Se lo mettessi io sembrerei una disgraziata sull’orlo di un precipizio. Il mio viso un po' spigoloso, un po' essenziale non è capace di accogliere un turbante e renderlo leggero. Accentuerebbe le spigolature e la morbidezza necessaria sarebbe perduta. Gli occhi, soprattutto i miei, ne soffrirebbero. Sarebbe davvero specchio del cancro. Questo mi convinse a scegliere la parrucca. Avevo bisogno di mantenere me stessa sulla cresta dell’onda, di fare in modo che i miei occhi mi ritrovassero incrociando un riflesso di me. Lei, invece, di fronte a me oggi in DH, con quel turbante rosa scuro, i suoi occhiali neri quadrati e quegli occhi tanto tondi e grandi e luminosi a tenere il contorno del viso morbido e seducente, di infanzia restata aggrappata all’oggi è bellissima. Vederla non mi fa pensare al cancro, alla paura, alla sofferenza, alla strada difficile sulla quale è dovuta salire. Invita invece voglia di esserci comunque, qualunque sia la strada. E sia! La commiserazione alla vista del turbante che sempre mi smuove, questa volta si è messa da parte lasciando spazio alla vita che c’è dietro e che spesso non riusciamo chiaramente a vedere, proprio perché il turbante porta in sé quel significato dal quale non vogliamo essere raggiunte. Anche a me, che sono dentro l’avventura, e che dovrei ben capire, fa quell’effetto. Oggi no, oggi mi sono spostata su un punto di vista diverso. Quegli occhi che ho di fronte mi hanno parlato di vita, di voglia, di desiderio. Non tutte le donne sono così, non tutte riescono a trasformare un turbante nel proprio urlo glorioso. Io no, non ci sono riuscita. Ma oggi ho imparato a leggere altro dietro, sotto, avanti e dietro il turbante. Oggi ho imparato, come mai prima, a leggere gli occhi.
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 14 novembre 2022
Abbi Cura Di Te
Luisanda Dell’Aria
Roma 14 novembre 2022