI TE (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com). È il mio regalo di Natale che dedico Alle Donne sane perché vi restino tutta la vita. Il mio grande sogno è poterle raggiungere tutte in tempo per informarle e io nei sogni ho sempre creduto, e anche nelle favole e non mi stancherò di credere e pretendere che sia un diritto di tutte le donne sapere che esiste il cancro all’ovaio e a cosa devono stare attente. Parlo a ogni donna che incontro sulla mia strada, non ne posso fare a meno perché se avessi avuto le informazioni che sto cercando di divulgare con ABBI CURA DI TE non mi troverei nella situazione nella quale mi trovo. E non riesco a sopportare che altre donne, ignare e inconsapevoli, possano trovarsi su una strada uguale alla mia solo per la mancanza della giusta informazione. La vita è un dovere, il dovere più bello e che arriva come un dono, aiutami a dir loro di non aver paura perché sapere e essere informate è l’unica possibilità che abbiamo per restare vive. La salute è un diritto ed è per questo che tutte devono sapere. Ma la vita bisogna proteggerla, amarla, stimarla, prendersene cura, consolarla nei momenti difficili, esaltarla nelle corse in pianura. In questo anno tanto difficile non mi sono mai fermata, continuo a combattere le mie battaglie, si, caro Babbo Natale sto combattendo due battaglie: contro il cancro all’ovaio e contro l’ignoranza, la non conoscenza. Sono due mostri che noi donne dobbiamo imparare a distruggere.
Cara Donna, amati ogni giorno, soprattutto quando tutto va male, è in quel momento che ne hai più bisogno. Non scoraggiarti di fronte alle difficoltà, cerca sempre nel tuo cuore il coraggio e la forza per affrontare la salita.
Buon Natale e Abbi Cura Di te
Luisanda Dell’Aria
Roma 24 dicembre 2020
VERSO LA SCRITTURA
Il foglio bianco non mi ha mai spaventata e questo sicuramente è un vantaggio forse perché ho scritto tanto per lavoro o forse perché, come amo dire, sono nata con la penna in mano; mi piace scrivere, mi dà ristoro… così direbbe mia nonna. Scrivere apre il tuo mondo interiore, come leggere spalanca i mondi della fantasia e della intimità, sono avventure alle quali non si dovrebbe rinunciare… qualunque cosa si legga o si scriva è comunque un arricchimento. Mi piace viaggiare dentro e fuori di me e scrivendo lo riesco fare, non nascondo a volte la difficoltà ma è una passione e mi sono resa conto di riuscire ad esprimere le mie emozioni molto meglio con la penna in mano che raccontandole a voce. Perché? Perché la scrittura è intima, privatissima… si fa da soli! Puoi fare e disfare finché non trovi l’armonia di quel che vuoi dire; finché rileggendo le tue parole, il suono che producono non diventa melodia alle tue orecchie. Sì, melodia, le parole, se messe in fila ordinate nel verso giusto, sono musica. E così la fatica di concedersi alla penna e alla carta diventa carezza e consola i pensieri. Un giorno di tanti anni fa, con queste idee girellanti nella mia testa, ho deciso di provare a usare la penna non solo per l’ufficio, volevo parlare di sentimenti, di emozioni. Ero spinta a scoprire cosa sarebbe successo se avessi provato a lasciarmi andare, se avessi provato a lasciar fluire quello che sentivo. Desideravo capire se il piacere di giocare con la penna in mano nascondeva qualcos’altro al quale non avevo mai dato spazio per paura di non essere capace, per paura di essere banale, per paura… Mi sono trovata invischiata in un conflitto tra la ragione e il sentimento in un rapporto amoroso. E’stata un’esperienza bellissima, nata per gioco (il romanzo è stato pubblicato!) e oggi, sempre più, la penna è il mio strumento principale per sfogarmi, per rasserenarmi, per svuotare il secchiello dei pensieri. Non bisogna scrivere necessariamente libri e pubblicare, si può scrivere semplicemente quello che abbiamo voglia di scrivere, quello che abbiamo bisogno di scrivere. Arrivare ai nostri pensieri e scriverli su un pezzo di carta significa liberarli dall’incertezza di essere ascoltati e capiti. Sì, avete sentito bene, capiti; la scrittura fa chiarezza, pulisce, districa gli ingorghi e dona leggerezza.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 23 novembre 2020
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 23 novembre 2020
E SE SI FERMA IL VENTO...
Io, il cancro e… adesso come sto? Sto bene, rispondo, e mai risposta è stata più sincera; i disturbi che mi abitano sono diventati, con una certa comodità per me, robetta di fronte al problema che mi porto appresso. Il cancro cammina sempre con me, lui dietro le mie spalle, a volte cerca di superarmi, ma lesta e veloce tolgo il passo al disgraziato. Come si permette di volermi superare e battere lui la mia strada. La vita è mia, sono io a decidere cosa voglio scoprire ogni giorno. La vivo, la vita, con tutta la leggerezza possibile senza lasciare che la mia testa gli dia asilo, al cancro, nei pensieri. Senza lasciare che loro, i miei pensieri, cerchino affannosamente risposte che non posso trovare. Non so e non posso sapere il mio futuro quale sarà… Il mio futuro, che bella parola, non gli avevo mai dato il peso giusto, l’importanza che meritava di avere; lui, il futuro, quel tempo bellissimo, immaginario che ci divertiamo a sognare, a programmare, progettare, sul quale investiamo le nostre energie presenti e forse abbiamo investito le nostre energie passate. Lui, il futuro, è lì a portata di mano e non mi stanco di guardarlo, di osservarlo, di immaginarlo… Il vento soffia dalla mia parte. Sono in chemio terapia costante, passando da un medicinale ad un altro, per tenere a bada il bastardello ma il vento soffia dalla mia parte, le vele sono alzate e io navigo. A volte il mare è calmo, a volte è agitato e anche se diventasse tempesta la navigazione sarebbe più ardita ma si potrebbe ancora tornare al mare calmo. Il vero problema è se si ferma il vento… Me la sono posta tante volte questa domanda senza trovare una risposta e allora la accantono, la metto da parte nel sacchetto dedicato alle domande troppo fastidiose. Sono nel presente! Lui c’è, il presente, è bello e forte e insieme giochiamo anche a pensare al futuro o più facilmente al domani senza troppi perché e per come, vivendolo nella pioggia, nel freddo, nella primavera, nel sorriso dei bambini, nell’abbraccio di mia figlia. È lui, il presente, che mi carica di energia e mi spinge alla vita. È lui, come lo vedo io, pieno di me, di come ero, di come sono, di come vorrei essere e non sarò mai perché loro, i miei difetti, sono loro che mi hanno forgiata così come sono. Loro che combattono la battaglia più aspra contro il bastardello, loro i più esposti nei momenti più difficili; non i pregi… quelli piacciono a tutti; sono i difetti, nel mio presente, che ho imparato ad amare, a coccolare, a non temere, ad assecondare e ammansire quando proprio scalpitano per avere la prima scena e allora si placano e fanno l’ammoina con i pregi e mi continuano a sostenere… e il vento non si ferma! Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma, 10 novembre 2020
Luisanda Dell’Aria
Roma, 10 novembre 2020
E SE NE PARLA, FINALMENTE, SE NE PARLA... DI CANCRO ALL'OVAIO E DEI SUOI SINTOMI.
Parole importanti, chiare, limpide… una potenza di fuoco incredibile quelle della Dr.ssa Ketta Lorusso – Ginecologa oncologa al Gemelli, ha dedicato la sua vita alla ricerca, si occupa di terapie mediche e studi sperimentali.
Quattro anni fa, quando mi sono ammalata, raccontavo ai medici i sintomi che avevo avuto per molto tempo prima della diagnosi di cancro all’ovaio, chiedendo loro perché non si conoscevano, perché nessuno sapeva. Tutti – e dico tutti, mi rispondevano che non si potevano dire perché le persone si sarebbero spaventate troppo, considerato il genere dei sintomi sempre presenti in altre patologie comuni. Non mi sono fermata, ho scritto Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com) per informare tutte le donne a cosa dovevano e devono stare attente. Mi sembrava, e mi sembra ancora una pazzia, non trasferire un’informazione così importante. A un anno e mezzo dalla pubblicazione di Abbi Cura Di Te (5700 copie scaricate), l’intervento della Dr.ssa Ketta Lorusso mi ha riempito il cuore. Al Congresso Nazionale UNID del 17 ottobre scorso, con grande coraggio e determinazione ne ha parlato senza mezzi termini… “Sintomi talmente sfumati e talmente frequenti in altre patologie… il sintomo mal di pancia lo abbiamo tutti, è la reiteratezza del sintomo che va indagato…” E va oltre, spingendo forte sull’acceleratore… “Bisogna ricordare al medico di famiglia che il cancro all’ovaio esiste anche se è ancora raro.” Non si può più e non si deve più tacere… l’informazione è vita!!
Metterò tutta la forza che è in me, care Donne, per farvi sapere che il cancro all’ovaio esiste e a cosa dovete stare attente!
Luisanda Dell’Aria
Roma, 9 novembre 2020
Quattro anni fa, quando mi sono ammalata, raccontavo ai medici i sintomi che avevo avuto per molto tempo prima della diagnosi di cancro all’ovaio, chiedendo loro perché non si conoscevano, perché nessuno sapeva. Tutti – e dico tutti, mi rispondevano che non si potevano dire perché le persone si sarebbero spaventate troppo, considerato il genere dei sintomi sempre presenti in altre patologie comuni. Non mi sono fermata, ho scritto Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com) per informare tutte le donne a cosa dovevano e devono stare attente. Mi sembrava, e mi sembra ancora una pazzia, non trasferire un’informazione così importante. A un anno e mezzo dalla pubblicazione di Abbi Cura Di Te (5700 copie scaricate), l’intervento della Dr.ssa Ketta Lorusso mi ha riempito il cuore. Al Congresso Nazionale UNID del 17 ottobre scorso, con grande coraggio e determinazione ne ha parlato senza mezzi termini… “Sintomi talmente sfumati e talmente frequenti in altre patologie… il sintomo mal di pancia lo abbiamo tutti, è la reiteratezza del sintomo che va indagato…” E va oltre, spingendo forte sull’acceleratore… “Bisogna ricordare al medico di famiglia che il cancro all’ovaio esiste anche se è ancora raro.” Non si può più e non si deve più tacere… l’informazione è vita!!
Metterò tutta la forza che è in me, care Donne, per farvi sapere che il cancro all’ovaio esiste e a cosa dovete stare attente!
Luisanda Dell’Aria
Roma, 9 novembre 2020
VOGLIO, ANCHE PER IL CANCRO ALL'OVAIO, IL MESE DELLA PREVENZIONE.
O VOGLIAMO SOLO FARE FUNERALI?
Sì, care Donne è un post lungo ma lo dovete leggere e condividere…
Ottobre è il Mese Rosa per la prevenzione del cancro al seno e io, come posso, mi insinuo, sgomito, spingo, sbraito… L’attenzione per la prevenzione del cancro al seno si snoda in mille rivoli che non sono rivoli ma fiumi di informazione di portata gigantesca che coinvolgono milioni di persone attraverso campagne di sensibilizzazione promosse dallo Stato e dalle Associazioni. E così c’è il Mese Rosa, la Giornata, la Race for the Cure, per citarne alcune. Dagli anni settanta ad oggi, e quindi da Umberto Veronesi ad oggi, questo parlare, informare, spiegare l’importanza della prevenzione, dell’attenzione a sé stesse ha portato grandi risultati consentendo, sempre a più donne colpite dal cancro al seno, di uscire fuori dalla difficile avventura capitata. La perseveranza nell’insegnare, indicare, suggerire la strada della prevenzione attraverso controlli mirati ha cambiato il corso della storia. Evviva!!!
L’informazione sul cancro all’ovaio, che colpisce 5200 donne l’anno, ha diritto alla stessa attenzione eppure non se ne parla. Tutte le donne hanno diritto alla stessa attenzione. Il silenzio assordante intorno a questo cancro mi disturba e mi inquieta e non intendo restare zitta. Urlo, urlo più che posso, la sua esistenza e a cosa devono stare attente le donne. Mi è capitato! …e la cosa che non riesco ad accettare è che sia l’ignoranza a volermi uccidere. Se avessi saputo, conosciuto i campanelli d’allarme non mi troverei nella situazione nella quale mi trovo. Ho scritto Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com) per far uscire l’informazione da quei cassetti dove è restata e resta nascosta e portarla a tutte le donne. ACTO Italia, l’unica associazione a livello nazionale che si occupa di cancro all’ovaio, mi ha dato il patrocinio. Sono stata invitata da Associazioni Culturali, Scuole di Scrittura, Associazioni per l’informazione e la prevenzione che hanno intercettato il mio messaggio e sono andata a parlare alle donne, a raccontare loro che esiste anche il cancro all’ovaio, del quale nessuno parla, e a cosa devono stare attente. Desidero con tutte le mie forze che altre donne non si trovino spiazzate, incredule, sole… come è capitato a me e imparino a sapere cosa fare quando qualche campanello d’allarme fa capolino nella loro vita. Imparino quali sono i controlli da fare con giusta periodicità. Imparino a non aver paura. Imparino ad avere cura di sé. Come abbiamo imparato a non aver paura dei controlli per il cancro al seno e abbiamo cambiato così il corso della storia, parliamo di cancro all’ovaio, impariamo a difenderci e cambiamo tutte insieme il corso della storia.
Restiamo vive, con l’informazione si può!
Care Donna, facciamo rumore, tutte insieme, parliamo di cancro all’ovaio… tutte le donne devono sapere! Facciamo rumore… tanto rumore!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 4 ottobre 2020
Ottobre è il Mese Rosa per la prevenzione del cancro al seno e io, come posso, mi insinuo, sgomito, spingo, sbraito… L’attenzione per la prevenzione del cancro al seno si snoda in mille rivoli che non sono rivoli ma fiumi di informazione di portata gigantesca che coinvolgono milioni di persone attraverso campagne di sensibilizzazione promosse dallo Stato e dalle Associazioni. E così c’è il Mese Rosa, la Giornata, la Race for the Cure, per citarne alcune. Dagli anni settanta ad oggi, e quindi da Umberto Veronesi ad oggi, questo parlare, informare, spiegare l’importanza della prevenzione, dell’attenzione a sé stesse ha portato grandi risultati consentendo, sempre a più donne colpite dal cancro al seno, di uscire fuori dalla difficile avventura capitata. La perseveranza nell’insegnare, indicare, suggerire la strada della prevenzione attraverso controlli mirati ha cambiato il corso della storia. Evviva!!!
L’informazione sul cancro all’ovaio, che colpisce 5200 donne l’anno, ha diritto alla stessa attenzione eppure non se ne parla. Tutte le donne hanno diritto alla stessa attenzione. Il silenzio assordante intorno a questo cancro mi disturba e mi inquieta e non intendo restare zitta. Urlo, urlo più che posso, la sua esistenza e a cosa devono stare attente le donne. Mi è capitato! …e la cosa che non riesco ad accettare è che sia l’ignoranza a volermi uccidere. Se avessi saputo, conosciuto i campanelli d’allarme non mi troverei nella situazione nella quale mi trovo. Ho scritto Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com) per far uscire l’informazione da quei cassetti dove è restata e resta nascosta e portarla a tutte le donne. ACTO Italia, l’unica associazione a livello nazionale che si occupa di cancro all’ovaio, mi ha dato il patrocinio. Sono stata invitata da Associazioni Culturali, Scuole di Scrittura, Associazioni per l’informazione e la prevenzione che hanno intercettato il mio messaggio e sono andata a parlare alle donne, a raccontare loro che esiste anche il cancro all’ovaio, del quale nessuno parla, e a cosa devono stare attente. Desidero con tutte le mie forze che altre donne non si trovino spiazzate, incredule, sole… come è capitato a me e imparino a sapere cosa fare quando qualche campanello d’allarme fa capolino nella loro vita. Imparino quali sono i controlli da fare con giusta periodicità. Imparino a non aver paura. Imparino ad avere cura di sé. Come abbiamo imparato a non aver paura dei controlli per il cancro al seno e abbiamo cambiato così il corso della storia, parliamo di cancro all’ovaio, impariamo a difenderci e cambiamo tutte insieme il corso della storia.
Restiamo vive, con l’informazione si può!
Care Donna, facciamo rumore, tutte insieme, parliamo di cancro all’ovaio… tutte le donne devono sapere! Facciamo rumore… tanto rumore!
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 4 ottobre 2020
NELLA PARENTESI... HA LUI!
Se ne sta chiusa nella parentesi diventata ormai la sua vita. Vi si è adagiata lentamente, scalpitando, smaniando, ripetendo frasi, parole, nel tentativo di restare da questa parte… ma senza possibilità di riuscita, di frenata. Un mondo tutto suo, in quella parentesi, che non voleva conoscere e ora abita, e noi non possiamo raggiungere.
Le parole escono a sorpresa, qualche volta, anche loro stupite di oltrepassare la parentesi; appaiono sensate anche se slegate dal momento in sé. Attimi di vita passata… o presente; non possiamo sapere.
La osservo, la scruto con discrezione per desiderio di comprendere, mai di invadere il suo spazio segreto. Ma si può comprendere lo spazio segreto? Nessuno sa cosa si cela lì dentro, nessuno sa, veramente, cosa succede lì dentro. Quale groviglio di pensieri, pulsioni, sensazioni, battiti del cuore hanno trovato asilo e se lo hanno trovato o è l’illusione di chi è rimasto chiuso fuori. In quello spazio segreto entra solo suo marito con la naturalezza di cinquant’anni di matrimonio. Lui non è soltanto accanto, è dentro la sua testa e viceversa. Tra loro, in qualche modo, parlano. La sensazione è che insieme alla memoria sia svanita tutta la vita fino a quel momento ma la memoria emozionale è fusa nel nostro dna e nulla la può più cancellare. I sentimenti non si spengono nella non memoria… lui lo ha capito dal primo momento e il loro amore sta facendo il resto.
Si prende cura di lei con amore e sincerità, come fosse lì, come è sempre stato nei loro anni, e lei è lì… con lui. Stanno insieme anche in quell’altrove che non si comprende… Lo riconosce senza riconoscerlo, ricorda la “familiarità, si fida e si affida.
La tranquillità del suo essere in quella parentesi risponde all’amore di lui, al suo starle al fianco, mai dietro, mai davanti… al fianco in ogni sua necessità. Conserva istinti, emozioni e sentimenti che vengono da molto più lontano… sono insieme.
È lui, adesso, il suo modo di essere, di desiderare, di sperare, di sorridere… di vivere. Lei non ricorda niente di prima ma lo ama come prima; lui ricorda tutto e la ama ancora di più!
Ero timorosa, all’inizio, di dover affrontare la sua realtà, avevo paura di non essere all’altezza, di non sapere come comportarmi: vedendo lui ho imparato. La naturalezza dei suoi gesti, dei suoi pensieri, del suo farsi promotore di desideri mi hanno insegnato, senza parole, a parlare con lei, a entrare nel suo silenzio. Le prepara da mangiare, la imbocca, le domanda e si risponde ricordando i suoi gusti, le sue voglie… parla con lei, sempre; fuma con lei, guarda un film con lei. La sua assenza per lui è presenza. Il suo silenzio per lui è ascolto. La sua tranquillità per lui è amore. Tutti i giorni, da anni, costruisce la loro realtà privata, e la fa sentire al sicuro, tra le sue braccia, come sempre; le restituisce quella serenità che li accompagna da una vita.
Si chiama alzheimer , no, si chiama Gabriella e lui l’ha fatta restare persona, donna, moglie, mamma e nonna.
E io non ho altre parole ma quello che ho visto è l’amore oltre…
Roma, 11 settembre 2020
Luisanda Dell’Aria
Le parole escono a sorpresa, qualche volta, anche loro stupite di oltrepassare la parentesi; appaiono sensate anche se slegate dal momento in sé. Attimi di vita passata… o presente; non possiamo sapere.
La osservo, la scruto con discrezione per desiderio di comprendere, mai di invadere il suo spazio segreto. Ma si può comprendere lo spazio segreto? Nessuno sa cosa si cela lì dentro, nessuno sa, veramente, cosa succede lì dentro. Quale groviglio di pensieri, pulsioni, sensazioni, battiti del cuore hanno trovato asilo e se lo hanno trovato o è l’illusione di chi è rimasto chiuso fuori. In quello spazio segreto entra solo suo marito con la naturalezza di cinquant’anni di matrimonio. Lui non è soltanto accanto, è dentro la sua testa e viceversa. Tra loro, in qualche modo, parlano. La sensazione è che insieme alla memoria sia svanita tutta la vita fino a quel momento ma la memoria emozionale è fusa nel nostro dna e nulla la può più cancellare. I sentimenti non si spengono nella non memoria… lui lo ha capito dal primo momento e il loro amore sta facendo il resto.
Si prende cura di lei con amore e sincerità, come fosse lì, come è sempre stato nei loro anni, e lei è lì… con lui. Stanno insieme anche in quell’altrove che non si comprende… Lo riconosce senza riconoscerlo, ricorda la “familiarità, si fida e si affida.
La tranquillità del suo essere in quella parentesi risponde all’amore di lui, al suo starle al fianco, mai dietro, mai davanti… al fianco in ogni sua necessità. Conserva istinti, emozioni e sentimenti che vengono da molto più lontano… sono insieme.
È lui, adesso, il suo modo di essere, di desiderare, di sperare, di sorridere… di vivere. Lei non ricorda niente di prima ma lo ama come prima; lui ricorda tutto e la ama ancora di più!
Ero timorosa, all’inizio, di dover affrontare la sua realtà, avevo paura di non essere all’altezza, di non sapere come comportarmi: vedendo lui ho imparato. La naturalezza dei suoi gesti, dei suoi pensieri, del suo farsi promotore di desideri mi hanno insegnato, senza parole, a parlare con lei, a entrare nel suo silenzio. Le prepara da mangiare, la imbocca, le domanda e si risponde ricordando i suoi gusti, le sue voglie… parla con lei, sempre; fuma con lei, guarda un film con lei. La sua assenza per lui è presenza. Il suo silenzio per lui è ascolto. La sua tranquillità per lui è amore. Tutti i giorni, da anni, costruisce la loro realtà privata, e la fa sentire al sicuro, tra le sue braccia, come sempre; le restituisce quella serenità che li accompagna da una vita.
Si chiama alzheimer , no, si chiama Gabriella e lui l’ha fatta restare persona, donna, moglie, mamma e nonna.
E io non ho altre parole ma quello che ho visto è l’amore oltre…
Roma, 11 settembre 2020
Luisanda Dell’Aria
LA COSA PIU' DIFFICILE DA FARE... GESTIRE L'INFORMAZIONE.
Quando la ricevi e quando la dai. Ovviamente se l’informazione non è una bella informazione e porta in sé una notizia che non volevi ricevere. A volte non hai il tempo per sedimentarla e renderla, al tuo stomaco, più digeribile, perché magari quella notizia ha cambiato i tuoi piani immediatamente prossimi e non puoi fare a meno di comunicarla subito. Leggi e rileggi il tuo pezzo di carta cercando di dargli una forma più carina ma le parole sono lì, a dire quello che devono dire, un po' stupite anche loro di dover ammettere che “quello” c’è, è ancora lì, si è fatto più grosso, è un arrogante presuntuoso e non vuole mollare la presa…
Io… io devo digerire, e mi fumo un'altra sigaretta affidando al ricciolo di fumo la mia rabbia, sperando che la plachi. Si, perché ho questa fortuna, mi imbestialisco, non mi avvilisco… per la miseria se mi imbestialisco!! Inizio a cercare, nella mia testa, un modo per sfogarmi, incanalare questa rabbia, utilizzarla per camminare sulla mia strada dissestata e trasformarla ancora una volta in una fettuccia bella piana che corre tra campi coltivati e mi lascia vivere serena. Quando riesco a immaginare questa trasformazione è il momento per parlare e raccontare com’è andata. Quando inizi a parlare non sai mai se sei pronta davvero, lo capisci da come reagisci alle domande che tornano indietro. Solo pochi sanno ricevere un’informazione non bella senza scivolare nel melodrammatico o nel giornalismo di cronaca che tutto vuole sapere, anche il più piccolo dettaglio, per placare la propria sete e la propria ansia, meno attenti al fatto che la persona che sta riferendo la notizia è la diretta interessata. Quindi, se non ti senti pronta, resta ferma, perché le rispostacce fluirebbero libere seminando tempesta e non servirebbe a nulla. Anzi lascerebbero l’amaro in bocca, mettendoti nella condizione di dover chiedere scusa per la reazione: è frustrante. Non voglio dire che dobbiamo essere sempre noi a capire gli altri ma solamente che non possiamo chiedere agli altri di fare quello che noi non siamo disposti a fare. È così! Se proviamo, noi, a metterci nei panni delle persone che ci stanno vicino e ci ascoltano scopriamo che è molto difficile occupare quella posizione. Non sai mai cosa dire, in un determinato momento ogni parola può essere sbagliata, ogni atteggiamento fuori luogo, ogni considerazione inadeguata e improprie tutte le congetture sul futuro perché congetture. Il fatto è che vorresti parlare, essere ascoltata nel tuo sfogo rabbioso, ma non tanto ascoltare perché sei in quel momento in cui la tua supremazia primeggia e vuole sbaragliare tutto. È un po' come essere supereroe al contrario… ti senti nella posizione in cui pensi di poterti permettere tutto, anche far straripare il tuo verbo. Non è così! Provare ad ascoltare fa bene. A cosa? A sentirti persona e non cancro. A capire che le persone, ognuno a modo suo, vogliono stare accanto a te. A capire che non è facile stare accanto a una persona come te. Si, una persona come te… una persona con il cancro. Non c’è niente da fare, il cancro spaventa, il cancro dice urlando che la morte esiste e porta via “per sempre”, e quel “per sempre” non è la contestualizzazione di un momento ma è “per sempre” senza appello! Quindi adesso dopo le belle parole che hai buttato fuori come una pentola che bolle, comunica la tua notizia e ascolta tutto perché tutto è amore e anche gli altri hanno bisogno di te come tu degli altri. Forza, respira forte e racconta!
Roma, 31 agosto 2020
Luisanda Dell’Aria
Io… io devo digerire, e mi fumo un'altra sigaretta affidando al ricciolo di fumo la mia rabbia, sperando che la plachi. Si, perché ho questa fortuna, mi imbestialisco, non mi avvilisco… per la miseria se mi imbestialisco!! Inizio a cercare, nella mia testa, un modo per sfogarmi, incanalare questa rabbia, utilizzarla per camminare sulla mia strada dissestata e trasformarla ancora una volta in una fettuccia bella piana che corre tra campi coltivati e mi lascia vivere serena. Quando riesco a immaginare questa trasformazione è il momento per parlare e raccontare com’è andata. Quando inizi a parlare non sai mai se sei pronta davvero, lo capisci da come reagisci alle domande che tornano indietro. Solo pochi sanno ricevere un’informazione non bella senza scivolare nel melodrammatico o nel giornalismo di cronaca che tutto vuole sapere, anche il più piccolo dettaglio, per placare la propria sete e la propria ansia, meno attenti al fatto che la persona che sta riferendo la notizia è la diretta interessata. Quindi, se non ti senti pronta, resta ferma, perché le rispostacce fluirebbero libere seminando tempesta e non servirebbe a nulla. Anzi lascerebbero l’amaro in bocca, mettendoti nella condizione di dover chiedere scusa per la reazione: è frustrante. Non voglio dire che dobbiamo essere sempre noi a capire gli altri ma solamente che non possiamo chiedere agli altri di fare quello che noi non siamo disposti a fare. È così! Se proviamo, noi, a metterci nei panni delle persone che ci stanno vicino e ci ascoltano scopriamo che è molto difficile occupare quella posizione. Non sai mai cosa dire, in un determinato momento ogni parola può essere sbagliata, ogni atteggiamento fuori luogo, ogni considerazione inadeguata e improprie tutte le congetture sul futuro perché congetture. Il fatto è che vorresti parlare, essere ascoltata nel tuo sfogo rabbioso, ma non tanto ascoltare perché sei in quel momento in cui la tua supremazia primeggia e vuole sbaragliare tutto. È un po' come essere supereroe al contrario… ti senti nella posizione in cui pensi di poterti permettere tutto, anche far straripare il tuo verbo. Non è così! Provare ad ascoltare fa bene. A cosa? A sentirti persona e non cancro. A capire che le persone, ognuno a modo suo, vogliono stare accanto a te. A capire che non è facile stare accanto a una persona come te. Si, una persona come te… una persona con il cancro. Non c’è niente da fare, il cancro spaventa, il cancro dice urlando che la morte esiste e porta via “per sempre”, e quel “per sempre” non è la contestualizzazione di un momento ma è “per sempre” senza appello! Quindi adesso dopo le belle parole che hai buttato fuori come una pentola che bolle, comunica la tua notizia e ascolta tutto perché tutto è amore e anche gli altri hanno bisogno di te come tu degli altri. Forza, respira forte e racconta!
Roma, 31 agosto 2020
Luisanda Dell’Aria
21 GIORNI
Dentro 21 giorni metto tutto il mio tempo. Ogni volta, da 1 a 21! È scandito così il mio tempo ed è bellissimo, sereno, tranquillo. Tra 1 e 21 non ci sono notizie nuove e se sono fortunata posso ripetere ogni volta la magia del tempo sospeso, del tempo che non si chiama cancro, del tempo che è vita, pura, intensa…
In questo spazio riesco a non essere in attesa… di risultati, di sapere… Vivo! Il resto può aspettare il 21esimo giorno e poi con la tranquillità che accompagna solo coloro che sono sospesi, ascoltare la nuova notizia. In quel momento, un tumulto mi saccheggia ma non è in contraddizione con la tranquillità. La strada, ho imparato a cavalcarla e la mia tumultuosa tranquillità segue il tempo. Il tempo come musica, come note che scandiscono il mio incedere nelle emozioni, nei sapori… Si, anche sapori, perché la vita odora, odora di buono, se sai annusare bene!
E quell’odore, ti entra nel naso e non ti molla più come l’aroma del pane appena sfornato… e vorresti mangiarlo e la vita viverla, come era, anche se non è più, ma per me è ancora…
In ogni istante in cui guardo, scrivo, mangio, rido, piango, mi gratto il pizzico di una zanzara, gioco con i miei nipotini, abbraccio mia figlia, vado al mare con un’amica, gusto un piatto… insomma, in ogni istante vivo, respiro, sospiro, vivo! Che bello!
Roma, 29 agosto 2020
Luisanda dell’Aria
In questo spazio riesco a non essere in attesa… di risultati, di sapere… Vivo! Il resto può aspettare il 21esimo giorno e poi con la tranquillità che accompagna solo coloro che sono sospesi, ascoltare la nuova notizia. In quel momento, un tumulto mi saccheggia ma non è in contraddizione con la tranquillità. La strada, ho imparato a cavalcarla e la mia tumultuosa tranquillità segue il tempo. Il tempo come musica, come note che scandiscono il mio incedere nelle emozioni, nei sapori… Si, anche sapori, perché la vita odora, odora di buono, se sai annusare bene!
E quell’odore, ti entra nel naso e non ti molla più come l’aroma del pane appena sfornato… e vorresti mangiarlo e la vita viverla, come era, anche se non è più, ma per me è ancora…
In ogni istante in cui guardo, scrivo, mangio, rido, piango, mi gratto il pizzico di una zanzara, gioco con i miei nipotini, abbraccio mia figlia, vado al mare con un’amica, gusto un piatto… insomma, in ogni istante vivo, respiro, sospiro, vivo! Che bello!
Roma, 29 agosto 2020
Luisanda dell’Aria
OGGI MI SMURRETIANO LE MANI…
Oggi mi smurrettiano proprio le mani, sai quando ti prende quella frenesia che se non gli trovi l’impegno giusto alla fine ti crea un problema… Ecco, oggi va così! E quando capita devo solo prendere la penna in mano e farla giocare sul foglio bianco. Si, il famoso foglio bianco che inquieta tanti, perché crea il blocco, perché non sai mai che scrivere… be, io sto blocco non l’ho mai avuto. Mi bastano tre cose: l’idea che si agita nella mia pancia, la carta e la penna. Ah, dimenticavo, smurrettiano (in dialetto siciliano) vuol dire: che non tieni le mani ferme al loro posto! E no, io davvero, non le tengo a posto, e quindi eccomi qui con le mie idee fra le dita.
Voglio provare a cimentarmi in un discorso faticoso che a molti piace e altrettanti per niente: le famose mascherine! Quindi parliamo di Covid, quel molesto virus che ha deciso di affaticarci l’esistenza da qualche mese. Lo so, mi tirerete le pietre ma ho le spalle larghe e non mi spavento facilmente.
Il peggio è passato, ora dobbiamo solo tenere la posizione. Il peggio è passato per noi che siamo qua a parlarne, a discutere, a pretendere, a urlare basta queste mascherine, mentre i contagi risalgono giorno dopo giorno, perché ci dobbiamo divertire a tutti costi neanche fosse la sera di capodanno dove si accetta una festa che fa schifo e costa pure tanto pur di non stare a casa… Ecco, il peggio, noi, lo abbiamo vissuto in parte, proprio perché siamo qua a parlarne e non siamo nei trentaseimila che hanno pagato il prezzo più caro. Non sapevamo nulla, nessuno sapeva nulla, ci ha preso alla sprovvista; una guerra dichiarata dalla natura che nessuno, neanche con la più fervida fantasia immaginava di dover combattere. E siamo andati in lockdown per proteggerci. La nostra economia sta urlando di stare attenti, ora che sappiano, di stare attenti e non fare i cretini, ora che sappiamo come proteggerci! Se capitasse l’esigenza di un altro lockdown diventeremmo terzo mondo e piangeremmo tanti altri morti, ma credetemi, sarebbe marginale rispetto al disastro economico al quale ci troveremmo di fronte. Ora siamo in grado, con mille difficoltà (e parlo come persona colpita dalle difficoltà), di affrontare l’affaticamento economico del nostro paese. Riflettiamo, per favore. Tenere il distanziamento, indossare la mascherina quando richiesto, lavarsi spesso le mani, trovo sia ben poca cosa a confronto dei rischi che corriamo in termini di salute e in termini di economia. Vado volentieri a far colazione al bar la mattina e così ieri di abitudine sono andata vicino casa mia. C’era un bell’assembramento al bancone e l’ho garbatamente fatto presente alla signorina che mi stava servendo. La risposta è stata singolare: lo dica al padrone! Anche la mia: io vado via, signorina, è lei la persona esposta per le prossime sette ore. Per favore, dovete mantenere il distanziamento!! Un attimo dopo la signorina…
Roma, 17 agosto 2020
Luisanda dell’Aria
Voglio provare a cimentarmi in un discorso faticoso che a molti piace e altrettanti per niente: le famose mascherine! Quindi parliamo di Covid, quel molesto virus che ha deciso di affaticarci l’esistenza da qualche mese. Lo so, mi tirerete le pietre ma ho le spalle larghe e non mi spavento facilmente.
Il peggio è passato, ora dobbiamo solo tenere la posizione. Il peggio è passato per noi che siamo qua a parlarne, a discutere, a pretendere, a urlare basta queste mascherine, mentre i contagi risalgono giorno dopo giorno, perché ci dobbiamo divertire a tutti costi neanche fosse la sera di capodanno dove si accetta una festa che fa schifo e costa pure tanto pur di non stare a casa… Ecco, il peggio, noi, lo abbiamo vissuto in parte, proprio perché siamo qua a parlarne e non siamo nei trentaseimila che hanno pagato il prezzo più caro. Non sapevamo nulla, nessuno sapeva nulla, ci ha preso alla sprovvista; una guerra dichiarata dalla natura che nessuno, neanche con la più fervida fantasia immaginava di dover combattere. E siamo andati in lockdown per proteggerci. La nostra economia sta urlando di stare attenti, ora che sappiano, di stare attenti e non fare i cretini, ora che sappiamo come proteggerci! Se capitasse l’esigenza di un altro lockdown diventeremmo terzo mondo e piangeremmo tanti altri morti, ma credetemi, sarebbe marginale rispetto al disastro economico al quale ci troveremmo di fronte. Ora siamo in grado, con mille difficoltà (e parlo come persona colpita dalle difficoltà), di affrontare l’affaticamento economico del nostro paese. Riflettiamo, per favore. Tenere il distanziamento, indossare la mascherina quando richiesto, lavarsi spesso le mani, trovo sia ben poca cosa a confronto dei rischi che corriamo in termini di salute e in termini di economia. Vado volentieri a far colazione al bar la mattina e così ieri di abitudine sono andata vicino casa mia. C’era un bell’assembramento al bancone e l’ho garbatamente fatto presente alla signorina che mi stava servendo. La risposta è stata singolare: lo dica al padrone! Anche la mia: io vado via, signorina, è lei la persona esposta per le prossime sette ore. Per favore, dovete mantenere il distanziamento!! Un attimo dopo la signorina…
Roma, 17 agosto 2020
Luisanda dell’Aria
PRENDO LA PENNA E SCRIVO... SCRIVO!!
C’è un rimestare dentro di me, la mattina soprattutto, che non riesco mai a definire bene. Mi accompagna durante la giornata non alterando il suo trascorrere ma fissandosi lì, a buona memoria, di un qualcosa da fare. Man mano che le ore passano quella sottile inquietudine si alliscia il pelo come un gatto annoiato dal caldo ma in attesa. Le ore della sera trovano il mio secchiello dei pensieri pieno di parole disordinate, confuse, alcune entrate per caso eppure belle accomodate. Stanno tutte insieme nell’ordine casuale del loro arrivo magari sollecitate da una domanda che mi sono fatta o da un ricordo che prepotente è riaffiorato o solo contorno di una bella giornata trascorsa. Sta di fatto che sono lì e non me la sento di lasciarle nel loro disordine confuso. Le parole hanno bisogno di uscire, trovano il varco e fluide arrivano sul foglio e, mi guardano belle, chiare e infrangibili, ormai sono scritte e dicono a voce alta quello che penso. Allora non smetto di scrivere, ho bisogno di sapere cosa pensa la mia pancia, il mio cuore, la mia testa. E vanno, fluiscono veloci e raccontano di me. La mia penna trova l’ordine, le parole si incasellano, perfette, al loro posto. Le domande, spesso, trovano una risposta; i dubbi, le incertezze si scoprono meno temibili. E il secchiello dei pensieri, così svuotato, non è più il recinto delimitato dove restare seduti, ma la porta verso quell’ora, quell’adesso che scopri avere avanti a te.
Una penna, una semplice penna e foglio di carta…
Roma, 16 agosto 2020
Luisanda Dell'Aria
Una penna, una semplice penna e foglio di carta…
Roma, 16 agosto 2020
Luisanda Dell'Aria
COME SABBIA TRA LE DITA!
Ho imparato a non domandarmi mai, un qual cosa, quanto durerà. O forse già non lo facevo ma, non avevo, però, riflettuto abbastanza. Sta di fatto che ora il mio pensiero si è palesato.
Un’emozione, una giornata bella, una piacevole compagnia, un buon e bel piatto di pasta… li vivo nel momento, prendendone a piene mani e quando finiscono, nella realtà non si interrompono; quei sapori, quegli odori, quelle sensazioni, che ho provato, continuano a regalarmi la loro leggerezza.
Solo il dolore, quando capita, mi fa ancora domandare quanto durerà! Spesso non è facile per nessuno definire un tempo, dipende dalle situazioni. E allora ho provato a prenderlo, il dolore, così com’è… forte, indolente, presente, presuntuoso nel voler occupare tutti gli spazi.
Ma anche lui ha i suoi attimi di distrazione e nelle sue pieghe consente respiri e sospiri. Tra questi, non dimentico di mettermi comoda, di passare da uno all’altro con la stessa presunzione e sfrontatezza del dolore stesso… nel considerarlo, io invece, un momento che comunque passerà, come la sabbia tra le dita.
Roma, 13 agosto 2020
Luisanda dell’Aria
Un’emozione, una giornata bella, una piacevole compagnia, un buon e bel piatto di pasta… li vivo nel momento, prendendone a piene mani e quando finiscono, nella realtà non si interrompono; quei sapori, quegli odori, quelle sensazioni, che ho provato, continuano a regalarmi la loro leggerezza.
Solo il dolore, quando capita, mi fa ancora domandare quanto durerà! Spesso non è facile per nessuno definire un tempo, dipende dalle situazioni. E allora ho provato a prenderlo, il dolore, così com’è… forte, indolente, presente, presuntuoso nel voler occupare tutti gli spazi.
Ma anche lui ha i suoi attimi di distrazione e nelle sue pieghe consente respiri e sospiri. Tra questi, non dimentico di mettermi comoda, di passare da uno all’altro con la stessa presunzione e sfrontatezza del dolore stesso… nel considerarlo, io invece, un momento che comunque passerà, come la sabbia tra le dita.
Roma, 13 agosto 2020
Luisanda dell’Aria
…UNA GIORNATA SEMPLICE AL DH!
Una Signora straordinaria di 67 anni, voglia di vivere, ridere, parlare, giocare e un grattacielo sulle spalle che non le impedisce di essere tutto questo! Io, un bel po' avanti, lei all’inizio dell’avventura… eppure tanta consapevolezza; la ascoltavo e percepivo il suo essere più viva che mai, tranquilla, serena, ridanciana, senza eccessi, senza pieghe… liscia e forte! È una di quelle donne che ha trasformato in cultura ogni singola parola che ha letto ed a quel punto l’età non ha nessuna importanza.
E poi Antonio, l’infermiere più figo, ci prendeva in giro come mai: non abbiamo smesso un attimo di parlare! Tutto inizia, sempre, quando entro al DH per prendere la mia armata liquida che deve sbaragliare il bastardello. Vado a fare il pieno di armi e soldati per combattere e mi rendo conto, ogni volta, che il mio sorriso incontra sempre un altro sorriso e poi un altro e un altro ancora.
E Antonella, Simona, Alessia e le altre bellissime donne che vestono la divisa da infermiera, ma non si limitano ad indossarla, la fanno vivere, la riempiono di amore ogni giorno; senza stancarsi mai ci prendono per mano e camminano con noi su questa strada impervia ma… percorribile.
E la dott. Giulia Bolomini con la sua cadenza, che mi piace tanto. Il suo sorriso abbraccia il mio, attenta e scrupolosa ma anche pronta a farsi una risata quando le dico che oggi il mio telefono squilla come fosse il mio compleanno… l’ufficio non molla! E non resiste, continua a ridere… poi cerca di organizzare le mie chemio in funzione delle presentazioni di Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com). Le dico che Abbi Cura Di te è arrivato fino a… non ve lo posso dire, mi spiace, dovete aspettare per sapere, MA Lei SGRANA gli occhi, si ferma… mi guarda… che soddisfazione! mi dice.
Sento una forza immensa ogni volta che una donna legge… Se avessi saputo! le dico. E lei dice, Se avesse saputo! I nostri sguardi in quel momento, un unico sguardo!
E poi c’è il Dott. Corrado, mi incontra e mi illumina con i suoi occhi affettuosi.
E dopo, il mio esercito liquido ha iniziato a combattere il bastardello dentro di me, ma ancora un abbraccio forte con Antonio, non dato, perché non possiamo, ma per questo ancora più forte che mai!
Il sorriso. Quanto vale il sorriso? Vale la vita, nei momenti più cupi, nei momenti più difficili, quando non è scontato, quando esce prepotente, perché ha voglia di vivere di essere, di mostrarsi nella sua semplicità.
Roma, 7 agosto 2020
Luisanda Dell’Aria
E poi Antonio, l’infermiere più figo, ci prendeva in giro come mai: non abbiamo smesso un attimo di parlare! Tutto inizia, sempre, quando entro al DH per prendere la mia armata liquida che deve sbaragliare il bastardello. Vado a fare il pieno di armi e soldati per combattere e mi rendo conto, ogni volta, che il mio sorriso incontra sempre un altro sorriso e poi un altro e un altro ancora.
E Antonella, Simona, Alessia e le altre bellissime donne che vestono la divisa da infermiera, ma non si limitano ad indossarla, la fanno vivere, la riempiono di amore ogni giorno; senza stancarsi mai ci prendono per mano e camminano con noi su questa strada impervia ma… percorribile.
E la dott. Giulia Bolomini con la sua cadenza, che mi piace tanto. Il suo sorriso abbraccia il mio, attenta e scrupolosa ma anche pronta a farsi una risata quando le dico che oggi il mio telefono squilla come fosse il mio compleanno… l’ufficio non molla! E non resiste, continua a ridere… poi cerca di organizzare le mie chemio in funzione delle presentazioni di Abbi Cura Di Te (gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com). Le dico che Abbi Cura Di te è arrivato fino a… non ve lo posso dire, mi spiace, dovete aspettare per sapere, MA Lei SGRANA gli occhi, si ferma… mi guarda… che soddisfazione! mi dice.
Sento una forza immensa ogni volta che una donna legge… Se avessi saputo! le dico. E lei dice, Se avesse saputo! I nostri sguardi in quel momento, un unico sguardo!
E poi c’è il Dott. Corrado, mi incontra e mi illumina con i suoi occhi affettuosi.
E dopo, il mio esercito liquido ha iniziato a combattere il bastardello dentro di me, ma ancora un abbraccio forte con Antonio, non dato, perché non possiamo, ma per questo ancora più forte che mai!
Il sorriso. Quanto vale il sorriso? Vale la vita, nei momenti più cupi, nei momenti più difficili, quando non è scontato, quando esce prepotente, perché ha voglia di vivere di essere, di mostrarsi nella sua semplicità.
Roma, 7 agosto 2020
Luisanda Dell’Aria
ABBI CURA DI TE
19 luglio 2019 – 19 luglio 2020
Con grande orgoglio e un’emozione profonda oggi festeggio un anno dalla pubblicazione di ABBI CURA DI TE. Gratis al link luisanda-dellaria.weebly.com
5000 donne lo hanno letto! 5000 donne, oggi, sanno che il cancro all’ovaio esiste e sanno a cosa devono stare attente per distruggerlo.
Un anno bello, intenso, elettrizzante, appassionante, carico, vivace e struggente, sì anche struggente, perché tormentoso e dolce allo stesso tempo.
Scrivere Abbi Cura Di Te è stato l’inizio di un’avventura nell’avventura: ho voluto infrangere il silenzio e raccontarmi per raccontare di te, cancro all’ovaio, killer silenzioso, che hai deciso di venire a disturbare la mia quiete e quella di tante donne. Non te lo consento infame “bastardello”, non te l’ho consentito all’inizio della strada, quando all’improvviso ti sei presentato con tutta la tua potenza di fuoco, non te l’ho consento oggi, non te l’ho consentirò mai. Questa è la mia potenza di fuoco… restare abbracciata alla vita, e informare! L’informazione è l’unica prevenzione possibile per polverizzarti! Ti sto facendo uscire dal silenzio nel quale sei nascosto bestiale cancro, ti rendo pubblico, ti svergogno… che tutte le donne possano conoscere e imparare a difendersi. Abbi Cura Di Te è tutto questo, Abbi Cura Di Te è informazione, Abbi Cura Di Te è “smettiamo di avere paura delle informazioni vitali”; leggendolo, migliaia di donne hanno smesso di avere paura, molte altre lo leggeranno e tu sarai fregato!
Ringrazio tutte le donne e gli uomini che mi hanno aiutata e, sono sicura, continueranno ad aiutarmi. Un grazie particolare a Matilde D’Errico e Catena Fiorello
Auguri a me! Auguri a Abbi Cura Di Te!
Luisanda Dell’Aria
Roma, 19 luglio 2020
5000 donne lo hanno letto! 5000 donne, oggi, sanno che il cancro all’ovaio esiste e sanno a cosa devono stare attente per distruggerlo.
Un anno bello, intenso, elettrizzante, appassionante, carico, vivace e struggente, sì anche struggente, perché tormentoso e dolce allo stesso tempo.
Scrivere Abbi Cura Di Te è stato l’inizio di un’avventura nell’avventura: ho voluto infrangere il silenzio e raccontarmi per raccontare di te, cancro all’ovaio, killer silenzioso, che hai deciso di venire a disturbare la mia quiete e quella di tante donne. Non te lo consento infame “bastardello”, non te l’ho consentito all’inizio della strada, quando all’improvviso ti sei presentato con tutta la tua potenza di fuoco, non te l’ho consento oggi, non te l’ho consentirò mai. Questa è la mia potenza di fuoco… restare abbracciata alla vita, e informare! L’informazione è l’unica prevenzione possibile per polverizzarti! Ti sto facendo uscire dal silenzio nel quale sei nascosto bestiale cancro, ti rendo pubblico, ti svergogno… che tutte le donne possano conoscere e imparare a difendersi. Abbi Cura Di Te è tutto questo, Abbi Cura Di Te è informazione, Abbi Cura Di Te è “smettiamo di avere paura delle informazioni vitali”; leggendolo, migliaia di donne hanno smesso di avere paura, molte altre lo leggeranno e tu sarai fregato!
Ringrazio tutte le donne e gli uomini che mi hanno aiutata e, sono sicura, continueranno ad aiutarmi. Un grazie particolare a Matilde D’Errico e Catena Fiorello
Auguri a me! Auguri a Abbi Cura Di Te!
Luisanda Dell’Aria
Roma, 19 luglio 2020
RICRESCERANNO
Si sa, si conosce, è la prima associazione che si fa quando si parla di chemio: la perdita dei capelli! Il fatto che sia un’associazione automatica non la rende meno difficile, meno impudente, meno faticosa… nemmeno il fatto, incontrovertibile, che ricresceranno. Eppure è la prima cosa che chiunque si sente in dovere di dire… per consolare… ricresceranno! Ma il tempo della malattia, il tempo della chemio, il tempo del tuo disagio, che non sai mai quanto durerà… quello chi lo considera? Solo tu! Solo tu, che non ti fai domande sul tempo perché non lo puoi sapere, perché non lo può sapere nessuno come andrà. Solo tu, che non hai scelta e quella strada la devi percorrere tutta, con il sole in faccia e il sorriso pronto perché la vita va rispettata e per rispettarla la devi vivere in tutte le sue sfaccettature anche quelle che non ti piacciono ma ti sono capitate. E così sia, andiamo avanti anche senza i capelli che incorniciano il viso, danno una forma, segnano uno stile, dicono chi sei… raccontano di te. Troviamo la forza dentro di noi per essere nuove, per farci belle lo stesso, per riconoscerci quando passiamo davanti a uno specchio… Una parrucca, un foulard, un buon trucco che dipinge la nostra anima piena di voglia di vivere anche se le ciglia e le sopracciglia ci hanno abbandonato. Non è facile, non è per niente facile ma la voglia di sorridere è più forte di tutto e allora inventiamo un'altra noi, ci prendiamo per mano e camminiamo con forza e con coraggio, con le nostre matite che contornano gli occhi e disegnano le sopracciglia convinte più che mai di essere sulla strada giusta. La strada di chi lotta, con tutte le sue forze, per restare vivo. E saremo felici come bambine la sera di Natale quando finalmente, timidamente spunteranno le sopracciglia, e poi le ciglia e infine, lentamente, i capelli. Ogni mese sarà diverso, ogni mese dovremo reinventarci… perché mica crescono tutti insieme, ma sarà l’inizio di tante acconciature diverse e in ognuna sapremo trovare un'altra noi da salutare con un sorriso davanti allo specchio. Non tutte ci staranno bene, alcune ci faranno sentire inadeguate e brutte fino a che i nostri occhi non vorranno di nuovo vedere oltre.
Roma, 7 luglio 2020
Luisanda Dell'Aria
Roma, 7 luglio 2020
Luisanda Dell'Aria
QUELL'INCERTEZZA “MOLLA”
Coronavirus… cancro, uno strano ragionamento che lentamente si delineava nella mia mente, facendosi spazio nelle riflessioni man mano che l’emergenza sanitaria prendeva evidenza e si faceva sempre più presente nella nostra vita, arrivando a irrompere prepotente e tenebrosa nelle quotidianità, scalzando di getto le nostre sicurezze, le nostre abitudini, le nostre certezze. I pensieri sono difficili da mettere in fila, sono sparpagliati, ognuno viaggia per conto suo… in un ordinato disordine sostenuto dalla sorpresa e dall’incredulità. Nessuno di noi avrebbe mai pensato di ritrovarsi proiettato al centro di una pandemia mondiale… nessuno di noi. Personalmente, non lo avrei mai immaginato. Personalmente, non avrei mai immaginato di beccarmi il cancro! Il nome cancro evoca la morte, per questo abbiamo sempre tanta difficoltà a pronunciarla e continuiamo a rifargli il trucco trasformandola in altra meno “dura” ma dietro, nell’ombra, nitida a tutti, resta la parola cancro! E ci ritroviamo chiusi, tutti, dentro le nostre case, unico reale strumento a tutt’oggi valido, per difenderci dal coronavirus che fa star molto male, i più fortunati, e morire, i meno fortunati. Una minaccia invisibile. Una minaccia ad altissimo contagio. Uomo, uomo. Attraverso quei gesti di tenerezza, una stretta di mano, una carezza, un parlare sotto voce vicino l’uno all’altro che hanno sempre scandito il nostro vivere… Acchiappa random, non guarda in faccia nessuno, a chi capita, capita. Non c’è prevenzione. Per molti si manifesta in forma leggera, altri non se ne accorgono neanche ma la maggior parte sta davvero male e si trova ad affrontarlo, faccia a faccia, senza esclusione di colpi. Il cancro non è contagioso, ti becca random anche lui. C’è la prevenzione, ma intendiamoci la prevenzione non significa che non ti viene, significa che hai la possibilità di accorgertene in tempo e intervenire tempestivamente, fondamentale se ti vuoi salvare la vita; ma se te lo becchi devi affrontare il mostro con tutte le tue forze, devi camminare sulla tua strada in salita e non fermarti mai, stare sempre sul pezzo, non mollare di un centimetro se non gliela vuoi dare vinta. La sottile solitudine che accompagna chi si ammala di cancro sta nella inconsapevole consapevolezza di non essere compresi fino in fondo circa il deserto che dobbiamo attraversare, di non essere compresi nella rabbia che potremmo provare se restassimo impantanati… se le cose, ad un certo punto, non andassero “bene”. Non è cattiveria da parte degli altri, non è disinteresse o superficialità; non è neanche la presunzione del malato. Semplicemente, il cancro, lo capisce solo davvero chi lo ha. Quell’ombra di solitudine, alla quale mi sono abituata e con la quale ho imparato a convivere amabilmente ora, ho la sensazione, la hanno tutti gli italiani. Quell’incertezza “molla”, quel sentirsi un po' sospesi, un po' fuori dal coro sta pervadendo l’animo di tutti. Abbiamo paura dell’umano, chiunque esso sia: sconosciuto, famiglia, amici, che possiamo incontrare e che può, involontariamente, essere un veicolo… essere un pericolo! Come lo posso essere io un veicolo… un pericolo! Il sorriso, non si arrende, esce involontario, quasi prepotente, con la voglia di scavalcare la mascherina a voler dire, per consolare e rassicurare…, non siamo nemici, dobbiamo solo stare attenti e tutto tornerà normale. Come quel sorriso che incrocia i nostri occhi senza ciglia e sopracciglia, incastonati in un foulards che, a volte, sembra rimandare ai bei tempi andati ma forse vuol solo essere una carezza. Ad oggi più di 23 mila persone non ci sono più… un numero impressionante, difficile da pronunciare, che mette sgomento!
Si, è vero, se andiamo a sbirciare i dati Istat (anno di riferimento 2017) scopriamo che muore tantissima gente in un anno, in Italia, per tantissime malattie diverse. In un anno! No, nel fiat di 60 giorni (21 febbraio – 20 aprile 2020). Se ti becca il corona virus, in poco più o poco meno di tre settimane scopri che ne sarà di te… un attimo e via. Non abbiamo la medicina per curarlo con reale efficacia, si procede per tentativi, siamo in mano ai migliori ma si procede per tentativi. Non c’è una strada sicura, difficile ma sicura, impervia ma sicura, piena di ostacoli ma sicura. Siamo in attesa… di una medicina efficace, di un vaccino… siamo in attesa, tutti. Con buona pace dei no vax! Perché dopo che si saranno vaccinati anche loro, continueranno la loro campagna di disinformazione… dopo, però!! Al di là delle situazioni estreme che sprigionano la loro forza in un non tempo, il cancro la sua strada ce l’ha, difficile, impervia, piena di ostacoli ma sicura. Attraverso quella strada si può scendere in guerra e provare a vincere le battaglie alle quali ci troviamo di fronte. Il nostro orizzonte lo vediamo ridotto, è vero, ma lo vediamo e la paura, la rabbia di perdere che a volte accompagna le nostre giornate rallenta i nostri sogni ma non li interrompe. Il tempo, il tempo che scandisce le nostre giornate, il nostro vissuto, il nostro presente, il nostro futuro, il tempo… che è il nostro riferimento, lo vuole scandire il coronavirus. Si sta comportando molto peggio del cancro, sta seminando morte e affanno e paura… senza tregua, senza sosta! E noi, senza tregua, senza sosta resistiamo resilienti, vogliamo esserci e usiamo la paura per combattere. Quell’incertezza “molla”, quel sentirsi un po' sospesi… che ora accumuna tutti, mi convinco essere il sentiero della rinascita, il deserto che stiamo attraversando incerti ma sicuri e che ci renderà migliori.
Roma, 20 aprile 2020
luisanda dell'aria
Si, è vero, se andiamo a sbirciare i dati Istat (anno di riferimento 2017) scopriamo che muore tantissima gente in un anno, in Italia, per tantissime malattie diverse. In un anno! No, nel fiat di 60 giorni (21 febbraio – 20 aprile 2020). Se ti becca il corona virus, in poco più o poco meno di tre settimane scopri che ne sarà di te… un attimo e via. Non abbiamo la medicina per curarlo con reale efficacia, si procede per tentativi, siamo in mano ai migliori ma si procede per tentativi. Non c’è una strada sicura, difficile ma sicura, impervia ma sicura, piena di ostacoli ma sicura. Siamo in attesa… di una medicina efficace, di un vaccino… siamo in attesa, tutti. Con buona pace dei no vax! Perché dopo che si saranno vaccinati anche loro, continueranno la loro campagna di disinformazione… dopo, però!! Al di là delle situazioni estreme che sprigionano la loro forza in un non tempo, il cancro la sua strada ce l’ha, difficile, impervia, piena di ostacoli ma sicura. Attraverso quella strada si può scendere in guerra e provare a vincere le battaglie alle quali ci troviamo di fronte. Il nostro orizzonte lo vediamo ridotto, è vero, ma lo vediamo e la paura, la rabbia di perdere che a volte accompagna le nostre giornate rallenta i nostri sogni ma non li interrompe. Il tempo, il tempo che scandisce le nostre giornate, il nostro vissuto, il nostro presente, il nostro futuro, il tempo… che è il nostro riferimento, lo vuole scandire il coronavirus. Si sta comportando molto peggio del cancro, sta seminando morte e affanno e paura… senza tregua, senza sosta! E noi, senza tregua, senza sosta resistiamo resilienti, vogliamo esserci e usiamo la paura per combattere. Quell’incertezza “molla”, quel sentirsi un po' sospesi… che ora accumuna tutti, mi convinco essere il sentiero della rinascita, il deserto che stiamo attraversando incerti ma sicuri e che ci renderà migliori.
Roma, 20 aprile 2020
luisanda dell'aria
LEZIONE IN DIRETTA. Mini corso di scrittura di Matilde D’Errico.
Una Pasquetta insolita, diversa. Una Pasquetta in diretta con Matilde D’Errico durante il suo bellissimo mini corso di scrittura. Oggi ha parlato di Abbi Cura Di Te, queste le sue parole “Un racconto dal valore universale, con lo scopo di divulgare al maggior numero di persone i segnali a cui si deve stare attenti e che possono essere campanelli di allarme rispetto al formarsi del cancro all’ovaio e questo permette di salvare tante vite umane. Questo è il senso straordinario dell’opera autobiografica di Luisanda Dell’Aria.”
Grazie Matilde, grazie per aiutarmi ad aiutare le donne.
Luisanda Dell’Aria
Roma 13 aprile 2020
https://www.facebook.com/matiderrico/videos/697257467676824/UzpfSTE1NjAwMDUyMDczNDU4MDk6MzE5NjA0OTYxMzc0MTM1Mg/
Grazie Matilde, grazie per aiutarmi ad aiutare le donne.
Luisanda Dell’Aria
Roma 13 aprile 2020
https://www.facebook.com/matiderrico/videos/697257467676824/UzpfSTE1NjAwMDUyMDczNDU4MDk6MzE5NjA0OTYxMzc0MTM1Mg/
COSA VUOL DIRE GUARDARE VERAMENTE AL FUTURO
Mi torna alla mente un commento che ho letto nei giorni scorsi e che, a dir la verità, non mi sento di condividere. Postavo una foto del mare, senza commenti, con la volontà di esprimere positività, futuro, voglia di vivere anzi di più, determinazione a restare vivi; continuando, tuttavia, a combattere la dura battaglia alla quale siamo chiamati, noi chiusi in casa in misura minore, in questo momento della nostra storia. I nostri “patrioti al fronte” ci insegnano, tutti i giorni, cosa vuol dire veramente guardare al futuro. Loro, mettono a rischio anche la loro vita per consentire a noi, a tutti, di vivere il presente e immaginare il futuro. Anche in tempo di guerra, mi riferisco alla II Guerra Mondiale, sono state messe in atto una serie di azioni per tenere su il morale delle truppe e noi, in un certo senso, “siamo truppa”. E quindi senza sminuire o togliere importanza o non valutare nei doverosi modi dovuti tutte le persone: medici, infermieri, operatori sanitari, sanificatori, addetti ai vari servizi essenziali e tutte le Forze dell’Ordine e Armate, la Protezione Civile e le Associazioni di volontariato, nessuno escluso che in prima linea, stanno fronteggiando la pandemia. Anzi, il nostro pensiero e il nostro cuore, e ritengo di poter parlare a nome di tutti, è rivolto unicamente a loro con il nostro più alto ringraziamento. E il nostro più concreto riconoscimento della loro abnegazione è espresso certamente attraverso il rispetto delle prescrizioni governative a restare a casa. Il bollettino che ci raggiunge tutti i giorni alle 18.00 ci tiene ben piantati con i piedi per terra, ma quasi sospesi, per tutte le persone che ogni giorno ci lasciano e che, ad oggi, costituiscono una somma impronunciabile. Ma se in questo difficilissimo e tristissimo momento per il nostro paese, per noi tutti e soprattutto per le famiglie direttamente colpite non consentiamo alla vita di riaffiorare anche attraverso un timido sorriso, allora il futuro resta oscuro. Chi meglio resiste al colpo, chi meglio resiste alla segregazione, chi meglio resiste al turbamento che il momento particolare e mai vissuto prima propone, deve aiutare chi invece è in difficoltà, proponendo anche un semplice sorriso, uno sguardo al passato che evoca un futuro, un pensiero che ci possa far sentire nuovamente sicuri e liberi. Anche se lo facciamo attraverso un post, perché in questo momento è l’unica cosa che ci possiamo permettere, con buona pace di chi si sente sempre al di sopra degli altri.
Luisanda Dell’Aria
Roma 6 aprile 2020
Luisanda Dell’Aria
Roma 6 aprile 2020
TI ABBRACCIO...
Abbracciarsi, stringersi la mano, darsi una pacca sulla spalla, posare la propria mano sul braccio di un altro in segno di confidenza, con il silenzio di un gesto, la propria vicinanza, comprensione… sono tutte manifestazioni emozionali, a volte formali, che ora non ci possiamo permettere, il coranavirus ci obbliga a guardarci da lontano e con una mascherina sul viso che nasconde la nostra espressione. Restano gli occhi e la nostra meravigliosa gestualità che distingue noi italiani nel mondo. Quando ci manca un senso, gli altri quattro si riorganizzano per sopperire alla mancanza, così dobbiamo fare anche in questo caso se vogliamo che i nostri sentimenti continuino a essere trasparenti e possano essere ricevuti. Noi sappiamo come ci sentivamo quando venivamo abbracciati, nella nostra mente è chiaro. L’immagine e la sensazione di piacevolezza sono vividi. Allora quando scriviamo in un messaggio, in una lettera, in una mail o parliamo al telefono o ancora meglio in video conferenza non facciamoci sorprendere, non facciamoci trasportare oltre dalla paura inconscia, estrema del contatto e diciamo senza timore ma con l’immagine nella nostra mente e nel nostro cuore: ti abbraccio, ti do un bacio, ti stringo a me come mai prima d’ora… Senza aggiungere quella fredda, inutile, superflua, insignificante parola “virtuale!”. Non ha senso, offusca l’immagine che conserviamo nella nostra mente, raffredda il sentimento che vogliamo esprimere e, inconsapevolmente, ci rende più vulnerabili. Abbiamo bisogno, nel nostro isolamento, di quell’abbraccio, di quel bacio, di quel sentirsi stretti all’altro e leggerlo può riempire l’anima.
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 1 aprile 2020
Dalla Rubrica L’Indiscreta di Luisanda Dell’Aria
Roma 1 aprile 2020
LETTERA APERTA ALLE REDAZIONI TG1, TG2, TGR3 E REGIONALI, TG5, LA7, RAI New24,
Gentili Redazioni TG1, TG2, TGR3 e Regionali, TG5, LA7, RAI New24,
gli italiani stanno seguendo le prescrizioni indicate dal governo. Stiamo tutti a casa, siamo tutti preoccupati, chi deve esce, se può, solo con la mascherina e sono mantenute le distanze di sicurezza se ci si trova in fila da qualche parte.
Prego tutte le Redazioni dei telegiornali, i giornalisti, chiunque fa informazione a vario titolo di non continuare a commentare con tono mesto e aggettivi quali desolazione, silenzio surreale… le immagini che vengono scelte per rappresentare un’Italia chiusa in casa che inevitabilmente rimanda strade deserte e silenziose. Ecco, le strade deserte e silenziose, i luoghi che per la loro natura storica, artistica o di culto sono sempre ricchi di persone e turisti e invece vuote sono LA RISPOSTA AL RIGORE RICHIESTO IN QUESTO MOMENTO. SONO ESPRESSIONE DI SENSO CIVICO E DI SENSO DI RESPONSABILITA’ DEGLI UNI VERSO GLI ALTRI. Il messaggio che deve passare quindi, attraverso tutti i servizi di informazione, di Stato e non, è di un’Italia capace di reagire, capace di sostenere il sacrificio economico, e condividere un momento storico terribile che vede tutti coinvolti. E’ SENSO CIVICO E RESPONSABILITA’. E’ l’Italia migliore che si possa vedere. E’ l’Italia che ha capito lo sforzo enorme che stanno facendo le donne e gli uomini medici e sanitari impegnati sul campo per salvarci la vita mettendo a rischio la loro. E’ l’Italia che ha capito lo sforzo di donne e uomini impegnati nei servizi essenziali diversi dalla sanità che ci garantiscono con il loro lavoro e la loro attività la nostra resistenza a casa, ed espongono la loro vita al contagio.
Gentili Redazioni tutte, in questo momento – 13 marzo ore 18.00, a Roma, in Via Adolfo Albertazzi 83, all’appuntamento flash mob organizzato su facebook, tutta la strada si è affacciata è ha intonato l’Inno di Mameli. Questa è l’Italia che deve essere rappresentata, non un Italia triste, non un Italia sotto schiaffo ma un Italia all’attacco, capace di combattere e vincere questa difficilissima battaglia.
Luisanda Dell’Aria
Roma 14 marzo 2020
gli italiani stanno seguendo le prescrizioni indicate dal governo. Stiamo tutti a casa, siamo tutti preoccupati, chi deve esce, se può, solo con la mascherina e sono mantenute le distanze di sicurezza se ci si trova in fila da qualche parte.
Prego tutte le Redazioni dei telegiornali, i giornalisti, chiunque fa informazione a vario titolo di non continuare a commentare con tono mesto e aggettivi quali desolazione, silenzio surreale… le immagini che vengono scelte per rappresentare un’Italia chiusa in casa che inevitabilmente rimanda strade deserte e silenziose. Ecco, le strade deserte e silenziose, i luoghi che per la loro natura storica, artistica o di culto sono sempre ricchi di persone e turisti e invece vuote sono LA RISPOSTA AL RIGORE RICHIESTO IN QUESTO MOMENTO. SONO ESPRESSIONE DI SENSO CIVICO E DI SENSO DI RESPONSABILITA’ DEGLI UNI VERSO GLI ALTRI. Il messaggio che deve passare quindi, attraverso tutti i servizi di informazione, di Stato e non, è di un’Italia capace di reagire, capace di sostenere il sacrificio economico, e condividere un momento storico terribile che vede tutti coinvolti. E’ SENSO CIVICO E RESPONSABILITA’. E’ l’Italia migliore che si possa vedere. E’ l’Italia che ha capito lo sforzo enorme che stanno facendo le donne e gli uomini medici e sanitari impegnati sul campo per salvarci la vita mettendo a rischio la loro. E’ l’Italia che ha capito lo sforzo di donne e uomini impegnati nei servizi essenziali diversi dalla sanità che ci garantiscono con il loro lavoro e la loro attività la nostra resistenza a casa, ed espongono la loro vita al contagio.
Gentili Redazioni tutte, in questo momento – 13 marzo ore 18.00, a Roma, in Via Adolfo Albertazzi 83, all’appuntamento flash mob organizzato su facebook, tutta la strada si è affacciata è ha intonato l’Inno di Mameli. Questa è l’Italia che deve essere rappresentata, non un Italia triste, non un Italia sotto schiaffo ma un Italia all’attacco, capace di combattere e vincere questa difficilissima battaglia.
Luisanda Dell’Aria
Roma 14 marzo 2020
IOSCRIVO E ABBI CURA DI TE 4 GENNAIO 202
PRESENTAZIONE DOCUFILM
Il 4 gennaio, in prima serata, andrà in onda IOSCRIVO, il docufilm ideato da Matilde D’Errico. Nel documentario si parlerà anche di ABBI CURA DI TE. Parlo di cancro all’ovaio senza parlare di cancro, racconto di prevenzione e informazione perché sapere a volte salva la vita. È dedicato Alle donne sane perché vi restino tutta la vita, e quella donna sei tu.
Ho due obiettivi nella mia vita: sconfiggere il cancro e far passare l’informazione e su questo mi sto impegnando tantissimo. Avevo paura che ABBI CURA DI TE non sarebbe stato letto, se non da pochi, perché sono una sconosciuta e perché parlo di cancro. Invece, fino ad oggi, 3000 donne hanno letto; non hanno avuto paura; l’informazione non deve far paura, la prevenzione non ci preserva ma ci mette nella condizione di agire subito e il tempo, in questi casi, è di vitale importanza. L’informazione è l’unico strumento autentico che ci può salvare la vita. Cara Donna, non perdere l’occasione di sapere e far sapere.
ABBI CURA DI TE
Desidero ringraziare Matilde D’Errico perché ha ideato, realizzato e condotto un docufilm di grande importanza sfondando quella porta sbarrata che è la paura di parlare di cancro. Con la sua grande professionalità e la sua profonda empatia è stata capace, lezione dopo lezione, di farci camminare su un filo dorato consentendo alle nostre più remote emozioni di venire allo scoperto. Ma tilde D’Errico è l’autrice della prefazione di Abbi Cura Di Te
Rivedi su RAI PLAY IOSCRIVO (4 gennaio 2020)
Il 4 gennaio, in prima serata, andrà in onda IOSCRIVO, il docufilm ideato da Matilde D’Errico. Nel documentario si parlerà anche di ABBI CURA DI TE. Parlo di cancro all’ovaio senza parlare di cancro, racconto di prevenzione e informazione perché sapere a volte salva la vita. È dedicato Alle donne sane perché vi restino tutta la vita, e quella donna sei tu.
Ho due obiettivi nella mia vita: sconfiggere il cancro e far passare l’informazione e su questo mi sto impegnando tantissimo. Avevo paura che ABBI CURA DI TE non sarebbe stato letto, se non da pochi, perché sono una sconosciuta e perché parlo di cancro. Invece, fino ad oggi, 3000 donne hanno letto; non hanno avuto paura; l’informazione non deve far paura, la prevenzione non ci preserva ma ci mette nella condizione di agire subito e il tempo, in questi casi, è di vitale importanza. L’informazione è l’unico strumento autentico che ci può salvare la vita. Cara Donna, non perdere l’occasione di sapere e far sapere.
ABBI CURA DI TE
Desidero ringraziare Matilde D’Errico perché ha ideato, realizzato e condotto un docufilm di grande importanza sfondando quella porta sbarrata che è la paura di parlare di cancro. Con la sua grande professionalità e la sua profonda empatia è stata capace, lezione dopo lezione, di farci camminare su un filo dorato consentendo alle nostre più remote emozioni di venire allo scoperto. Ma tilde D’Errico è l’autrice della prefazione di Abbi Cura Di Te
Rivedi su RAI PLAY IOSCRIVO (4 gennaio 2020)
CONTROVENTO
Il Natale. Che cos’è il Natale?
Il Natale per molti, quasi tutti, è un motivo per stare con la famiglia… un motivo per condividere insieme una serata speciale, dei giorni diversi. Per molto tempo o forse da un po' di tempo per me è diverso. Ci sono posti nella tavola mancanti, posti pieni alla nostra vista ma in realtà nella nostra mente ma soprattutto nel nostro cuore vuoti. Ci hanno insegnato che è il corso della vita, ci hanno detto tante volte che le cose vanno prese e bisogna voler e veder bene la motivazione e cercarne la positività. Per noi vecchi baluardi (ma ancora giovani) di questa tavola è forse più difficile fare finta di nulla… ora siamo genitori, siamo zii e il Natale è soprattutto dei bambini e per i bambini… e allora vi dico ragazzi, bambini godetevi ogni istante, ogni momento di ogni Natale, ogni festa, ogni ricorrenza perché stare insieme ora vi sembrerà poco ma poi un domani sarà il vostro tutto.
Vola un pensiero verso te nonnì… tu che ci hai lasciato un po' di anni fa, così in pochi mesi… perché tu eri così tutto o niente. Tu eri quella che faceva tardi e arrivava tardi sempre e ti incazzavi dicendo che eravamo noi ad aver fatto prima. Un po' di cose sono cambiate in questi anni nonnì… la tua nipotina più piccola (Cecilia) cresce, è sempre più grande e più bella ed è sempre più mamma… a breve il terzo (e che te devo di nonnì, sti due stanno sempre a… va be mi hai capito!). Marco è sempre lì presente, vigile e non molla un centimetro. Lui è una bella persona, avevi ragione tu… un uomo dai valori veri. Ricordo la nostra telefonata quando ti dissi che Cippa aveva deciso che io dovessi accompagnarla all’altare e credimi io ci sto anche se non sembra ma ci sto sempre per lei, per loro e manterrò la promessa che ti ho fatto.
Poi c’è lei… lei, mia sorella. Per me è sempre una ragazza anche se io sono il suo fratellone (come dice lei). Lei è una ragazza, per me, travestita da Donna… ma E’ una grande Donna e madre. Un po' di cose sono cambiate in quest’ultimo anno… Giusto o sbagliato, credo che ogni essere umano, in qualsiasi momento, debba avere la possibilità di rilanciare i propri dadi e giocarsela… Si, giocarsela, perché la vita per quanto bella, tosta, infame e controvento ci dà ogni giorno una nuova possibilità e se questa possibilità vale la felicità di mia sorella allora è giusto così… vale più di ogni altra cosa. Lei, mi fa incazzare tante volte e spesso dopo me ne pento. Il troppo bene non si giustifica con le alzate di testa!
Abbiamo visto insieme, nei mesi passati, momenti bui, tosti, anzi forze difficilissimi per qualsiasi essere umano e lei sta qui a testa alta, fiera e forte. E sappi che se scricchiolerai ancora io ci sto! Sono felice che la persona, l’uomo che ora ti sta accanto, ha capito, probabilmente, alcune tue debolezze perché credo e credo di aver capito bene ti è stato accanto, vicino, fermo, immobile, pronto e disponibile. E mi fido di te, io.
E poi ci sei tu Zia. Vorrei, dovrei dire tante cose… troppe. So solo che qualcosa è cambiato tra noi. Il nostro rapporto è cambiato. Ho imparato da te… e quando ti sto vicino sento il profumo della vita, sento la forza di 10.000 donne insieme, sento l’amore incondizionato della propria famiglia. Tu sei l’esempio esatto di un libro bianco che in tanti si potrebbero cimentare a scrivere, ma ogni parola si cancellerebbe perché sarebbe troppo banale per raccontare la tua storia. La tua forza. La tua caparbietà. Ma soprattutto e su tutto, il tuo immenso e infinito coraggio. Il tuo sguardo, nei tuoi occhi che danno una forza immensa al ragazzo prima e all’uomo che sono diventato. Quella tua sottile e silenziosa voglia di guardare il sole e la luna come fosse sempre il primo giorno… tu, Zia, ci insegni, a molte teste di cazzo come noi, a vivere. E ti dico grazie… dico grazie perché tu sei riuscita a non cambiare, sei riuscita a far scivolare via, paradossalmente, la paura che abbiamo perché te ne sei impossessata tu… donandoci forza, coraggio, speranza sempre e comunque su tutto. Tu, insieme ad un'altra persona in questo tavolo, sei l’esempio vivente del viaggiare CONTROVENTO.
Papà. Mio padre. Il secco… Giancarlone… come ti chiamano da sempre tutti. Di te mi porto dentro tante cose... tantissime. Sono passati anni da quel pomeriggio. Ricordo la mattina, tu passasti in ufficio… ci vedemmo e ci dicemmo le solite cose, sono attimi di vita. Ho temuto, ho avuto paura di perderti quel periodo. Ricordo ogni cazzo di giorno! Ricordo soprattutto quella famosa notte prima dell’operazione più importante quando tu convocasti me e Zio Giampiero.
Ricordo tutte le tue parole, fino all’ultima virgola… So solo che correvamo il pericolo di essere per l’ultima volta io e te soli di notte… io, te e Zio di notte soli! Fu una giornata dura ma io sapevo che tu l’avresti spuntata… sapevo anche che il secondo peggior rischio al quale si andava incontro sarebbe stata scongiurato. Non so perché, ma mi sentivo, mi vedevo già su quella panchina seduti con il sole in faccia… Bagnati dal sole io e te!
Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto, che fai e farai per me. So che sono troppe volte particolare e forse difficile ma sono sempre io e non sbatterò mai la porta… non sono un uomo che tradisce, mai, per nessun motivo un qualcosa e sappi che su me potrai sempre contare.
Cara Mamma. Tu sei quella persona che per difendere e difendermi ha tradito pure sé stessa. Tu inavvertitamente e magari senza saperlo mi ha salvato tante volte, troppe volte, da tante cose, da tutto. Tu sei la sostanza dei miei giorni. Sei la mia coppa più grande. Ti chiedo scusa se delle volte ti ho fatto piangere, soffrire e pensare male… ma mai e poi mai l’ho fatto di proposito. Ti chiedo scusa e me ne vergogno se alcune volte sono stato sfuggente, superficiale e forse banale ma credimi che tutto quello che ho fatto, faccio e farò è per farti stare serena al massimo e ti assicuro una cosa. Un giorno ci riuscirò.
Ora pagherei anni della mia vita per avere in questo tavolo te nonnì… farti vedere, presentare lei… Cristina. Cristina è, dico egoisticamente, la mia ricompensa. Lei, che mi dà quella quiete perenne in quella continua tempesta che sono io. Lei e le sue infinite domanda. Lei che è voluta entrare completamente nella mia vita mostrandosi coerente, paziente e una Donna vicina. Una persona che sa tutto di me. Una Donna che sa dei miei errori, della mia forza e del mio coraggio. In punta di piedi si muove nel mio cuore e nel mio cervello e riesce a dare risposte a domande che delle volte neanche arrivo a farmi. In questo mio anno complicato, difficile, che mia ha fatto fare una bella scrematura intorno a me. Si, perché sono sempre stato lo stesso. Sono sempre stato l’uomo che ha avuto paura di tutto ma il coraggio di affrontare tutto… e non importa se qualcuno si è mostrato meschino, codardo. Ma io rifarei tutto, anche sapendo il finale. Perché io sono così… nella mia paura uso il coraggio. Ricordo quel pomeriggio di quasi un anno fa quando solo salvai un amico. Entrai in quella casa… sarebbe stato facile prender le parti di quelli seduti con quelle due pistole sul tavolo e tu che con quegli occhi, in silenzio, imprecavi il mio aiuto. Io ti ho salvato… io, si, ti ho salvato per il grande rispetto che ho sempre mostrato a chi mi stava intorno, per il grande rispetto che mi è sempre stato dato. Perché… perché la gente di strada annusa l’infame e quel giorno tu te lo ricorderai per sempre anche se oggi non ci si vede più… tu ricorderai sempre e per sempre quel giorno. Mi sto chiudendo, pian piano, i tanti danni fatti da un anno ad oggi… le mie notti passate in bianco… i pensieri le preoccupazioni ma la consapevolezza che in qualche modo avrei risolto anche avendo sbagliato troppe volte. E dico grazie a me e grazie a tutti voi.
Ed è per questo che in quel giorno di Giugno caldo io ti ho meritato… si, ti ho meritato senza cercarti… quel tuo sorriso terribilmente unico ai miei occhi… ed eccoti qui ora. Sei qui nel mio, nel nostro tavolo… nella mia famiglia ora anche un po' tua. Forse non sono bravo, forse troppe volte sono ignorante, scontroso ma sappi che ci sono. Ci sono come una luce nel buio. Perché tu sarai mia moglie. Perché non c’è tempo, oppure il tempo per far scegliere una cosa… perché la vita è così… ci ruba il tempo che noi vogliamo quando abbiamo smesso di cercarlo. Non c’è il tempo per volere una cosa. Le cose si fanno e basta… dico spesso che prima vanno fatte e poi pensate.
La vita è una penna CONTROVENTO. Ci stanca, ci fa incazzare ma ci fa capire quando a volte è importante condividere il bene di tutti.
Auguri
Piercarlo
Roma, 24 dicembre 2019
Ps: Piercarlo è mio nipote
Il Natale per molti, quasi tutti, è un motivo per stare con la famiglia… un motivo per condividere insieme una serata speciale, dei giorni diversi. Per molto tempo o forse da un po' di tempo per me è diverso. Ci sono posti nella tavola mancanti, posti pieni alla nostra vista ma in realtà nella nostra mente ma soprattutto nel nostro cuore vuoti. Ci hanno insegnato che è il corso della vita, ci hanno detto tante volte che le cose vanno prese e bisogna voler e veder bene la motivazione e cercarne la positività. Per noi vecchi baluardi (ma ancora giovani) di questa tavola è forse più difficile fare finta di nulla… ora siamo genitori, siamo zii e il Natale è soprattutto dei bambini e per i bambini… e allora vi dico ragazzi, bambini godetevi ogni istante, ogni momento di ogni Natale, ogni festa, ogni ricorrenza perché stare insieme ora vi sembrerà poco ma poi un domani sarà il vostro tutto.
Vola un pensiero verso te nonnì… tu che ci hai lasciato un po' di anni fa, così in pochi mesi… perché tu eri così tutto o niente. Tu eri quella che faceva tardi e arrivava tardi sempre e ti incazzavi dicendo che eravamo noi ad aver fatto prima. Un po' di cose sono cambiate in questi anni nonnì… la tua nipotina più piccola (Cecilia) cresce, è sempre più grande e più bella ed è sempre più mamma… a breve il terzo (e che te devo di nonnì, sti due stanno sempre a… va be mi hai capito!). Marco è sempre lì presente, vigile e non molla un centimetro. Lui è una bella persona, avevi ragione tu… un uomo dai valori veri. Ricordo la nostra telefonata quando ti dissi che Cippa aveva deciso che io dovessi accompagnarla all’altare e credimi io ci sto anche se non sembra ma ci sto sempre per lei, per loro e manterrò la promessa che ti ho fatto.
Poi c’è lei… lei, mia sorella. Per me è sempre una ragazza anche se io sono il suo fratellone (come dice lei). Lei è una ragazza, per me, travestita da Donna… ma E’ una grande Donna e madre. Un po' di cose sono cambiate in quest’ultimo anno… Giusto o sbagliato, credo che ogni essere umano, in qualsiasi momento, debba avere la possibilità di rilanciare i propri dadi e giocarsela… Si, giocarsela, perché la vita per quanto bella, tosta, infame e controvento ci dà ogni giorno una nuova possibilità e se questa possibilità vale la felicità di mia sorella allora è giusto così… vale più di ogni altra cosa. Lei, mi fa incazzare tante volte e spesso dopo me ne pento. Il troppo bene non si giustifica con le alzate di testa!
Abbiamo visto insieme, nei mesi passati, momenti bui, tosti, anzi forze difficilissimi per qualsiasi essere umano e lei sta qui a testa alta, fiera e forte. E sappi che se scricchiolerai ancora io ci sto! Sono felice che la persona, l’uomo che ora ti sta accanto, ha capito, probabilmente, alcune tue debolezze perché credo e credo di aver capito bene ti è stato accanto, vicino, fermo, immobile, pronto e disponibile. E mi fido di te, io.
E poi ci sei tu Zia. Vorrei, dovrei dire tante cose… troppe. So solo che qualcosa è cambiato tra noi. Il nostro rapporto è cambiato. Ho imparato da te… e quando ti sto vicino sento il profumo della vita, sento la forza di 10.000 donne insieme, sento l’amore incondizionato della propria famiglia. Tu sei l’esempio esatto di un libro bianco che in tanti si potrebbero cimentare a scrivere, ma ogni parola si cancellerebbe perché sarebbe troppo banale per raccontare la tua storia. La tua forza. La tua caparbietà. Ma soprattutto e su tutto, il tuo immenso e infinito coraggio. Il tuo sguardo, nei tuoi occhi che danno una forza immensa al ragazzo prima e all’uomo che sono diventato. Quella tua sottile e silenziosa voglia di guardare il sole e la luna come fosse sempre il primo giorno… tu, Zia, ci insegni, a molte teste di cazzo come noi, a vivere. E ti dico grazie… dico grazie perché tu sei riuscita a non cambiare, sei riuscita a far scivolare via, paradossalmente, la paura che abbiamo perché te ne sei impossessata tu… donandoci forza, coraggio, speranza sempre e comunque su tutto. Tu, insieme ad un'altra persona in questo tavolo, sei l’esempio vivente del viaggiare CONTROVENTO.
Papà. Mio padre. Il secco… Giancarlone… come ti chiamano da sempre tutti. Di te mi porto dentro tante cose... tantissime. Sono passati anni da quel pomeriggio. Ricordo la mattina, tu passasti in ufficio… ci vedemmo e ci dicemmo le solite cose, sono attimi di vita. Ho temuto, ho avuto paura di perderti quel periodo. Ricordo ogni cazzo di giorno! Ricordo soprattutto quella famosa notte prima dell’operazione più importante quando tu convocasti me e Zio Giampiero.
Ricordo tutte le tue parole, fino all’ultima virgola… So solo che correvamo il pericolo di essere per l’ultima volta io e te soli di notte… io, te e Zio di notte soli! Fu una giornata dura ma io sapevo che tu l’avresti spuntata… sapevo anche che il secondo peggior rischio al quale si andava incontro sarebbe stata scongiurato. Non so perché, ma mi sentivo, mi vedevo già su quella panchina seduti con il sole in faccia… Bagnati dal sole io e te!
Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto, che fai e farai per me. So che sono troppe volte particolare e forse difficile ma sono sempre io e non sbatterò mai la porta… non sono un uomo che tradisce, mai, per nessun motivo un qualcosa e sappi che su me potrai sempre contare.
Cara Mamma. Tu sei quella persona che per difendere e difendermi ha tradito pure sé stessa. Tu inavvertitamente e magari senza saperlo mi ha salvato tante volte, troppe volte, da tante cose, da tutto. Tu sei la sostanza dei miei giorni. Sei la mia coppa più grande. Ti chiedo scusa se delle volte ti ho fatto piangere, soffrire e pensare male… ma mai e poi mai l’ho fatto di proposito. Ti chiedo scusa e me ne vergogno se alcune volte sono stato sfuggente, superficiale e forse banale ma credimi che tutto quello che ho fatto, faccio e farò è per farti stare serena al massimo e ti assicuro una cosa. Un giorno ci riuscirò.
Ora pagherei anni della mia vita per avere in questo tavolo te nonnì… farti vedere, presentare lei… Cristina. Cristina è, dico egoisticamente, la mia ricompensa. Lei, che mi dà quella quiete perenne in quella continua tempesta che sono io. Lei e le sue infinite domanda. Lei che è voluta entrare completamente nella mia vita mostrandosi coerente, paziente e una Donna vicina. Una persona che sa tutto di me. Una Donna che sa dei miei errori, della mia forza e del mio coraggio. In punta di piedi si muove nel mio cuore e nel mio cervello e riesce a dare risposte a domande che delle volte neanche arrivo a farmi. In questo mio anno complicato, difficile, che mia ha fatto fare una bella scrematura intorno a me. Si, perché sono sempre stato lo stesso. Sono sempre stato l’uomo che ha avuto paura di tutto ma il coraggio di affrontare tutto… e non importa se qualcuno si è mostrato meschino, codardo. Ma io rifarei tutto, anche sapendo il finale. Perché io sono così… nella mia paura uso il coraggio. Ricordo quel pomeriggio di quasi un anno fa quando solo salvai un amico. Entrai in quella casa… sarebbe stato facile prender le parti di quelli seduti con quelle due pistole sul tavolo e tu che con quegli occhi, in silenzio, imprecavi il mio aiuto. Io ti ho salvato… io, si, ti ho salvato per il grande rispetto che ho sempre mostrato a chi mi stava intorno, per il grande rispetto che mi è sempre stato dato. Perché… perché la gente di strada annusa l’infame e quel giorno tu te lo ricorderai per sempre anche se oggi non ci si vede più… tu ricorderai sempre e per sempre quel giorno. Mi sto chiudendo, pian piano, i tanti danni fatti da un anno ad oggi… le mie notti passate in bianco… i pensieri le preoccupazioni ma la consapevolezza che in qualche modo avrei risolto anche avendo sbagliato troppe volte. E dico grazie a me e grazie a tutti voi.
Ed è per questo che in quel giorno di Giugno caldo io ti ho meritato… si, ti ho meritato senza cercarti… quel tuo sorriso terribilmente unico ai miei occhi… ed eccoti qui ora. Sei qui nel mio, nel nostro tavolo… nella mia famiglia ora anche un po' tua. Forse non sono bravo, forse troppe volte sono ignorante, scontroso ma sappi che ci sono. Ci sono come una luce nel buio. Perché tu sarai mia moglie. Perché non c’è tempo, oppure il tempo per far scegliere una cosa… perché la vita è così… ci ruba il tempo che noi vogliamo quando abbiamo smesso di cercarlo. Non c’è il tempo per volere una cosa. Le cose si fanno e basta… dico spesso che prima vanno fatte e poi pensate.
La vita è una penna CONTROVENTO. Ci stanca, ci fa incazzare ma ci fa capire quando a volte è importante condividere il bene di tutti.
Auguri
Piercarlo
Roma, 24 dicembre 2019
Ps: Piercarlo è mio nipote
UNA BELLA SORPRESA AL RISTORANTE ALLA BUCANIERA, IN VIA EMILIO FAÀ DI BRUNO, ROMA
Oggi, i miei pensieri vanno all’acqua. Sì, alla semplice e buonissima acqua di rubinetto… tanto denigrata e messa da parte come poco buona e soprattutto poco sicura a favore dell’acqua in bottiglia.
Vi chiederete perché parlo dell’acqua di rubinetto riferendomi al Ristorante Alla Bucaniera. Continuate a leggere!
L’acqua è da sempre rappresentata come simbolo di vita, freschezza e purezza assoluta e così io mi ostino a percepirla. Questa mia profonda convenzione mi porta spesso a dover sostenere discussioni interminabili soprattutto nei ristoranti, pizzerie… (nei luoghi aperti al pubblico dove si va abitualmente per mangiare e trascorrere del tempo in compagnia) quando domando al cameriere una caraffa d’acqua. Mi rispondono nel modo più fantasioso pur di portarmi l’acqua in bottiglia… a pagamento. La più divertente è stata la cameriera del ristorante L’Arrosticinaro, Via Nomentana, Roma che mi ha detto (eravamo in estate!) “Signora… se insiste, gliela posso portare… ma calda!!!”. Non è stata da meno la Pizzeria Montecarlo a Vicolo Savelli, Roma che mi ha detto “Signora, non abbiamo più le caraffe per servirla e poi è calda!!”
Che l’acqua potabile sia poco sicura è forse una delle fake news più gettonata. La pubblicità, i luoghi comuni e gli inutili passa parola ci orientano come tante pecorelle verso l’acqua minerale travestita da caprone… e tutti appresso!!! A discapito dell’acqua di rubinetto buona, sicura e tenuta costantemente sotto controllo dall’ASL. A Roma poi l’acqua è davvero buona, eppure si beve acqua minerale o questa nuova fantastica invenzione dell’acqua filtrata e/o addizionata che ti fanno pagare come quella in bottiglia ma nella realtà è sempre acqua di rubinetto. La cosa che mi fa più sorridere è sentire persone che abitualmente, a casa propria, bevono l’acqua del rubinetto, ma al ristorante ordinano l’acqua minerale perché… non si sa mai!!! Ma non è la stessa acqua…??!
E così arriviamo al Ristorante Alla Bucaniera. L’altra sera ero in questo gradevolissimo ristorante con amici e come di abitudine, da tutte le parti, portano per prima cosa l’acqua. Ebbene, desideravo l’acqua naturale e l’ho chiesta alla Signora, e anche proprietaria, che si stava occupando di noi. La sua risposta mi ha lasciato senza parole.
Mi ha detto: “Signora, desidera l’acqua di rubinetto?”
La guardo sbalordita “L’acqua di rubinetto? Ho capito bene? Le rispondo.
“Sì, Signora. Desidera una caraffa d’acqua? Gliela porto” insiste.
I miei occhi sorridevano sorpresi e gioiosi “Davvero mi porterebbe una caraffa d’acqua… proprio del rubinetto??!!”
Lei, un po’ stupita “Si, certo! Ma perché è tanto sorpresa?”
“Signora, grazie, la ringrazio tanto, Lei mi fa un regalo enorme. È il primo ristorante che mi capita a Roma, ma anche in altre città, che mi offre l’acqua di rubinetto spontaneamente… come si faceva una volta. Quando la chiedo, mi fanno un sacco di storie…” e le racconto le mie disavventure e la mia battaglia costante per proteggere l’acqua. Le prometto anche che avrei reso pubblica questa bella sorpresa scrivendo un articolo sul mio sito. Aggiungo anche, per voi che state leggendo, che si mangia molto bene, di buona qualità e il tutto condito con una cortesia eccezionale. Sicuramente da consigliare!
Ma torniamo ancora un momento al tema acqua. Siamo sicuri che l’acqua in bottiglia, spesso di plastica, spesso lasciata al sole, sia migliore dell’acqua che sgorga dal rubinetto?
Il motivo principale per cui si sceglie di acquistare l’acqua è la convinzione che si tratti di una scelta di salute. Ma da dove arriva questa convinzione? Non dagli organi deputati ai controlli che verificano periodicamente e con estrema attenzione gli acquedotti (i dati concernenti l’analisi dell’acqua sono pubblici e disponibili on line per ogni comune), ma dalla pubblicità. L’acqua in bottiglia è un grande affare… banalmente un grande affare! Un’elementare stima, che possiamo fare tutti, dimostra che in un anno una famiglia, di tre persone, spende circa 400 euro di acqua. Capite!! Esce dal rubinetto ed è di ottima qualità… ma noi la compriamo! Certo, è vero, le eccezioni ci sono, ma sono eccezioni e dovrebbero essere trattate da tali.
Allora, impariamo a documentarci, a leggere, a cercare su siti appropriati le notizie perché magari troviamo quelle vere e ci convinciamo a tornare alla bella abitudine di bere l’acqua del rubinetto.
Complimenti di nuovo al Ristorante Alla Bucaniera per gli ottimi piatti che offre ai suoi ospiti, per la cortesia e anche per la possibilità di poter avere al tavolo una bella e fresca caraffa d’acqua del rubinetto.
Grazie davvero, siete importanti, io e l’ambiente vi diciamo grazie di cuore.
Roma, 16 ottobre 2019
luisanda dell'aria
Vi chiederete perché parlo dell’acqua di rubinetto riferendomi al Ristorante Alla Bucaniera. Continuate a leggere!
L’acqua è da sempre rappresentata come simbolo di vita, freschezza e purezza assoluta e così io mi ostino a percepirla. Questa mia profonda convenzione mi porta spesso a dover sostenere discussioni interminabili soprattutto nei ristoranti, pizzerie… (nei luoghi aperti al pubblico dove si va abitualmente per mangiare e trascorrere del tempo in compagnia) quando domando al cameriere una caraffa d’acqua. Mi rispondono nel modo più fantasioso pur di portarmi l’acqua in bottiglia… a pagamento. La più divertente è stata la cameriera del ristorante L’Arrosticinaro, Via Nomentana, Roma che mi ha detto (eravamo in estate!) “Signora… se insiste, gliela posso portare… ma calda!!!”. Non è stata da meno la Pizzeria Montecarlo a Vicolo Savelli, Roma che mi ha detto “Signora, non abbiamo più le caraffe per servirla e poi è calda!!”
Che l’acqua potabile sia poco sicura è forse una delle fake news più gettonata. La pubblicità, i luoghi comuni e gli inutili passa parola ci orientano come tante pecorelle verso l’acqua minerale travestita da caprone… e tutti appresso!!! A discapito dell’acqua di rubinetto buona, sicura e tenuta costantemente sotto controllo dall’ASL. A Roma poi l’acqua è davvero buona, eppure si beve acqua minerale o questa nuova fantastica invenzione dell’acqua filtrata e/o addizionata che ti fanno pagare come quella in bottiglia ma nella realtà è sempre acqua di rubinetto. La cosa che mi fa più sorridere è sentire persone che abitualmente, a casa propria, bevono l’acqua del rubinetto, ma al ristorante ordinano l’acqua minerale perché… non si sa mai!!! Ma non è la stessa acqua…??!
E così arriviamo al Ristorante Alla Bucaniera. L’altra sera ero in questo gradevolissimo ristorante con amici e come di abitudine, da tutte le parti, portano per prima cosa l’acqua. Ebbene, desideravo l’acqua naturale e l’ho chiesta alla Signora, e anche proprietaria, che si stava occupando di noi. La sua risposta mi ha lasciato senza parole.
Mi ha detto: “Signora, desidera l’acqua di rubinetto?”
La guardo sbalordita “L’acqua di rubinetto? Ho capito bene? Le rispondo.
“Sì, Signora. Desidera una caraffa d’acqua? Gliela porto” insiste.
I miei occhi sorridevano sorpresi e gioiosi “Davvero mi porterebbe una caraffa d’acqua… proprio del rubinetto??!!”
Lei, un po’ stupita “Si, certo! Ma perché è tanto sorpresa?”
“Signora, grazie, la ringrazio tanto, Lei mi fa un regalo enorme. È il primo ristorante che mi capita a Roma, ma anche in altre città, che mi offre l’acqua di rubinetto spontaneamente… come si faceva una volta. Quando la chiedo, mi fanno un sacco di storie…” e le racconto le mie disavventure e la mia battaglia costante per proteggere l’acqua. Le prometto anche che avrei reso pubblica questa bella sorpresa scrivendo un articolo sul mio sito. Aggiungo anche, per voi che state leggendo, che si mangia molto bene, di buona qualità e il tutto condito con una cortesia eccezionale. Sicuramente da consigliare!
Ma torniamo ancora un momento al tema acqua. Siamo sicuri che l’acqua in bottiglia, spesso di plastica, spesso lasciata al sole, sia migliore dell’acqua che sgorga dal rubinetto?
Il motivo principale per cui si sceglie di acquistare l’acqua è la convinzione che si tratti di una scelta di salute. Ma da dove arriva questa convinzione? Non dagli organi deputati ai controlli che verificano periodicamente e con estrema attenzione gli acquedotti (i dati concernenti l’analisi dell’acqua sono pubblici e disponibili on line per ogni comune), ma dalla pubblicità. L’acqua in bottiglia è un grande affare… banalmente un grande affare! Un’elementare stima, che possiamo fare tutti, dimostra che in un anno una famiglia, di tre persone, spende circa 400 euro di acqua. Capite!! Esce dal rubinetto ed è di ottima qualità… ma noi la compriamo! Certo, è vero, le eccezioni ci sono, ma sono eccezioni e dovrebbero essere trattate da tali.
Allora, impariamo a documentarci, a leggere, a cercare su siti appropriati le notizie perché magari troviamo quelle vere e ci convinciamo a tornare alla bella abitudine di bere l’acqua del rubinetto.
Complimenti di nuovo al Ristorante Alla Bucaniera per gli ottimi piatti che offre ai suoi ospiti, per la cortesia e anche per la possibilità di poter avere al tavolo una bella e fresca caraffa d’acqua del rubinetto.
Grazie davvero, siete importanti, io e l’ambiente vi diciamo grazie di cuore.
Roma, 16 ottobre 2019
luisanda dell'aria
IO VOGLIO I CANTI DI NATALE, IL PRESEPE E L'ALBERO DI NATALE
Se in alcune scuole quest’anno non si canteranno i Canti di Natale questo avverrà perché noi italiani consentiamo che accada. Consentiamo a qualcuno di strumentalizzare e confondere il concetto di libertà religiosa e il rispetto dei diritti degli uomini con il rispetto della cultura e dei sentimenti religiosi di uno Stato, il nostro, che nel tempo ha arricchito il proprio ordinamento di norme e regolamenti finalizzati proprio a garantire la libertà religiosa di tutti ma anche la tutela delle proprie origini culturali religiose.
Il nostro è uno Stato “laico” ma anche concordatario. Significa che riconosce le religioni diverse dalla cattolica e al contempo protegge la religione cattolica sulla quale si fonda la cultura occidentale e in particolare quella italiana, garantendone l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado ad esclusione delle università. Non impone obblighi in questo senso, lascia libere le coscienze dei fanciulli, ragazzi e famiglie di scegliere se seguire l’insegnamento o astenersi.
La nostra Carta Costituzionale, altamente garantista, soprattutto nei confronti degli stranieri viene sistematicamente attaccata. La nostra Carta Costituzionale è espressione della nostra storia e della nostra cultura. Mi duole dirlo ma ho l’impressione che la maggior parte della gente, quando la cita per dire che non ne viene rispettato il dettato, il sentimento… che voleva esprimere, non l’ha mai letta con la dovuta attenzione e il dovuto rispetto.
Il nostro Stato “laico” riconosce come festività l’Immacolata Concezione, il Natale, l’Epifania, il Ferragosto e anche la domenica nella duplice veste di settimo giorno, quello del riposo cristiano e come pausa dal lavoro. Queste Feste sono individuate dal Concordato del 1929 e confermate dal Concordato del 1984 quali Feste Religiose. Il Concordato è parte della nostra Carta Costituzionale.
Allora, perché rispettiamo la Costituzione nella parte delle Feste Religiose e non nella parte del significato e della tradizione delle Feste Religiose?
Soprattutto perché noi italiani, nonostante il nostro corposo ordinamento giuridico e anche una sostanziosa giurisprudenza permettiamo alle persone che ospitiamo nella nostra nazione di dettare le “regole del gioco” e di non rispettare le nostre tradizione?
La storia del “Crocifisso” esposto nelle aule scolastiche iniziò nel 2002 e fu promossa da una cittadina italiana di origini finlandesi. La vicenda si concluse con la pronuncia della più alta Corte Europea, la Grande Chambre, che nel 2011 ha ribaltato la sentenza di primo grado. I giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo hanno in modo definitivo, e per tutti i 47 stati, stabilito che "Nulla prova l’eventuale influenza che l’esposizione di un simbolo religioso sui muri delle aule scolastiche potrebbe avere sugli alunni; non è quindi ragionevolmente possibile affermare che essa ha o no un effetto su persone giovani le cui convinzioni sono in fase di formazione". Nella stessa pronuncia la Corte ha stabilito che l’Italia" nel decidere di mantenere i crocifissi nelle aule della scuola pubblica frequentata dai figli della ricorrente ha rispettato il diritto dei genitori ad assicurare questa educazione e questo insegnamento in conformità alle loro convinzioni religiose e filosofiche ".
E ancora, le Pubbliche Amministrazioni tutti gli anni in occasione delle Feste Natalizie addobbano i propri androni con Alberi di Natale e Presepi.
I nostri simboli sono la nostra storia e la nostra identità culturale. Sintetizzano i valori del Cristianesimo su cui poggia la civiltà occidentale ed europea. Rispettando le nostre tradizioni e facendole rispettare, rispettiamo la dignità delle persone e la loro libertà e non minacciamo ne la laicità dello Stato ne la libertà religiosa.
Impariamo a volere bene al nostro Paese!
Buon Natale!
Roma, 17 dicembre 2015
luisanda dell'aria
Il nostro è uno Stato “laico” ma anche concordatario. Significa che riconosce le religioni diverse dalla cattolica e al contempo protegge la religione cattolica sulla quale si fonda la cultura occidentale e in particolare quella italiana, garantendone l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado ad esclusione delle università. Non impone obblighi in questo senso, lascia libere le coscienze dei fanciulli, ragazzi e famiglie di scegliere se seguire l’insegnamento o astenersi.
La nostra Carta Costituzionale, altamente garantista, soprattutto nei confronti degli stranieri viene sistematicamente attaccata. La nostra Carta Costituzionale è espressione della nostra storia e della nostra cultura. Mi duole dirlo ma ho l’impressione che la maggior parte della gente, quando la cita per dire che non ne viene rispettato il dettato, il sentimento… che voleva esprimere, non l’ha mai letta con la dovuta attenzione e il dovuto rispetto.
Il nostro Stato “laico” riconosce come festività l’Immacolata Concezione, il Natale, l’Epifania, il Ferragosto e anche la domenica nella duplice veste di settimo giorno, quello del riposo cristiano e come pausa dal lavoro. Queste Feste sono individuate dal Concordato del 1929 e confermate dal Concordato del 1984 quali Feste Religiose. Il Concordato è parte della nostra Carta Costituzionale.
Allora, perché rispettiamo la Costituzione nella parte delle Feste Religiose e non nella parte del significato e della tradizione delle Feste Religiose?
Soprattutto perché noi italiani, nonostante il nostro corposo ordinamento giuridico e anche una sostanziosa giurisprudenza permettiamo alle persone che ospitiamo nella nostra nazione di dettare le “regole del gioco” e di non rispettare le nostre tradizione?
La storia del “Crocifisso” esposto nelle aule scolastiche iniziò nel 2002 e fu promossa da una cittadina italiana di origini finlandesi. La vicenda si concluse con la pronuncia della più alta Corte Europea, la Grande Chambre, che nel 2011 ha ribaltato la sentenza di primo grado. I giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo hanno in modo definitivo, e per tutti i 47 stati, stabilito che "Nulla prova l’eventuale influenza che l’esposizione di un simbolo religioso sui muri delle aule scolastiche potrebbe avere sugli alunni; non è quindi ragionevolmente possibile affermare che essa ha o no un effetto su persone giovani le cui convinzioni sono in fase di formazione". Nella stessa pronuncia la Corte ha stabilito che l’Italia" nel decidere di mantenere i crocifissi nelle aule della scuola pubblica frequentata dai figli della ricorrente ha rispettato il diritto dei genitori ad assicurare questa educazione e questo insegnamento in conformità alle loro convinzioni religiose e filosofiche ".
E ancora, le Pubbliche Amministrazioni tutti gli anni in occasione delle Feste Natalizie addobbano i propri androni con Alberi di Natale e Presepi.
I nostri simboli sono la nostra storia e la nostra identità culturale. Sintetizzano i valori del Cristianesimo su cui poggia la civiltà occidentale ed europea. Rispettando le nostre tradizioni e facendole rispettare, rispettiamo la dignità delle persone e la loro libertà e non minacciamo ne la laicità dello Stato ne la libertà religiosa.
Impariamo a volere bene al nostro Paese!
Buon Natale!
Roma, 17 dicembre 2015
luisanda dell'aria